Manovra: Comellini, sospendere programma JSF-F35 per recuperare 3 mld di euro

“Non voglio addentrarmi in valutazioni su un testo appena promulgato e che già è destinato ad essere completamente stravolto nel braccio di ferro che si svolgerà nelle prossime settimane nelle aule parlamentari ma voglio ricordare che lo scorso 7 luglio 2010, grazie ai deputati radicali, presentammo un emendamento alla mozione 1-00395 (Franceschini e altri) con cui proponevamo di sospendere il programma pluriennale relativo all’acquisizione di 131 caccia JSF-F35 e alla realizzazione dell’associata linea FACO/MRO&U per un periodo di tre anni e nel contempo ad avviare ogni possibile azione per la riduzione nella misura del 50 per cento dell’importo complessivo di spesa del medesimo programma. La nostra proposta fu respinta con un voto bipartisan mentre i voti a favore furono solo quelli dei 6 deputati radicali a cui si aggiunsero altri 7 parlamentari evidentemente ancora liberi nelle loro scelte.” -Lo dichiara Luca Marco Comellini, Segretario del Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm)- “Adesso la situazione economica del Paese è completamente cambiata -prosegue Comellini- ed è chiaro che la nostra proposta avrebbe ben altro esito, perché che quelli che all’epoca si astennero e quelli che votarono contro oggi avrebbero dei seri problemi nel giustificare ai loro elettori una simile scelta e nel chiedergli di dover fare maggiori sacrifici per pagare degli armamenti che non ci potremo mai permettere di mantenere. Nell’auspicabile dialogo sulla manovra che si svolgerà nelle aule parlamentari -conclude Comellini-, su cui non dovrebbe incombere il pericolo di un voto di fiducia stando alle parole dello stesso Premier Berlusconi, torno a chiedere, certo di non essere più il solo,  la sospensione del programma di acquisizione del caccia JSF-F35 almeno per il prossimo triennio (2012-2014) con un risparmio di circa 3 miliardi di euro (3,75 includendo anche 2015) e successivamente una riduzione del 50percento che consenta in futuro di adeguare l’investimento destinato allo strumento militare alla reale disponibilità economica della finanza pubblica e non agli appetiti delle industrie della difesa e dei loro sostenitori politici.”.