Oggi a Palermo, si celebra il 29 esimo anniversario della strage di mafia con cui vennero uccisi il generale Carlo Alberto della Chiesa, la moglie, Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Dopo tanti anni ancora il ricordo scuote perché rappresenta il barbaro omicidio di una persona straordinaria, e il violento e vile attacco alle Istituzioni democratiche.
“Il Generale Dalla Chiesa fu ucciso perché aveva compreso quanto fossero forti e potenti le infiltrazioni mafiose nell’economia e soprattutto quanto lo fossero i legami fra mafia e politica”. Lo sostiene Luciano Silvestri, responsabile Legalità e sicurezza della Cgil nazionale. Carlo Alberto Dalla Chiesa era stato nominato Prefetto di Palermo da soli tre mesi, immediatamente dopo l’uccisione, da parte della Mafia, dell’allora parlamentare del Pci , Pio La Torre. “Sono molti i lati oscuri di quella vicenda sui quali ancora oggi non si è riusciti a trovare la verità – dice Silvestri – primo fra tutti il fatto che oltre agli esecutori e ai Capi mafia che ordinarono la strage, non sono stati individuati i mandanti politici nonostante che tutte le sentenze indichino come accertato questo collegamento. Depistaggi, falsificazioni, connivenze e reticenze hanno impedito alla magistratura di fare piena luce”.
Manuel Romano
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