“Trojan” è una di quelle paroline che ci mettono sempre un po’ d’ansia, associata com’è a virus e altro malware in grado di mettere in pericolo il nostro computer. E anche “asteroide” non scherza, soprattutto se l’oggetto celeste in questione bazzica nei dintorni del nostro pianeta. Che dire, allora, d’un trojan asteroid, un asteroide troiano? Qualunque cosa sia, più ne stiamo alla larga e meglio è, vien da pensare.
Ebbene, gli asteroidi troiani esistono: sono chiamati così quando condividono l’orbita di un pianeta, e gli astronomi li conoscono da tempo. Fino a ieri, però, i soli pianeti del Sistema solare che potessero vantare tali amabili compagni erano Giove, Marte e Nettuno. Ora invece, come annuncia con enfasi l’ultima copertina di Nature, al trio dotato di troiani s’è ufficialmente aggiunto un quarto pianeta: la Terra.
Già, proprio il nostro pianeta. A condividerne l’orbita attorno al Sole, e per l’esattezza a precederci di circa due mesi (60 gradi), c’è 2010 TK7, questo il nome del nostro nuovo compagno di viaggio: un asteroide dalle dimensioni di tutto rispetto – circa 300 metri – che oscilla attorno al cosiddetto L4, uno dei punti lagrangiani. Un po’come fanno i satelliti Planck e Herschel dell’ESA, che ci seguono fedelmente orbitando attorno a un altro punto lagrangiano, L2. A scovarlo fra i dati di WISE (Wide-field Infrared Survey Explorer), il satellite infrarosso lanciato dalla NASA nel 2009, un trio di astronomi guidati da Martin Connors, dell’Athabasca University (Canada). Scoperta poi confermata da successive osservazioni ottiche da telescopi terrestri.
Dunque, è confermato? Anche la Terra ha il suo compagno troiano? «Sì, ma è un troiano solo temporaneo», precisaGiovanni Valsecchi, astronomo dell’INAF-IASF di Roma ed esperto di asteroidi, «a differenza, per esempio, dei troiani di Giove. Questi ultimi, infatti, sono in buona parte su orbite sostanzialmente stabili, parliamo di tempi scala nell’ordine della vita del Sistema solare. L’oggetto appena scoperto, invece, è su un’orbita attualmente di tipo troiano, ma instabile».
Insomma, compagno sì, ma non per sempre. Gli autori, comunque, hanno calcolato che la sua orbita è rimasta stabile per almeno 10mila anni, e continuerà a rimanerlo a lungo, anche se le previsioni, al momento, non possono andare oltre i prossimi 7mila anni. In ogni caso, c’è tutto il tempo per conoscersi meglio. Magari, non troppo da vicino: con certi compagni di viaggio, preferiamo mantenere le distanze. E quelle che separano TK7 dalla la Terra non destano alcuna preoccupazione: attualmente, da quanto riporta la NASA, parliamo di 80 milioni di chilometri, destinati a non scendere mai, almeno per i prossimi 100 anni, al di sotto dei 24 milioni.
Marco Malaspina-Inaf
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