“Vivo a settecento metri dal luogo dove è avvenuta l’esplosione. E’ stata molto forte e la casa ha tremato. Sono scesa in strada e ho visto che la polizia ha chiuso la strada che va verso il centro, in fondo alla via vedevo molti poliziotti. Una sola esplosione, ma molto forte. Infatti quando hanno parlato di due esplosioni sono rimasta perplessa.” Ester Poli vive e lavora a Oslo, ecco la sua testimonianza sull’esplosione che ha sconvolto il centro della capitale norvegese.
“La gente, qui, va in giro normalmente. Ma un’amica che abita proprio vicino al luogo dell’esplosione mi ha detto che non ha potuto tornare a casa. Ci sono stati danni anche alle vetrate della cattedrale.
Le autorità ci hanno detto di stare in casa e di non uscire stasera. Oggi è venerdì, di solito la gente va nei locali per il week-end. Lo spavento è grosso e tutti si stanno telefonando. Hanno colpito l’isolato in cui hanno sede il governo, il ministero del Petrolio e quello delle Finanze, più altri ministeri, nonché i due maggiori giornali norvegesi.
Pochi mesi fa avevano rifatto proprio le strade davanti a quell’isolato. Ci avevano messo quei cilindri che escono da sotto terra e che servono a bloccare il traffico. Un autista mi ha detto che l’hanno fatto proprio per impedire un attacco terroristico, si vede che se lo aspettavano. In effetti sono mesi che i norvegesi parlano della possibilità di un attacco terroristico, soprattutto dopo la bomba del dicembre 2010 in Svezia, a Stoccolma, e l’arresto in Danimarca degli islamici che progettavano un attentato, sempre prima di Capodanno. Sia la gente, sia i media mettevano la possibilità di un attacco terroristico in relazione con la pubblicazione delle vignette satiriche su Maometto e con le missioni all’estero dei soldati norvegesi.
In realta, nessuno se l’aspettava davvero.”
Gabriele Battaglia-PeaceReporter
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