Trionfa Emidio Falasca alla 40ma Sagra della Porchetta Italica di Campli

“Mangia la carne magra di un animale grasso”(Prof. Francesco Gramenzi). È il trionfo assoluto di Teramo (assenti alla Premiazione i rappresentanti istituzionali del capoluogo aprutino, parlamentari compresi) alla 40ma Sagra della Porchetta Italica di Campli. Emidio Falasca & Fratelli si sono laureati Migliori Maestri Porchettai del 2011 con 602 voti. Nella suggestiva cornice di piazza […]

“Mangia la carne magra di un animale grasso”(Prof. Francesco Gramenzi). È il trionfo assoluto di Teramo (assenti alla Premiazione i rappresentanti istituzionali del capoluogo aprutino, parlamentari compresi) alla 40ma Sagra della Porchetta Italica di Campli. Emidio Falasca & Fratelli si sono laureati Migliori Maestri Porchettai del 2011 con 602 voti. Nella suggestiva cornice di piazza Vittorio Emanuele II, gremita all’inverosimile, la Città farnese ha consacrato il vincitore con un’ovazione generale, nel 150mo anniversario dell’Unità d’Italia. La Commissione preposta all’effettuazione del conteggio relativo, attribuito dagli 85 giurati assaggiatori delle nove porchette concorrenti al Premio (per problemi tecnici un maestro porchettaio non è riuscito a partecipare) si è riunita Domenica 21 agosto 2011 presso la sede della Pro-Loco Città di Campli. Alla presenza del Presidente della Pro-Loco, Francesco D’Isidoro, del Presidente della Giuria popolare, l’agronomo prof. Nicola Biagio Natali e dei membri della Commissione, i signori: Camillo Gramenzi, Serafino Chiodi, Giuseppe Ruggeri, Pierluigi Tenerelli, Francesco D’Isidoro e, con le funzioni di segretario, l’ing. Alfonso Di Fonzo.

La Giuria di esperti, presieduta dal prof. Nicola Biagio Natali, si era precedentemente riunita nel ristorante Parco dei Piceni di Campovalano di Campli, maestosa struttura incastonata tra i Monti della Laga. Le nove porchette concorrenti sono state valutate (“era ammessa la presenza dei preparatori delle porchette o di loro delegati, infatti erano presenti allo spoglio delle schede i sigg. Ciunci Donato e Ruggeri Fabrizio in rappresentanza della ditta Bosica Renato” – si legge nel Verbale ufficiale) con l’attribuzione ad ogni singola porchetta dei voti, dai 6/10 ai 10/10, e la possibilità di esprimere il mezzo voto. Votanti: 85. Schede valide 75. Schede nulle: 5 (cinque). Schede non riconsegnate: 5 (cinque). Dopo aver effettuato l’abbinamento dei numeri da 1 a 9 attribuiti ai singoli concorrenti, anonimi al momento della votazione di ogni singola porchetta in gara, presso il ristorante Parco dei Piceni di Campovalano di Campli, si è avuto il seguente risultato: la Ditta “La Prelibata” dei Fratelli Falasca di Teramo ha conquistato punti 602; secondo classificato Angelo Di Salvatore di Molviano di Campli (569,5); terzi classificati Andrea Foco di Campli e Renato Bosica di Teramo (554); quinto classificato “Mercurii Luciano” snc di Nicolino Mercurii di Colledara (553,5); sesta classificata la sig.ra Maria Cappuccelli di Campli (550); settimo classificato Lucio Di Stefano di Colledara (548,5); ottavo classificato Fulvio Pallotta di Teramo (524,5); nono classificato Daniele Bosica di Castellalto (514,5). Dal quarto al nono classificato è stato attribuito l’ex-equo con un attestato di partecipazione. Ha trionfato un maestro porchettaio aprutino, Emidio Falasca, con una sublime porchetta, autentica delizia del palato, del cuore e della mente, fedelmente realizzata secondo le precise regole della Scuola di Campli. E con un distacco ancora più marcato sul secondo classificato, rispetto all’edizione 2010 della Sagra. L’assegnazione dei premi ai primi tre classificati si è svolta nella suggestiva piazza Vittorio Emanuele II a Campli, festante come nelle migliori occasioni. Quest’anno alla degustazione delle nove porchette concorrenti dell’Olimpiade Italica della Porchetta Camplese, sono stati abbinati i vini delle cantine: Velenosi di Ascoli Piceno, Cioti di Campli e, la grande sorpresa dell’edizione 2011, il birrificio S. Giovanni di Roseto degli Abruzzi con la birra artigianale “A modo mio”. Porchette naturalmente accompagnate dai magnifici vini: Pathernus (Cioti 2009); Indigena Colli Aprutini (Cioti 2010); Cerasuolo Alarius (Cioti 2010); Passerina Brut (Velenosi 2010) delle vicine Marche, uno spumantino emozionante; Indigena IGP (Cioti 2010). Il bilancio della 40ma edizione della Sagra è decisamente positivo. La grande partecipazione di pubblico decreta il successo della Porchetta Italica di Campli organizzata dalla Pro-Loco Città di Campli con il patrocinio del Comune di Campli e del Bim Consorzio dei Comuni del Vomano e Tordino. “Sono state registrate circa 20mila presenze giornaliere con, più o meno, cinquanta porchette vendute a sera” – fanno sapere gli organizzatori. “Con ben 400 panini a porchetta, nelle quattro giornate della sagra sono state vendute oltre duecento porchette e circa 100mila panini: la presenza giornaliera di oltre 20mila persone circa è determinata attraverso le corse dei bus navetta che hanno fatto servizio dalle ore 19:30 all’1:30”. Numeri considerevoli che confermano la Sagra camplese come una delle più amate in provincia di Teramo e in Abruzzo. Tutto lascia ben sperare per il futuro.

