Lo Stato del New Hampshire negli Usa commemora con una coraggiosa targa ufficiale (Franconia Notch) il 50mo anniversario del primo rapimento alieno di Betty e Barney Hill (19-20 settembre 1961). Una coppia americana interraziale impegnata nella vita civile al tempo della presidenza di J. F. Kennedy. Grande evento a Indian Head (Lincoln, NH) il 23-24-25 settembre 2011 come annuncia l’Associated Press. È il primo di una lunga serie di week-end annuali dedicati alla memoria di un evento straordinario per l’umanità, forse più famoso dell’incidente di Roswell e dell’Area 51. Come confermano i tracciati radar di quella notte. Insieme a Kathleen Marden, nipote di Betty, coautrice del libro “Captured! L’esperienza Betty e Barney Hill con gli UFO”(Career Press) e del nuovo dvd “In Their Own Words”, e a Stanton T. Friedman, scienziato americano e canadese impegnato per 14 anni nei progetti più segreti del mondo, i media del mondo possono finalmente capire la realtà di un fenomeno sociale, culturale e naturale senza più veli, spiegato in un tour davvero suggestivo. Nel libro “Captured!” Stanton Friedman e Kathleen Marden propongono un’analisi meticolosa interdisciplinare dell’esperienza vissuta dai coniugi Betty e Barney Hill nella notte tra il 19 e il 20 settembre 1961. La vera storia del primo rapimento alieno documentato sulla Terra. Una vicenda che, secondo gli Autori, è destinata a sconvolgere per sempre la nostra visione dell’Universo in cui, da terrestri, giochiamo un ruolo davvero marginale. Il Principio antropico forte, l’atto di umiltà intellettuale coniato dall’astrofisico Stephen Hawking nel suo libro “Il grande disegno” dove esplora la Teoria “M” e i 10 alla 500esima potenza di universi possibili e immaginabili, sembra confermato. “Captured!” raccoglie per la prima volta in assoluto le testimonianze dirette dei protagonisti, con dettagli mai rivelati prima d’ora, grazie al contributo della dott.ssa Kathleen Marden, nipote di Betty Hill. Il dott. Friedman spiega scientificamente le varie sequenze della vicenda ed azzera le argomentazioni di chi vuole negare l’evidenza dei fatti. Qui il senso del ridicolo ricade su quanti negano la realtà oggettiva del rapimento alieno degli Hill: per quanto sconvolgente e incredibile possa sembrare, la razzia aliena che la coppia subì passivamente non è un caso isolato, unico e irripetibile. Quindi il metodo scientifico galileiano può essere tranquillamente applicato a tutti gli altri incidenti documentati nel mondo. Il coraggio, l’onestà intellettuale, l’integrità morale e psicologica degli Hill, ha permesso a scienziati come Friedman e Marden di sviscerare il fenomeno fin nei minimi particolari per divulgarlo liberamente al grande pubblico. “Questa non è fantascienza” – fa notare Stanton Friedman. Decine di migliaia di casi simili sono stati registrati, declassificati e rivelati, consentendo l’adozione di specifici protocolli terapeutici per aiutare le vittime a superare l’insolito trauma. Tuttavia, di eroi bisogna parlare: analizzando le prove e i riscontri forniti dai coniugi Hill, non si capisce altrimenti l’incredibile e scioccante livello di dettaglio fornito agli psichiatri. Nessuna allucinazione, secondo Friedman e gli specialisti che analizzarono gli Hill, può documentare l’evidenza dei fatti subiti. Il doppio rapimento alieno degli Hill è diventato così il caso psichiatrico del XX Secolo negli Usa. Friedman e Marden hanno raccolto le prove prima di giungere alle loro conclusioni. Si deve e si può essere scettici quanto si vuole. Così lavora la scienza. Ma le prove raccolte sugli Hill in un processo sarebbero più che sufficienti per travolgere tutte le tesi avverse. Se Friedman e Marden hanno ragione, siamo di fronte a uno scenario di invasione aliena mitigata. Eliminato