Varcare le soglie scomode dei luoghi bui dove l’estinzione della colpa sembra non lasciare spazio alla speranza del perdono: per il primo anno il messaggio di Celestino viene trasmesso fisicamente nei luoghi dell’emarginazione e penetra oltre le sbarre del carcere.
La celebrazione della Perdonanza ha previsto quest’anno nel suo programma, tra gli eventi speciali, un incontro con i detenuti della Casa Circondariale “Le Costarelle” articolata in due momenti significativi: l’occasione per riflettere sul tema “Il Perdono tra Teologia e Antropologia in Celestino V e Giovanni Paolo II”, a cura di Don Carmelo Pagano, e il concerto proposto dall’Accademia delle Muse “Delirio Barocco: gara funambolica tra virtuosi”.
La simultanea presenza di Monsignor Giovanni D’Ercole e dell’onorevole Marco Pannella ha reso in verità l’incontro qualcosa di più che una scolastica lezione sulla centralità del tema del Perdono nei pontificati di due papi strettamente legati al territorio abruzzese: l’evento tenutosi ieri 26 agosto nel carcere di L’Aquila è stato un’occasione di riflessione e di confronto sul ruolo e la valutazione del sistema penale italiano nella missione di estinzione della pena e riabilitazione e rieducazione del detenuto.
Quasi paradossale la compresenza di uno degli anticlericali italiani più accaniti con le principali personalità ecclesiastiche del territorio aquilano ma il significato della Perdonanza, quello più profondo di manifestazione di rispetto e solidarietà nei confronti di chi intraprende il difficile percorso di redenzione, motiva il luogo d’incontro e la necessità di combattere insieme per una causa comune. Pannella riconosce in questo impegno la forza di questa celebrazione che, << al 100% liturgica e al 100% civile>>, vede sfilare nel Corteo della Bolla la massima autorità civile nella persona del Sindaco con la massima autorità ecclesiastica della città, nella persona del Vescovo. L’occasione dell’incontro previsto nel contesto carcerario è per Pannella <<un’iniziativa che dimostra che dall’Aquila e dall’Abruzzo vengono fuori anche nelle condizioni peggiori delle sorprese molto belle>>.
Rivoluzionario per Don Carmelo Pagano Le Rose il messaggio di Celestino che rivendica il perdono anche per coloro che per ristrettezze economiche o impossibilità fisiche non potevano intraprendere un pellegrinaggio verso i principali luoghi della fede, segno tangibile di un ravvedimento di propositi e della volontà di immettersi nuovamente lungo la strada del Signore. Celestino, riproponendo il percorso di Gesù, ritiene necessario ma sufficiente prendere consapevolezza del peccato e sopportarne il peso con il desiderio di rientrare in comunione con Dio.
<<Il Signore ama il cuore pentito>> questo il messaggio di Celestino, fortemente ribadito dal pontificato di Giovanni Paolo II che le autorità ecclesiastiche hanno comunicato ai detenuti; l’espiazione della pena è un momento necessario sia da un punto di vista teologico che antropologico per la riconciliazione, deve essere considerato come possibilità di maturazione di un perdono che verrà prima concesso a se stessi e poi riconosciuto dagli altri. <<Auguriamo al carcere di vivere questa festa come possibilità di liberazione interiore– ribadisce Don Carmelo Pagano Le Rose, aggiungendo infine anche un monito ai parlamentari presenti – E’ necessario saper tradurre in gesti coraggiosi il messaggio di misericordia.>>
E’ proprio sulla responsabilità dello Stato che si appunta l’intervento del leader dei radicali, che definisce il sistema penale italiano come <<una bestemmia alla Costituzione e al Diritto Internazionale>>, denunciando i luoghi di detenzione come <<nuclei di nuove Shoa>>. Senza eufemismi parla di <<pena e detenzione che vengono inflitte a nome della legge e dello Stato appartenenti all’ordine delle pene e delle detenzioni delle Brigate Rosse e della ‘Ndrangheta; condizioni che non hanno nulla a che vedere con la detenzione stabilita dalla società giuridica>>.
Non poteva che essere feroce l’intervento di Pannella, dal 1976 impegnato con i Radicali nella lotta all’amnistia, alla smilitarizzazione del corpo di custodia carceraria, all’aumento degli organici e delle retribuzioni degli agenti penitenziari. Parla di <<sistema di tortura>> riferendosi al sistema penale, dove <<dai direttori, alla polizia penitenziaria, ai responsabili del servizio sanitario sono tutti dei torturati>>. Si rivolge ai detenuti, presenti nelle ultime file del teatro della Casa Circondariale, chiamandoli “fratelli” e incoraggiandoli ad essere Speranza laddove Speranza è tolta.
A suggellare l’incontro, il potere salvifico, consolatorio, universale dell’Arte che ha permesso un momento di evasione spirituale per i detenuti: il concerto proposto dall’Accademia delle Muse ha visto gareggiare la superba voce del soprano Emma Petricola con i potenti squilli della tromba di Federico Cotturone. Il tema scelto “Delirio Barocco: Gara funambolica tra virtuosi” ha voluto essere manifestazione di come anche le passioni più violente e i momenti più dolenti possono essere sublimati tramite l’arte, in cui l’eccesso, la stravaganza diventa virtuosismo e in cui le feroci rabbie coesistono con solenni riconciliazioni.
Elisa Giandomenico
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