Il Presidente della Pro-Loco e lo staff organizzativo hanno espresso la loro viva soddisfazione per il successo della manifestazione, ringraziando tutti. Divin porcello, vini, formaggi, tartufi, miele, olio d’oliva e tante altre leccornie camplesi faranno da cornice, con le radici ben salde nella storia e nella tradizione popolare alla più importante kermesse enogastronomica e culturale abruzzese.

Gli 80mila visitatori delle quattro giornate di Sagra, lanciano un messaggio preciso. Sono questi i grandi numeri della Porchetta Italica che celebra a Campli l’arte suprema gastronomica italiana, i suoi vini, le sue energie più vitali in Italia e nel mondo. Un Grande Evento Culturale nazionale reso possibile grazie agli ospiti (abruzzesi, laziali, umbri e marchigiani), al Comune di Campli, alla Pro Loco Città di Campli, al Bim, alla Provincia di Teramo, ai Vigili Urbani, ai Carabinieri, alla Protezione Civile, alla Croce Rossa, ai volontari del Soccorso Farnese di Campli. Si sente, naturalmente, la forte necessità di una Giuria tecnica popolare qualificata (con più giornalisti) che, dopo aver prestato il solenne “Giuramento” mazziniano (“Invoco su di me l’ira degli uomini e l’ignominia dello spergiuro se tradissi in tutto o in parte il mio giuramento”) del Buon Gastronomo (anche la ritualità vuole la sua parte), sia effettivamente in grado (perché autenticamente motivato) a tavola di completare il proprio giudizio su tutte le porchette in gara, sempre “secondo il responso delle papille gustative”. Dei progressi, rispetto allo scorso anno, sono stati decisamente fatti. Sempre in segno di rispetto e omaggio al Popolo camplese ed alla Porchetta italica, autentico monumento del gusto e della qualità della vita semplice e originale di una volta. Il Divin Porcello ha colpito ancora nel segno. La Sagra della Porchetta Italica è soprattutto cultura.