l’irrilevante dalle tesi più ardite finora prodotte da pseudo-ufologi ed agenti del discredito per spiegare e/o negare il fenomeno ET sulla Terra, ciò che rimane, nonostante appaia impossibile, è altamente probabile. E’ la parola di uno scienziato, Stanton Friedman, che ha smascherato finti fisici nucleari addetti alla retro-ingegneria aliena, finti ufologi, finti testimoni e veri disinformatori in servizio permanente effettivo. In forza di documenti segreti, storici e processuali alla mano, Friendman conosce molto bene i buontemponi dell’ufologia mondiale. Non è stato facile svelare la verità sul rapimento alieno degli Hill. Così ha lavorato per anni di cesello per rimuovere le molte incrostazioni, mistificazioni e depistaggi messi in campo da chi gettava discredito su ricercatori e scienziati umili e onesti. Le giuste credenziali di equilibrio, affidabilità, preparazione e professionalità di Stanton Friedman hanno sortito l’effetto sperato. E’ davvero sorprendente che gli extraterrestri degli Hill non conoscano la chiusura lampo dell’abito di Betty e la dentiera mobile di Barney. Forse non possono in quanto bypassano il problema e la soluzione. Non tutte le civiltà hanno le stesse esigenze pratiche naturali e culturali. Quella praticata su Betty era davvero un’amniocentesi ante-litteram? Le tracce sui vestiti e sull’auto degli Hill come si spiegano realmente? Stanton Friedman rivoluziona la nostra comune percezione della scena del delitto del primo rapimento alieno ufficiale: un evento (the Event) diverso da qualsiasi patologia psichiatrica e leggenda agreste che dir si voglia. Per capire ciò che hanno subito gli Hill senza chiedere o dare l’appuntamento e il permesso agli ET, bisogna capire il contesto storico vissuto dagli Americani negli Stati Uniti continentali negli anni ’50 e ’60 del XX Secolo. In piena guerra fredda i contattisti come George Adamski, sostenevano di conoscere personalmente Esseri intelligenti extraterrestri buoni; raccontavano le loro esperienze vissute a bordo di fantastiche navicelle spaziali, di aver sperimentato conversazioni amichevoli con Esseri incaricati di proteggere il nostro pianeta Terra dal male (di altri esseri?) e dall’uso indiscriminato (bellico) delle armi nucleari. Questi contattisti ambientalisti e pacifisti per denuclearizzare il nostro mondo raccontavano storie incredibili che attrassero come miele migliaia di persone e di lettori, con un volume d’affari notevole. Friedman ne ha smascherati a decine in tutto il mondo. Se i contattisti si divertivano con i loro biondi fratelli cosmici, la storia traumatica di Betty e Barney Hill, ma anche quella di altri sventurati che recentemente hanno ispirato registi e produttori cinematografici in pellicole angoscianti, dimostra l’esatto contrario. La scenografia terrestre nella quale s’innesta il rapimento contestuale degli Hill, non sembra assolutamente tecnologica. Gli Hill non chiesero di essere rapiti ma subirono il delitto spaziale. Lo raccontarono ai loro familiari, agli amici, agli investigatori dell’Us Air Force, senza romanzare e speculare sui fatti. Anzi, chiesero espressamente che quegli eventi non fossero divulgati durante la loro vita. Fu un articolo pubblicato da un reporter sul Boston Traveler (come rivela la targa dello Stato del New Hampshire) ad aprire il caso mediatico. Contro la riluttanza degli Hill ad annunciare al mondo le violenze subite dagli alieni, si scatenarono molti ufologi. La storia andò di traverso agli stessi contattisti che vedevano tramontare per sempre i loro sogni di gloria interstellare. Le ambasciate ET sulla Terra andavano ridisegnate. I tempi erano davvero cambiati. E con la pubblicazione del libro Missing Time (1981) di Budd Hopkins, il cambiamento nella percezione di certi extraterrestri