Nel 2004 Alex Proyas in I, Robot, ci raccontava di un mondo (nel lontano 2035), popolato da robot al servizio degli umani e il cui rapporto era regolato dalle famose tre leggi della robotica di Isaac Asimov. Eppure lo scenario attuale non sembra essere tanto distante, se pensiamo a come la robotica stia compiendo passi da gigante negli ultimi anni. Una della ultimissime novità arriva direttamente da Silicon Valley e si chiama QB, un avatar-robot che può sostituire la nostra presenza fisica negli ambienti lavorativi. E chi non ha sentito parlare di I-Fairy, il robot che recentemente ha celebrato le nozze di una coppia di giapponesi? Il simpatico automa, prodotto dalla Kokoro, è alto 1,5m e nei panni del prete ha dato istruzioni come: ”ora puoi sollevare il velo della sposa” muovendo le sue braccia durante la cerimonia (in maniera alquanto teatrale). La sposa (tra l’altro dipendente dell’azienda produttrice) sostiene di aver scelto un matrimonio estremamente high-tech per mostrare come i robot possano essere più vicini a noi e integrarsi nella vita di tutti i giorni. Ma al di là della notizia di costume, I-Fairy è stato progettato per essere molto simile all’uomo e per assolvere altre funzioni (che non siano naturalmente quelle specifiche del sacerdote): voce e movimenti del corpo possono essere programmati in base alle esigenze di chi lo utilizza tanto da essere usato come guida nei musei o nelle presentazioni aziendali. La società occidentale è destinata ad avere molti robot e questi ultimi sono destinati a diventare molto popolari. In un futuro ormai non lontanissimo gli anziani potranno comprarsi un robot così come un giovane acquista un’automobile, ed anche il prezzo sarà confrontabile. Sia in Italia che all’estero si sta diffondendo, inoltre, l’utilizzo di robot nel campo medico. All’ospedale Niguarda, a Milano, proprio di recente è stato eseguito un trapianto di rene con tecnica robotica. Ancora, alcuni scienziati coreani hanno creato un altro piccolo robot (della dimensione di un chicco di riso) che potrebbe aiutare i medici nella cura delle arterie ostruite entro i prossimi dieci anni. Secondo un gruppo di ricercatori guidati da Park Jong-oh della Chonnam National University, la micro-unità è già stato sperimentata con successo negli animali. Si chiama Riba 2 primo prototipo di robot versione badante per anziani, progettato e costruito in Giappone e presto, dicono i suoi ideatori, in grado di i sostituire una persona in carne ed ossa nello svolgere le funzioni che il delicato ruolo richiede. Lo hanno realizzato al Rikin Tri Collaboration center for human-interactive robot research, in conclusione a studi iniziati ne 2009. Riba 2 e’ dotato di particolari ‘articolazioni’ che lo rendono capace di accovacciarsi fino al livello del letto e addirittura del pavimento per sollevare una persona, sino ad un peso di 80 kili. L’attuale livello di assistenza fornita da questi robot badante è limitata a sollevamenti e operazioni riguardanti il moto, difficilmente vedremo altri generi di attività svolte da questa versione del robot. Magari nella terza edizione potremo assistere ad un miglioramento ulteriore. Uno dei maggiori esperi al mondo di robotica, il giapponese Hirochika Inoue, ha detto che fra una quindicina di anni la nostra vita quotidiana, in tutti i suoi aspetti, sarà supportata da robot. Certamente non saranno tutti robot umanoidi, ma aspetto e dimensioni simili a quelle umane possono essere una scelta vincente per orientarsi in un ambiente calibrato sulle dimensioni umane. I robot usciranno tutti uguali dalle fabbriche, ma poi saranno programmati in modo personalizzato, sulla base delle caratteristiche e delle esigenze della persona che li avrà accanto a sé in casa. Gli anziani saranno aiutati da esperti, giovani che saranno a loro disposizione per ascoltare le loro necessità e le loro abitudini e che programmeranno la macchina per rispondere ad esse”. E poi, ha aggiunto, la scelta di puntare sui robot “offre anche l’opportunità di creare nuove opportunità di lavoro per le giovani generazioni.
Carlo Di Stanislao
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