Quando ero una bambina e vivevo ancora in un paesino, ebbi una discussione con il mio amico Edgardo. Avevamo un legame fortissimo, di quelli che nascono dal “crescere insieme”. Una fratellanza nata non solo come compagni di classe a scuola, ma anche dallo stare vicini, passando pomeriggi interi in viaggio per le strade della vita tra il karting e la bicicletta.
Durante una tranquilla notte d’estate, mentre guardavamo il cielo e ci sentivamo esperti della materia, gli dissi che le stelle brillavano perché erano “le candele degli angeli”. Edgardo non solo mi rise in faccia, ma dimostrandomi il suo alto livello di raziocinio sull’argomento, cominciò a spiegarmi la verità delle cose dicendo: “no no …non è così…”Le stelle sono i buchi da dove piove”; poi passa per lì, l’acqua che viene dall’alto, dal cielo, e poi bagna le piante per far crescere il grano …capisci?
Quella sera ci lasciammo prima del solito e ognuno tornò a casa sua … Ci eravamo letteralmente afferrati a verità diverse. Per prima volta ci trovavamo di fronte ad una rottura delle nostre relazioni diplomatiche, perché io e lui – immersi in un sepolcrale silenzio – volevamo difendere “la nostra verità individuale”. Quel fatto rappresentò il nostro primo disaccordo e dissenso forte…Ora, ricordo questo con grande tenerezza; ma dopo un’analisi più a fondo, credo si tratti di un vero modello di ciò che ci succede quando ci chiudiamo davanti agli altri, pensando di essere padroni della verità.
Quante volte la nostra verità è così assoluta che non ammette revisioni? Quante volte abbiamo discusso (con qualcuno che emotivamente c’interessa molto!) solo perché noi non tolleravamo il suo punto di vista diverso? Quante volte nessuno dei due aveva ragione, ma non siamo riusciti a “relativizzare” la nostra posizione?
Vedete? Un dolce ricordo d’infanzia è riapparso sotto forma di disaccordo coniugale e mi ha segnalato una zona di allarme … Noi donne elaboriamo spesso approfondimenti romantici e idilliaci. E dal centro della nostra sensibilità (quasi-ormonale) crediamo che si tratti dell’unica spiegazione possibile. Gli uomini d’altro canto elaborano processi mentali e ci rispondono dal punto di vista della razionalizzazione estrema, annullando altre possibilità solo perché non hanno il supporto del fatto, credendo che la supremazia della ragione sia l’unica strada. Non so quale sia la verità, so solo che nessuno possiede la certezza assoluta e tanto meno ha il diritto d’imporla.
Propongo (e mi propongono anche) di lavorare per creare buoni collegamenti, di diventare autori di “rapporti con le stelle“, di occuparsi e concordare con i nostri affetti, di godere e celebrare insieme la vita. Dalla nostra orgogliosa rigidezza cerchiamo solo di sostenere e convalidare la nostra verità, verità cieca e assoluta che squalifica, vanità dell’ego che ci rende sordi. Dalla superbia dell’ego non ascoltiamo e quando ce ne renderemo conto, sarà probabilmente troppo tardi e ci saremo già persi fra le stelle!
Alejandra Daguerre
psicóloga e psicoterapeuta, Buenos Aires
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