fu davvero epocale e radicale. Era nata una nuova forma di contattismo o c’era del vero nell’esperienza di migliaia di persone che confessano ogni anno di essere state rapite da esseri di altri mondi? Se i contattisti se la spassavano con efebici alieni, i rapiti umani sono di ben altro avviso. Alcune persone confessano di aver subito l’atto violento, lo condannano ma sembrano accettare l’evento, ossia rifiutano di dimenticarlo o di ricamarci sopra storie campate in aria; altre persone dichiarano di essere state fortunate e considerano un onore l’essere state scelte dagli ET. Chiaramente si rischia il ridicolo nell’accettare irrazionalmente come vere storie del genere. E, da scettico che si lascia aperte tutte le porte, Friedman non le accetta in mondo acritico. Le spiegazioni scientifiche alternative sono sovrabbondanti, tuttavia il libro “Captured!” di Stanton Friedman e Kathleen Marden, a differenza di molte altre opere di rispettabilissimi autori, contiene il germe della verità scientifica che non ha timore di indagare il fenomeno alieno molto più in profondità in una complessa vicenda che è sicuramente avulsa da qualsiasi schema favolistico per bambini. L’Agenzia Spaziale della Terra chiaramente non esiste ancora perché non esiste una Federazione Unita di Nazioni. A chi dovrebbero rivolgersi gli Alieni? Al Segretario delle Nazioni Unite? Friedman non ha mai creduto agli uomini con le orecchie a punta! E, strano a dirsi, la fantascienza finora non ha aiutato la ricerca della verità. Ma c’è un limite anche allo scetticismo di chi non vuol vedere per timore di essere smentito dai fatti. La barriera alzata da Friedman contro tale irrazionalità, è poderosa. La dinamica dei fatti accaduti agli Hill sembra incontrovertibile. Barney affermò di aver visto (prima del rapimento) dentro la luce delle “persone”. Anche applicando al contrario ciò che era accaduto, la scienza psichiatrica funziona. Barney disse che gli alieni sembravano osservarlo con la stessa curiosità. Barney usò un binocolo e tutti sanno che sfocando l’immagine di una stella o di un pianeta, non appaiono persone dentro. Le descrizioni più dettagliate degli eventi subiti durante il duplice rapimento fisico degli Hill, furono ottenute grazie all’ipnosi condotta dal dr. Benjamin Simon. Furono ipotizzate altre spiegazioni logiche. Incubi notturni di Betty vocalizzati durante il sogno, uditi da Barney e tradotti come eventi reali? Prima dell’ipnosi l’evento del rapimento era già stato testimoniato dai coniugi Hill decine di volte nei giorni, nelle settimane e nei mesi successivi. Vi fu la contro-prova. Si tentò con l’ipnosi di indurre loro a credere che si fosse trattato solo di un sogno. Ma gli Hill si rifiutarono di accettare una tale spiegazione. La stessa tecnica fu usata per creare favole di sana pianta, per ascoltare sotto ipnosi ciò che si voleva udire. Niente da fare. Gli Hill, testimoni diretti di tali eventi, come acclarato dal dr. Simon, erano perfettamente credibili e molto difficilmente suggestionabili contrariamente a quanto finora sostenuto dalla vulgata pseudo-scientifica. Certamente le contraddizioni nelle due versioni della storia fornite dagli Hill, non mancano: ad esempio, il leader spaziale alieno pare abbia detto a Betty che probabilmente non avrebbe ricordato molto; a Barney che non avrebbe ricordato nulla. Perché? Gli spaziali non erano forse a conoscenza delle potenzialità del cervello umano? Un punto a nostro favore, se fosse vero. Se non siamo prevedibili sarà più facile approntare le nostre difese! Poi c’è la vicenda della mappa stellare che identificherebbe chiaramente la base aliena (non necessariamente il loro mondo di origine) nella costellazione australe del Reticolo (the Net, in inglese). Precisamente nel sistema solare