Gli estremismi spesso si toccano, si incrociano e si mescolano, senza che i loro esponenti riescano più a prestare troppa attenzione alle antiche “matrici” religiose e ideologiche. Hitler ospitava a Berlino il gran mufti di Gerusalemme; ed alla conferenza negazionista e komeinista di Teheran hanno partecipato anche alcuni dissidenti del mondo ebraico. Le simpatie degli uni verso aspetti degli altri si intersecano nell’odio comune verso elementi scomodi come il rispetto per le idee del prossimo e la carità cristiana; oppure nella comune simpatia per i metodi sbrigativi, tutti giustificati dalla convinzione di essere persone prescelte da Dio o che hanno compreso quel che i comuni mortali ancora non riescono a capire. I barlumi della verità divina, insomma, sarebbero trasmessi a questi maestri di vita civile e religiosa, così come nel Medioevo le verità nascoste o non riconosciute potevano essere proclamate dai prescelti delle grandi sette nate in ambito cristiano o nel mondo sciita musulmano (come quella degli Assassini che agivano come una rete di spietato terrorismo) o nelle fila degli illuminati massoni. Ed essi avrebbero, allora come oggi, l’obbligo di imporli ad un mondo che per grazia di Dio, è ancora ostinatamente privo della loro luce.
In non alcuni bollettini e notiziari di pseudo-tradizionalisti e pseudo-cattolici si riscontrano simili convinzioni. E non pochi articoli da me letti sono plasmati dalla sicurezza di far parte di una aristocrazia morale o politica che ha il compito di resistere in ogni modo al degrado della società di cui si fa parte, oltre che impregnati dal comune odio nei confronti della Religione e della cultura ebraica.
Che l’attentatore di Oslo sia cristiano o cattolico mi fa impressione ma non mi meraviglia. Perché il richiamo dei fondamentalisti che si proclamano cristiani è altrettanto criminale di quello lanciato dagli islamici, ed è destinato ad incontrarsi nella diabolica volontà di versare il sangue umano, sia quello sparso sulla Croce di Cristo, sia quello perduto sulle strade della Norvegia.
Carmelo Currò
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