Così affollate le strette strade di Altino forse non ci sono state mai. In migliaia si sono riversati, gli scorsi venerdì 26 e sabato 27 tra le case, i gruppi musicali e gli stand “conciati” a festa per il terzo Festival del peperone dolce di Altino Oasi di Serranella, divertendosi a scegliere tra le tre portate dei menu delle sette contrade in gara.
Delle partecipanti è stata la Contrada Colli ad aggiudicarsi il diritto di esporre il trofeo, una grande “piletta” in legno (mortaio usato per polverizzare il peperone seccato) realizzato dall’artigiano Franco Pugliese, fino all’estate prossima. La contrada Colli è stata scelta, come anche due anni fa, nella prima edizione, per il miglior menu gastronomico, selezionato in base all’equilibrio delle portate, al grado di valorizzazione del peperone dolce, al suo rapporto con la tradizione e con l’innovazione e alla sua originalità. Il suo menu, in particolare, quest’anno raccontava addirittura la storia de Lu brigante, la pechere e lu laupe: Le capezze di lu brigante nen se stucche… (rintrocili con verdure dell’orto, peperone dolce di Altino e ricotta di pecora); “ma lu laupe se l’ammene pe le mustacce…” (castrato “alla chettore” con patate e peperoni dolci di Altino “alla frizzora”); “…e se freghe pure lu tesore di lu montanecole” (pasta siringata con zucchero e cannella e pizzelle con ricotta di capra e more selvatiche). Il castrato “alla chettore”, in particolare, ha vinto anche il premio ricetta d’autore “Annamaria De Laurentis“. La contrada Selva, infine, ha vinto la categoria folklore, giudicata anche lei da una giuria di esperti del settore.
«Un successo che cresce di anno in anno – commentano il presidente dell’associazione del peperone dolce di Altino Giovanni Rosato, gli organizzatori Mario D’Onofrio e Donatello D’Alonzo e il sindaco di Altino Camillo Di Giuseppe – Ora il nostro prossimo obiettivo è ottenere l’approvazione del disciplinare di produzione».
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