doppio ζ1-ζ2 (Zeta1-Zeta2) Reticuli (www.daviddarling.info/encyclopedia/Z/Zeta_Reticuli.html) distante circa 39.2 anni-luce. Raggiungibile secondo Friedman e le equazioni della Relatività di Einstein “in 20 mesi al 99.9% della velocità della luce, in appena 6 mesi al 99.99% (1G) e non in 78 anni” come continuano a scrivere i giornali. Poi c’è l’analisi chimica, nel libro “Captured!” riportata in gran dettaglio, dell’abito indossato da Betty durante il rapimento, che non può essere facilmente spiegato come un fenomeno normale e ordinario nell’esperienza umana. E c’è l’evidenza fisica delle macchie scintillanti sul bagagliaio dell’automobile degli Hill e della bussola impazzita. Effetti elettromagnetici ordinari, l’effetto di un raggio-trattore o cos’altro? Il fisico Friedman ce lo spiega. Se anche tutte le altre storie di ET, Ufo, navi, dischi, ruote fiammeggianti e sigari spaziali volanti, fossero false, la vicenda sconvolgente degli Hill dimostra – e Friedman ne è il più convinto assertore – che di fronte ad eventi così straordinari e raccapriccianti, grazie alla logica che illumina l’osservazione nella ricerca scientifica, servono risorse altrettanto straordinarie (cervelli, danaro, tempo, istituzioni scientifiche, governi) per svelare al mondo intero ciò che è un nostro inalienabile e sacrosanto diritto: la verità dei fatti. Ossia, secondo Friedman, della realtà fisica degli Extraterrestri sulla Terra. Per la nostra stessa sopravvivenza come razza umana, come mondo, come cultura, come civiltà. L’invito è quanto mai esplicito. Secondo Friedman non possiamo spiegare tutto quello che accade sulla Terra e nell’Universo con la mistificazione, la delegittimazione nel ridicolo e l’irresponsabilità. E con la minaccia di carriere scientifiche, filosofiche e teologiche bruciate sul nascere solo perché si sta cercando di fare luce su un fenomeno del tutto naturale, benché “meta-fisico”. Prepariamoci, dunque, a grandi sorprese. Perché gli Hill quella notte volevano solo tornare a casa, a Portsmouth, da una vacanza in Canada. Il giorno seguente chiamarono i militari della Pease Air Force Base. Raccontarono la verità in un rapporto ufficiale. Nel 1964, sotto ipnosi, ricordarono di essere stati rapiti ed esaminati da esseri non umani. Realizzarono anche una scultura dell’umanoide in questione. Betty rilasciò un’intervista all’Associated Press nel 1986, raccontando la sua storia, dalla quale lo scrittore e produttore di Hollywood, Bryce Zabel, sviluppò la serie televisiva “Dark Skies”, pianificando anche un film dedicato all’esperienza degli Hill. Nel luglio 2011 lo Stato del New Hampshire (Usa) ha eretto una targa ufficiale intitolata:“Betty and Barney Hill Incident”, proprio nel luogo più vicino a Lincoln, presso l’Indian Head Resort sulla Route 3, facilmente raggiungibile grazie a Google Maps, uno degli ultimi posti che la coppia ricordò di aver visto quella notte. Il Resort Indian Head ospita la conferenza internazionale del 23-25 settembre 2011. “Quanti altri Stati americani hanno il coraggio di una tale iniziativa?” – si domanda Stanton Friedman. “Neanche il Nuovo Messico – afferma il fisico nucleare – ha dedicato una targa all’incidente di Roswell”, il presunto UFO crash del luglio 1947 che i militari smentirono clamorosamente dichiarandolo un pallone meteo top-secret. “Ho analizzato con la massima obiettività il caso degli Hill – spiega Friedman – fin dagli Anni Sessanta. Quando li incontrai per la prima volta rimasi letteralmente sconvolto”. L’Indian Head Resort dedica agli Hill una propria targa in bronzo che verrà inaugurata questa settimana. Non manca la sezione dedicata ai “ricordini” alieni, in particolare all’UFO Crossing. Stew Weldon, manager del Resort, non nasconde il grande desiderio di potenziare l’evento