È un evento sociale ed eno-gastronomico originale “che – fa notare lo storico Nicolino Farina – fin dal 1964 intende valorizzare e celebrare la porchetta dell’antico popolo italico, autentico monumento del gusto consacrato dal successo conseguito al Vinitaly ed al Salone del Gusto di Torino”. Il successo popolare della Sagra, premia la tenacia degli Abruzzesi. I tesori di Campli sono naturalmente molti altri: Centro Storico, Santuario della Scala Santa, Chiesa cattedrale e il Museo archeologico statale con i suoi preziosi reperti italici della necropoli di 5mila tombe di Campovalano. Il Progetto camplese per la valorizzazione, l’allevamento e la riproduzione del tradizionale porcello nero italico, il Re nero delle nostre vallate, è molto interessante. È già stato il grande protagonista, con la sua porchetta made in Campli, del Salone del Gusto a Torino dello scorso ottobre 2010. Il tentativo o esperimento che dir si voglia, è davvero importante, come rivela Nicolino Farina. Grazie all’abilità dei maestri porchettai camplesi, tutto è possibile. “Abbiamo cercato e trovato un allevatore camplese dell’antico maiale abruzzese nero – rivela Nicolino Farina – che è riuscito con uno stratagemma particolare a valorizzarlo nel suo allevamento di 200 suini neri allevati allo stato brado: questi maiali sono piuttosto particolari anche per la loro forma strana”. Cosa intende fare la Pro-Loco di Campli? “Naturalmente cercheremo di valorizzare l’iniziativa. Abbiamo già fatto una prova riuscita piuttosto bene”. Arrostire questi porci di antica razza e farne la porchetta, è una sfida gastronomica affascinante. A Campli abbiamo sperimentato un incrocio speciale tra le due razze, producendo già una buona porchetta. Ora saranno altri maestri porchettai camplesi a produrre porchette con il solo maiale nero che è stato il protagonista al Salone del gusto di Torino”. Emergono altri particolari suggestivi. “L’allevatore in questione è già un famoso produttore di alimenti biologici”. La sperimentazione che solo per ora non prevede la partecipazione dell’Università di Teramo, è già legata a un’altra grande iniziativa che coinvolgerà l’Accademia aprutina e un’associazione a carattere sociale con ragazzi diversamente abili, in particolare per l’allevamento di questo suino tipico italico. “È il maiale autoctono più antico che conosciamo” – conferma Farina. “Sappiamo che il maiale comune deriva dal cinghiale – ricorda Farina – ma qui siamo di fronte a una razza tipica nostrana, abruzzese, dunque italica, per una signora porchetta”. A Torino (ma anche a Campli) abbiamo per la prima volta in assoluto la bontà della porchetta italica camplese prodotta con il Re nero. “Oltre alla porchetta tipica che tutti conoscono, questa è già un’alternativa gastronomica camplese. Se piacerà, come abbiamo ragione di credere, allora potremo pensare di farla gareggiare direttamente con le altre porchette alla prossima edizione della Sagra della Porchetta Italica di Campli, la Quarantunesima”.

A Campli è festa ogni Domenica dell’anno, per la Fiera settimanale con annessa porchetta da gustare in piazza. Il 10 e l’11 settembre 2011 si festeggia l’Immacolata Concezione, Patrona della Città di Campli, nella Cattedrale di Santa Maria in Platea, come assicura don Antonio Mazzitti fin dal 1964, ossia dal primo anno in cui volle gestire personalmente la festa.

“Oh! che ddore di purchette belle, calle, sapurite…tra li cibbe chiù squisite la purchette è prifirite…”(Lamberto De Carolis, Inno alla porchetta).

Compie 40 anni la Sagra della Porchetta Italica di Campli (dal 18 al 21 agosto 2011) nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia e per la gradita occasione la Pro-Loco Città di Campli con il patrocinio del Comune di Campli e del Bim Vomano Tordino di Teramo, hanno allestito un evento gastronomico e culturale all’insegna della qualità, dell’innovazione e del buongusto.

La kermesse vive per una Sagra da sempre “tricolore” decisamente interessante nella promozione delle tipicità locali in Abruzzo e nelle regioni vicine. Per l’affermazione del made in Italy nel mondo.

“Scoprire il perché del primato sulla Porchetta di Campli – scrive lo storico Nicolino Farina nel suo nuovo libro “Porchetta Italica di Campli” – di come questo cibo prelibato sia vanto e l’orgoglio della ricca gastronomia dei camplesi, è stato un lungo viaggio nella storia e nelle civiltà dal Risorgimento al Rinascimento, dal Medioevo ai Romani, dagli Italici della necropoli di Campovalano dell’Età del ferro agli Italici del villaggio di Coccioli dell’Età del bronzo”.

Il nuovo Presidente della Pro-Loco, Francesco D’Isidoro, e il vice presidente Domenico Chiodi, insieme al Direttivo, hanno le idee chiare in proposito. A cominciare dalla promozione multimediale dell’evento: sei giovani avvenenti signorine abruzzesi hanno indossato la t-shirt ufficiale della 40° Sagra della Porchetta Italica di Campli, per comunicare a tutti la speranza in un futuro migliore, prospero per tutti, e la fiducia dei giovani camplesi nel loro territorio, nelle sue straordinarie ricchezze che sono il nostro vero “petrolio”. Grazie a quella cultura materiale (reale) capace di creare lavoro e sviluppo, di attrarre investimenti e milioni di turisti da tutto il mondo (in primis dall’Oriente), in grado di renderci tutti “ricchi” come accade nei paesi arabi con l’oro nero in grado di finanziare i principeschi grattacieli stratosferici che sfidano la gravità. In Abruzzo, le ricchezze non mancano. Le prerogative ci sono tutte per una 41esima edizione della Porchetta Italica di Campli nel segno del grande successo nel 2012.

