Pensioni d’anzianita’: naia e Universita’ non contano piu’

Quello sui banchi dell’università è “tempo sprecato”? Ai fini pensionistici almeno in parte da oggi lo è: con un colpo di coda la temuta manovra di fine estate va infatti ad abbattersi proprio sulle pensioni e lo fa scorporando gli anni di università o di servizio militare da quelli utili ai fini del conteggio di […]

Quello sui banchi dell’università è “tempo sprecato”? Ai fini pensionistici almeno in parte da oggi lo è: con un colpo di coda la temuta manovra di fine estate va infatti ad abbattersi proprio sulle pensioni e lo fa scorporando gli anni di università o di servizio militare da quelli utili ai fini del conteggio di anzianità. Che cosa significa? Per andare in pensione anticipata (prima dell’età prevista) serviranno 40 anni di contributi “effettivi”, escludendo dunque quelli relativi al corso di laurea (eventualmente riscattati) o alla naia.
Per chi ha riscattato gli anni di laurea e quello del servizio militare non basteranno più i 40 di contributi, indipendentemente dall´età anagrafica, per lasciare il lavoro. Quegli anni conteranno sì ai fini del calcolo dell´importo dell´assegno pensionistico, ma non per l´accesso alla quiescenza. Nei fatti – quello deciso ieri dal governo – è un aumento dell´età pensionabile da un anno a quattro e oltre a seconda del corso di laurea. Va aggiunto, inoltre, che già oggi chi matura i requisiti per andare in pensione raggiungendo i 40 di versamenti deve aspettare 15 mesi (sono 12 per gli altri) perché si apra la relativa “finestra” per abbandonare il lavoro. Il provvedimento non si applica a chi ha svolto un´attività usurante.
Non si tratta, ovviamente, di una riforma del sistema pensionistico – conclude il presidente dell’Adico, Carlo Garofolini – ma di un provvedimento deciso per finanziare l’abolizione del contributo di solidarietà.

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