Sono settimane che seguo con interesse il dibattito che si sta svolgendo sulla costituzione del Parco della costa teatina. Una discussione che sta coinvolgendo la politica regionale e nazionale, molti esponenti della politica locale, e a cui anche la stampa si sta appassionando.
Ben venga la costituzione di un parco, che a mio giudizio, non può che rappresentare un’opportunità di sviluppo economico per tutti i comuni che vi vorranno aderire. D’altronde la legge regionale sulla costituzione di Punta d’Erce che feci nel 1998, insieme ad altri consiglieri regionali, era il primo passo in questa direzione.
Tuttavia mentre i riflettori oggi sono tutti puntati sulla costa e ci si dilunga in una sterile discussione su vincoli e limiti, i parchi delle zone interne, quelli che hanno consentito alla nostra regione di essere chiamata a pieno titolo la regione verde dei parchi, sono lasciati in un cono d’ombra.
Il Parco Nazionale della Maiella e il Parco Regionale Sirente Velino sono vergognosamente commissariati da tempo. Mentre il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga ha un presidente, ma non un consiglio direttivo.
E questa disordinata e disorganica situazione, che di fatto paralizza qualsiasi politica di sviluppo, qualsiasi azione di marketing territoriale, sembra non preoccupi nessuno. Il governo nazionale e quello regionale non solo ostacolano con scarsa lungimiranza la formazione di un nuovo parco, ma con la medesima miopia, sostengono la politica dello status quo.
Il commissariamento degli enti rappresenta la paralisi di qualsiasi politica virtuosa di sviluppo. Si mortifica in questo modo il potere decisionale delle comunità locali, che non hanno più voce in capitolo, azzittite e imbrigliate dai lacci di una gestione commissariale che non va oltre l’ordinaria amministrazione.
La regione dei parchi si è trasformata ormai nella regione dei commissari. Qui tutto è commissariato: il capoluogo, il cratere, la sanità, l’Ater… La politica ambientale non fa eccezione.
Sono anni che non vediamo proporre, a livello regionale o nazionale, progetti o idee che riguardino lo sviluppo delle aree interne e la valorizzazione di politiche attive per la montagna. Sono anni che l’Abruzzo interno e dei parchi montani reclamano risorse certe per lo sviluppo ecocompatibile e una politica ambientale credibile.
Per chi come me è stato assessore regionale ai Parchi e con passione ed entusiasmo si è dedicata alla valorizzazione di alcuni progetti, come APE (Appennino Parchi d’Europa), che ha dato dei risultati brillanti in altre regione appenniniche, è sconcertata nel veder seppellito un progetto ambizioso che si proponeva di rilanciare le zone interne, anche per riequilibrare il gap economico con le costa.
Poiché dal governo nazionale e regionale non mi aspetto molto, se non un vergognoso annichilimento dello sviluppo montano, faccio appello al centrosinistra nazionale e locale, perché sulla questione dei parchi sappiano sollevare un grido d’allarme, restituendo alle zone montane l’interesse che meritano. Sarebbe opportuno che il silenzio di questi anni e le polemiche recenti si trasformassero in un dibattito concreto, anche con la convocazione di un Consiglio regionale straordinario su tutte le politiche di valorizzazione delle bellezze naturali che l’intera regione ha da offrire.
Stefania Pezzopane
Assessore Comune dell’Aquilar
Lascia un commento