Il divin porcello, i vini, i formaggi, la birra, i tartufi, il miele, l’olio d’oliva extravergine, la gassosa di Campli e le tante altre leccornie camplesi fanno da cornice, con le radici ben salde nella storia e nella tradizione popolare, alla più importante kermesse enogastronomica e culturale abruzzese. Alla quale sono invitati a partecipare i fratelli Aquilani ospiti delle nostre terre dopo il disastroso terremoto di L’Aquila del 6 aprile 2009 (Mw=6.3). Sponsor ufficiale: Globo. La Città di Campli è da sempre accogliente, vigorosa, forte e gentile come la gente d’Abruzzo.

Decisamente interessante è il nuovo libro di Nicolino Farina “Porchetta Italica di Campli”, un excursus storico-letterario sul porco, presentato in occasione del quarantennale, con un ricordo di Lamberto De Carolis autore dell’Inno alla porchetta in occasione della 7° Sagra camplese, domenica 30 agosto 1970. E il Dvd fotografico con commento musicale delle ultime cinque edizioni della Sagra (dal 2005 al 2010) immortalate dagli scatti di Nicolino Farina, per rendersi effettivamente conto delle potenzialità di un Evento culturale regionale di portata internazionale, allestito nella cornice medievale della capitale farnese. Che domenica 21 agosto ha ospitato l’Olimpiade della porchetta made in Campli per l’elezione del Miglior Porchettaio 2011, tra i dieci Maestri partecipanti selezionati ufficialmente: Mercurii Luciano (Colledara), Di Angelo Salvatore (Molviano di Campli), Pallotta Fulvio (Teramo), Bosica Renato (Teramo), Cappuccelli Maria (Campli), Fagioli Massimo (La Traversa di Campli), Bosica Daniele (Castellalto), Di Stefano Lucio (Colledara), Foco Andrea (Campli), Falasca Emidio (Teramo).

La Sagra ambisce alla porchetta “in cerca d’Autore”, per incoronare il Re della specialità. Alle ore 11:30 una delegazione di giornalisti ed esperti è stata accompagnata da guide dell’Ufficio turistico del Comune in uno speciale tour per conoscere i tesori di Campli: Centro storico, Santuario della Scala Santa, Chiesa Cattedrale di Santa Maria in Platea e Museo Archeologico Statale con i suoi preziosissimi reperti italici della necropoli (5mila tombe) di Campovalano. La Città di Campli offre soprattutto importanti eventi culturali: il Museo Nazionale Archeologico aperto fino alle ore 24 (sopra i 65 anni e sotto i 18 anni si entra gratis); presso il Palazzo Farnese è stata allestita la mostra d’arte di Pino Procopio, con le sue “Note dentro le mura”, tra mito e realtà (ingresso gratuito). Si poteva nel frattempo degustare la porchetta disponibile in dieci differenti siti sparsi nel Centro storico ed uno al bivio di Campli in località “la Traversa”. È stato inoltre possibile visitare la mostra di Jean Della Valle nel porticato della “Casa del Medico”. Il Santuario della Scala Santa, luogo di culto che molti fedeli ricercano per ritemprare lo spirito, è rimasto aperto durante la manifestazione. I parcheggi organizzati presso il palazzetto dello sport di Piane Nocella e il campo di calcio di Contrada Cappuccini, sono stati collegati al Centro Storico di Campli con quattro bus-navetta gratuiti (tre provenienti dalla fascia costiera). Un servizio di auto-navette per diversamente abili, era disponibile su richiesta telefonica. La Croce Rossa locale ha reso attivo da Campli il servizio di 118.

Alla Sagra sono state invitate le Autorità civili, militari e religiose locali. Quattro giorni all’insegna dell’alta qualità con vetrine e degustazioni di prodotti tipici abbinati ai vini locali.

