Risarcimento senza giustizia e con molta confusione

Ieri, il tribunale civile di Palermo ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a un maxi risarcimento di oltre 100 mln di euro ai familiari delle vittime della strage di Ustica del 1980,  in cui morirono 81 persone. Secondo i giudici i ministeri sono responsabili di non aver garantito la sicurezza del volo […]

Ieri, il tribunale civile di Palermo ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a un maxi risarcimento di oltre 100 mln di euro ai familiari delle vittime della strage di Ustica del 1980,  in cui morirono 81 persone. Secondo i giudici i ministeri sono responsabili di non aver garantito la sicurezza del volo Itavia precipitato sui cieli di Ustica per cause non ancora chiarite. Le principali ipotesi sulle quali gli inquirenti hanno indagato sono: il DC-9 sarebbe stato abbattuto da un missile; vi sarebbe stata una collisione (o una semicollisione) con un altro velivolo; sarebbe avvenuto un cedimento strutturale; sarebbe esplosa una bomba a bordo; il DC-9 sarebbe precipitato dopo essere entrato in collisione (o in semicollisione) con il Mig libico precipitato sulla Sila e ritrovato 20 giorni dopo. l giorno dopo il disastro, alle 12:10, una telefonata al “Corriere della Sera” annunciò a nome dei Nuclei Armati Rivoluzionari, un gruppo terrorista neofascista, che l’aereo era stato fatto esplodere con una bomba da loro posta nella toilette, da uno dei passeggeri: tal Marco Affatigato (imbarcato sotto falso nome), membro dei NAR che – invece – era in quei mesi al servizio dell’intelligence francese e che, nel settembre dello stesso anno, rientrato in Italia, venne rinchiuso nel carcere di Ferrara. Affatigato, però, sconfessò rapidamente la telefonata: per rassicurare la madre chiese alle Digos di Palermo e di Lucca di smentire la notizia della sua presenza a bordo dell’aereo precipitato. Circa un mese dopo ci fu la strage di Bologna. In entrambi i casi, Bologna era la città in cui avevano colpito i NAR e per tutti e due i casi Giuseppe Valerio Fioravanti e Francesca Mambro, ai vertici del gruppo terrorista, smentirono un coinvolgimento dell’organizzazione negli eventi, come la smentì il colonnello Amos Spiazzi dopo aver conosciuto in carcere Marco Affatigato. Vi fu quindi chi ipotizza un depistaggio nel depistaggio, ovvero che la strage di Bologna sia servita ad avvalorare la tesi della bomba dei NAR collocata all’interno dell’aereo. La tesi della bomba avrebbe diviso anche i periti incaricati dal giudice Vittorio Bucarelli di analizzare i resti ripescati dal fondale marino: un primo momento li vide concordi all’unisono circa il missile; successivamente, due dei cinque tecnici avrebbero cambiato versione propendendo per la bomba. Allo stato attuale e dopo la sentenza di ieri, le cui motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni, gli avvocati delle vittime hanno auspicato che, in particolare che con la caduta del regime di Gheddafi “l’Italia sia informata del contenuto degli archivi dei servizi segreti libici nei quali si ha ragione di ritenere che siano contenuti ulteriori documentazioni rilevanti sul fatto”. Nel 1980 i rapporti della Libia con i paesi occidentali erano particolarmente tesi. Alla tradizionale ostilità con gli Usa si aggiungeva infatti lo scontro militare diretto con la Francia, impegnata nella guerra del Ciad con proprie truppe e cacciabombardieri. Anche con l’Italia, tradizionalmente “amica” dei libici, i rapporti erano assai vicini allo scontro militare, come testimonia l’incidente della Secca di Medina… L’incidente comportò un notevolissimo deterioramento dei rapporti con l’Italia ma portò anche alla rottura del patto militare con Malta, la quale si rivolse all’Italia dando in tal modo uno smacco durissimo a Gheddafi. Il leader libico puntava infatti a diventare il punto di riferimento per i paesi arabi e non solo, che si affacciano sul Mediterraneo. La mattina del 2 agosto 1980 a La Valletta veniva firmato il nuovo accordo che impegnava l’Italia ad intervenire militarmente in difesa di Malta, mentre nelle stesse ore alla stazione di Bologna esplodeva la bomba che causò la morte di ottantacinque persone. Nei primi giorni dell’agosto di quell’anno (il 6 per la precisione, secondo una informativa del Sismi) avvenne in Libia un tentativo di estromettere Gheddafi dal potere. Il 21 agosto Moammad Yussef Lanagarief, ex ambasciatore libico in India, nel corso di una conferenza stampa parlò della rivolta militare avvenuta i primi giorni dell’agosto a Tabruk. L’ex ambasciatore affermò tra l’altro che la rivolta era stata guidata da ufficiali un tempo noti per la loro lealtà a Gheddafi tra cui Idris Shaibi, comandante della IX brigata e capo operativo dei servizi di informazione libici. L’11 agosto, con l’accusa di corruzione e attività contro la sicurezza dello stato, venne arrestato un imprenditore italiano accusato di fare parte di un servizio segreto. Secondo una informativa del Sismi del 16 novembre 1988, gli italiani arrestati erano Orlando Peruzzo, Edoardo Selliciato ed Enzo Castelli, mentre Aldo Del Re risultava ricercato. Il Peruzzo venne scarcerato il 7 dicembre 1980, mentre Selliciato, Castelli e Del Re vennero condannati all’ergastolo. Secondo una prassi consolidata nei rapporti tra servizi segreti, il 6 ottobre 1986 Castelli e Selliciato vennero scarcerati e scambiati con tre detenuti libici in Italia. Ciò lascia intendere che essi furono veramente implicati nel tentativo di golpe, che ebbe come retroterra organizzativo l’Egitto e coinvolse i servizi segreti Usa, francesi ed italiani . Della strage del Dc9 dell’Itavia partito da Bologna, si occupa da tempo il sottosegretario Giovanardi ed è stato  incaricato dal governo Berlusconi di occuparsi della strage di Ustica. Nel luglio scorso ha dichiarato che  “in quell’estate(quella cioè del 1980, quando avvenne la tragedia del Dc9 Itavia nei cieli di Ustica, ndr), “due aerei sono stati abbattuti da bombe libiche”, “in Sudan e a Lockerbie”, commettendo un gravissimo errore scovato e denunciato da “il Fatto Quotidiano”. La strage di Lockerbie, in Scozia – in cui il volo Pan Am fu abbattuto da una bomba libica a bordo, uccidendo 270 persone – risale al 21 dicembre 1988, otto anni dopo Ustica. E non era estate. Inoltre, per la strage sui cieli scozzesi la responsabilità del regime di Gheddafi è stata storicamente accertata, Ustica è ancora alla ricerca di un colpevole. Speriamo che dopo la sentenza e col nuovo corso in Libia, il governo incarichi di far luce a qualcuno con più senso almeno delle date.

 

 

Carlo Di Stanislao

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