“La grande tradizione camplese ha fatto scuola – fa notare il giornalista e scrittore Nicolino Farina – ancora oggi per tutto il Teramano la nostra porchetta si distingue da tutte le altre dal fatto di non usare tra gli aromi l’essenza di finocchio selvatico”. Dunque, una signora porchetta! Da gustare in tutta serenità. Entusiasta è il nuovo presidente della Pro-Loco Città di Campli, Francesco D’Isidoro. “Siamo lieti di poter ospitare l’Olimpiade dei maestri porchettai aprutini, apprezzati in tutto il mondo: la nostra kermesse estiva – rivela D’Isidoro – è sicuramente da annoverare tra le migliori celebrazioni delle tradizioni enogastronomiche italiane, come riconosciuto da tutti. Quest’anno abbiamo fatto sposare la Porchetta Italica di Campli con una birra artigianale locale prodotta nel nostro territorio”.

A Campli la Regina assoluta è sua maestà la Porchetta in un campionato sui generis che vede contendersi, tra i Maestri partecipanti, il prestigioso titolo di Miglior Porchettaio dell’anno. Si prevedono oltre 50mila presenze nella settimana del dopo Ferragosto, in una città che può vantare la presenza di un museo statale di arte sacra. “La porchetta camplese – rivela lo storico Nicolino Farina – è un cibo popolare e di festa, una vera opera d’arte del palato, un monumento del gusto per l’intera umanità: a Campli la porchetta ha origini antichissime e rappresenta una cultura culinaria che da secoli e secoli si tramanda ininterrottamente attraverso le generazioni”. Evento culturale ed eno-gastronomico unico ed originale che fin dal 1964 intende valorizzare e celebrare la Porchetta Italica, consacrata dal successo conseguito al Vinitaly ed al Salone del Gusto di Torino. “Gli Statuti di Campli – sottolinea Farina – hanno una caratteristica particolare: sono gli unici ad avere norme molto specifiche e dettagliate sulla porchetta. Normative assenti in tutti gli Statuti conosciuti nel teramano e in Abruzzo. Esiste qualche piccola eccezione (Silvi) che in ogni caso, nelle forme di regolamento sulla porchetta, non raggiunge il valore e la forma così particolareggiata come nei Codici di Campli”.

La “Cronaca teramana dei banditi”, scritta dal sacerdote camplese don Giuseppe Iezzi tra il 1661 e il 1683 – come leggiamo negli studi di Nicolino Farina – riporta con gran dovizia di particolari (compresa la data) la notizia di un furto subito al di là del fiume Vomano da un vasaio della rinomata scuola di Nocella e un macellaio di Campli. “E’ palesemente assurdo – spiega Farina – che il macellaio camplese si recasse oltre il Vomano a vendere la carne! Andava a vendere la Porchetta Italica e i due furono derubati dei loro incassi”. Una testimonianza indiscutibile.

“Il maiale di Campli – afferma Farina – era un animale allevato anche per essere cotto intero, e non solo per i prelibati prosciutti e insaccati, così cari alla tradizione contadina di tutto l’Abruzzo. La porchetta era un prodotto tutelato da qualsiasi contraffazione: per la sua realizzazione non si poteva usare altra carne. La qualità dei maiali, del loro allevamento e l’antica tradizione hanno creato il successo della porchetta camplese”. L’evento farnese rende omaggio al compianto professore Giammario Sgattoni (padre del logo ufficiale della manifestazione, registrato dalla Pro-Loco Città di Campli) ed ai nostri fratelli Aquilani. Campli ha quattro chiese danneggiate dal sisma del 6 aprile 2009 (san Francesco, la Misericordia colpita pure da un fulmine sul campanile, San Paolo e San Pietro in Campovalano) ma sia la Scala Santa sia la Chiesa Cattedrale, che hanno miracolosamente resistito al terremoto, sono aperte ai fedeli, come assicura don Antonio Mazzitti che fin dal 1964 volle gestire personalmente la festa dell’Immacolata Concezione nella Cattedrale di Santa Maria in Platea. Festa dedicata ogni anno, nel mese di settembre, alla Madre di Dio, Patrona della Città di Campli. Sicuramente da riscoprire e valorizzare, durante la Sagra della Porchetta Italica, è il Corteggio storico di Ortona che nelle scorse edizioni ha allietato cittadini e visitatori, in onore di Margherita d’Austria e del gemellaggio tra Campli e Ortona, già feudi dei Farnese e arcidiocesi unica per 218 anni. “Crediamo che Campli oltre ai suoi beni culturali – dichiara il presidente Francesco D’Isidoro – abbia saputo conservare anche una nobile tradizione gastronomica: la Porchetta italica”. Già Margherita d’Austria ne parlava negli Statuti della Città di Campli che celebrano i maestri porchettai. In buona compagnia di altri quattro Statuti comunali in Abruzzo, dai quali si evince che i Camplesi furono i primi a vendere la loro porchetta al di là dei propri confini. “La nostra storia recente – spiega lo storico Farina – rivela che la Sagra è nata quasi per caso: correva l’anno 1964 quando l’allora sindaco Ubaldo Scevola, il direttore dell’Ente per il turismo Arturo Favazza ed il giornalista Fernando Aurini, sulla base delle scoperte archeologiche di ossa di maiale nelle 600 tombe pre-romane della vicina necropoli di Campovalano, pensarono di realizzare la prima grande festa del prodotto più tipico della culinaria camplese: immediatamente per la porchetta di Campli si coniò l’appellativo di Italica”. Nei locali e negli stand allestiti nel Centro storico di Campli, nella quattro giorni di festa si possono degustare ed acquistare vini, formaggi, tartufi, miele, olio d’oliva e leccornie. Grazie alla Pro-Loco si mantiene viva una tradizione millenaria ancora oggi strettamente legata all’economia locale. Porchettai si diventa. E’ un’arte che i giovani camplesi devono riscoprire e valorizzare. Consolidato è il rapporto con l’Università di Teramo, grazie al professor Dino Mastrocola, preside della Facoltà di Agraria. Sulla scia della tradizione la Pro-Loco di Campli porta avanti un discorso di fruttuosa collaborazione.

A riprova dell’indiscutibile qualità delle porchette in concorso, un tempo prescelte dal Camerlengo di Campli prima della libera vendita, si è voluta preservare la tradizione. Oggi vengono giudicate da una Giuria popolare di degustatori vocati a valutare la qualità delle carni, la cottura e, particolare non secondario, la consistenza della crosta (“il segreto è nella sbollentatura” – rivela Nicolino Farina) che deve risultare fragrante e gustosa al palato. Una tradizione fissata negli Statuti medievali delle città abruzzesi di Penne, Silvi, Campli, Atri e Teramo, e nei Regolamenti municipali del 1877 che distingue i beccai-macellai dai porchettai. Tutte le porchette selezionate sono ottime ma per scegliere le tre eccellenti, nel rispetto dell’antica tradizione del Camerlengo, la sola autorità deputata a dare l’assenso alla vendita della porchetta solo dopo averla assaggiata assicurandosi della qualità del prodotto, sono stati chiamati giornalisti, autorità ed esperti di enogastronomia, tra cui una delegazione di porchettai. “La Giuria popolare – rivela Farina – vuole solo dare uno stimolo in più ai selezionati maestri porchettai partecipanti alla Sagra: un modo per far perpetuare al meglio la loro raffinata arte culinaria, tutto a vantaggio della qualità del prodotto e del palato del consumatore”. A Campli, insomma, si vive ogni anno un’emozione particolare perché iniziative come questa sono il petrolio della nostra terra, da tutelare e valorizzare in tutte le sedi: auspichiamo la certificazione europea Igp perché la Porchetta Italica è una delle risorse preziose che abbiamo, insieme al turismo, ai tesori d’arte e di scienza, per moltiplicare la nostra ricchezza e per superare la crisi economica mondiale. Come gli spiedini di pecora cotti alla brace. L’Amministrazione comunale di Campli intende tutelare la qualità della Porchetta italica nel mondo. La salvaguardia del nostro prodotto, oltre alla promozione internazionale per la certificazione di qualità Igp, è sicuramente uno degli obiettivi della Sagra che, fin dalla prima edizione, caso unico in Abruzzo, ha assegnato un Premio alla migliore porchetta tramite una Giuria di esperti presieduta dal dottor Nicola Biagio Natali, istituzione vivente della manifestazione. Insieme alla Pro-Loco Città di Campli bisogna difendere la qualità della Porchetta Italica: per noi abruzzesi è un dovere perché il prodotto è un passaporto di qualità per tutti gli italiani nel mondo che gustano il nostro panino farcito. La Sagra di Campli intende spingere i maestri porchettai della Provincia di Teramo (e non solo) a migliorare e perfezionare sempre più la loro arte culinaria, a vantaggio della qualità. La porchetta, tuttavia, è da gustare e servire sia con il tradizionale panino tondo (la rosetta) che veniva cotto nello stesso forno della prelibata pietanza sia sul piatto. Un primato storico assoluto. Fin dagli anni Cinquanta e Sessanta del Ventesimo Secolo, nel Centro storico di Campli, infatti, vi era l’uso di cuocere la porchetta, infilata in un palo di legno, nei forni a legna usati per il pane. “Tre erano i forni più importanti – ricorda Farina – quello di Meloni, Farina (Battaiule) e Alleva (Ciancianella); e tre erano i grandi maestri porchettai-macellai: Meloni Giggino, Meloni Salvatore, (eredi di un’antica famiglia di porchettai) e Armando Di Carlo (continuatori ed allievo dei famosi Ricci)”. Speriamo che prima o poi arrivi il riconoscimento ufficiale e la tracciabilità della Porchetta Italica di Campli che merita di sbarcare (in vendita diretta con il classico camioncino) nei mercati esteri, tra le “avenue” di metropoli come New York. Perché la Porchetta Italica di Campli unica ed inimitabile, con il grasso che cola via durante la cottura nel forno a legna, è molto più di un semplice porcellino arrostito. E’ un toccasana per le coronarie, assicurano gli esperti. Per capire i segreti del Divin Porcello celebrato da Boccaccio e gustato dalle popolazioni italiche fin dal XII Secolo A.C., a Ripoli di Colonnella fin dal 5.000 a.C. ed a Coccioli di Campli fin dal 3.400 a.C., ogni anno viene stilato un programma ricco di iniziative e suggestioni letterarie. “Il nostro gruppo Pro-Loco è sempre più compatto e forte che mai, naturalmente valorizziamo la cultura, per ribadire la nostra territorialità” – afferma Francesco D’Isidoro. “I porchettai camplesi – sottolinea Farina – sono tuttora dei capiscuola e la porchetta camplese si differenzia e si distingue da quella preparata in Umbria, nelle Marche, nel Lazio, in Toscana e in Sardegna per un diverso concetto di aromatizzazione”. La ricerca storica, letteraria, bibliografica, filologica ed archivistica di Nicolino Farina, invita il Lettore a intraprendere un viaggio nel tempo alle origini antiche dell’allevamento del maiale e dell’uso della porchetta nella tradizione camplese. “Tradizione che è nata – scrive Farina – grazie alle caratteristiche morfologiche del territorio, ricco di boschi, valli, montagne e colline, e mantenuta viva dal sapiente sapere dei maestri porchettai della città dei Farnese. Ricerca e intuizione che hanno fatto scoprire alcuni dei segreti della “Porchetta Italica” di Campli come il ghiaccio delle neviere di Battaglia che permetteva d’estate di refrigerare i locali dove le Porchette già “attaccate”(pronte per il forno) si lasciavano “riposare” per 24 ore, o la tecnica della lavatura del maiale (sbollentatura) con acqua bollente salata e aromatizzata con erbe selvatiche del circondario, o, ancora, l’assenza del finocchietto tra gli aromi”. I maestri porchettai camplesi ne hanno tramandato l’uso “…ma s’attacche li Camplise a la pagine di storie e te’ sempre lu primate di stu cibbe rinnumate”(Inno alla porchetta, di Lamberto De Carolis). “La porchetta – fa notare Nicolino Farina – è un cibo di strada d’irresistibile bontà ma gustare quella Italica a Campli, nelle piazze e nelle vie del suggestivo centro storico, diventa un’occasione d’Eccellenza”. Altri progetti sono poi in cantiere nella città farnese. “E’ in itinere la realizzazione di un parco archeologico” – rivela il Sindaco di Campli, Gabriele Giovannini. Insomma, se avesse una colonna sonora ufficiale da poter ascoltare tra le vie del borgo medievale, la Sagra della Porchetta Italica di Campli meriterebbe le splendide sonorità del kolossal cinematografico “Il Gladiatore” del regista Ridley Scott e dei compositori Hans Zimmer e Lisa Gerrard. La tenacia degli Abruzzesi non solo non si ferma ma si perfeziona nel tempo grazie ai giovani di Campli. “Mi piacciono i maiali – ricorda il primo ministro britannico Winston Churchill (1874-1965) – i cani ci guardano dal basso. I gatti ci guardano dall’alto. I maiali ci trattano da loro pari”.

Nicola Facciolini

 

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