a livello internazionale nella speranza di diventare una delle mete preferite degli appassionati. L’Irving Notch Express gas station sulla Route 3 dedica agli Hill non solo un murale con un alieno e un disco volante, ma anche un piccolo museo dove è possibile acquistare gadgets extraterrestri per immortalare la “First Rest Room Museum Dedicated to Alien Abduction”. L’impianto sorge proprio sul sito dove 50 anni fa fioriva un frutteto in cui Barney raccontò di aver visto l’Ufo scendere di quota a meno di 200 metri da lui e da sua moglie. Ma torniamo al libro in questione. La Marden, che all’epoca del rapimento degli Hill aveva 13 anni, ha scritto di recente una guida speciale ai luoghi intorno a Lincoln dove sua zia e suo zio si fermarono quella notte. Come scienziata sociale laureata all’Università del New Hampshire, non ha dubbi in proposito: le prove raccolte sull’evento sono incontrovertibili (non uno scherzo, “no fake”, “no fantasy”). L’oggetto volante non identificato e la cattura degli Hill, appartengono alla storia degli Stati Uniti d’America. Chi avrebbe mai creduto a una coppia interrazziale, una bianca e un nero, negli Anni Sessanta? Gli Hill erano stimati nella loro comunità. Perchè mai avrebbero dovuto mentire? Non cercavano pubblicità negativa. Barney era un impiegato postale. Betty si era laureata in scienze sociali nel 1958 alla New Hampshire University e lavorava nei servizi sociali. La coppia era attiva nelle cause per i diritti civili. Come ci ricorda la Marden “entrambi erano membri del NAACP”. John W. King, governatore del New Hampshire, insignì Barney del prestigioso titolo di Consigliere nella U.S. Civil Rights Commission. Gli Hill avrebbero perso tutto, raccontando la loro storia: era questa la loro più grande paura come confessarono. Ma non accadde. Per quale motivo? La loro reputazione non fu messa in discussione perché raccontarono la verità. Per quanto possa sembrare incredibile, lo Stato del New Hampshire crede agli Hill. Betty morì nel 2004 all’età di 85 anni. Barney morì nel 1969 all’età di 46 anni. Nel 2009 l’Università del New Hampshire dedicò dei seminari ai coniugi Hill, visto che l’abito di Betty ed altri oggetti sono inseriti ufficialmente nella speciale collezione dell’Università. Per espresso desiderio di Betty, conferma David Watters, direttore del UNH’s Center for New England Culture. “Penso che Betty desiderasse che tutto il material fosse catalogato con la massima cura e reso disponibile per seri studi scientifici. Voleva che il vestito fosse conservato affinché la scienza ufficiale possa determinare la natura esatta delle tracce chimiche lasciate sull’abito. Voleva che la mappa stellare da lei illustrata sotto ipnosi, fosse un giorno analizzata da astrofisici”. Nel 1991 Betty confessò all’Associated Press il suo desiderio di lasciare le apparizioni pubbliche a causa della sua età e manifestò tutto il suo disappunto per il modo in cui il tema degli Ufo era trattato sui media. Betty disse che troppe persone (molte con serie patologie psichiatriche) hanno contribuito a distruggere la verità sugli Extraterrestri con “fantasie e immaginazioni” preconfezionate non solo negli UFO reports. Ma anche al cinema. “Se tu non conosci le risposte su qualcosa, puoi sempre sognarle, vere o false che siano”. E molte verità sugli Ufo sono state nascoste sotto la spessa cortina di favole non attinenti ai fatti. Quel lunedì di 50 anni fa, gli Hill furono presi a bordo (teletrasportati? Forse non lo scopriremo mai) da un vascello spaziale alieno. Lo Stato del New Hampshire crede alla testimonianza degli Hill. Non un segmento della società ma uno Stato democratico della più grande federazione democratica del Mondo, gli Stati Uniti d’America. La tranquilla Portsmouth da allora non è più solo la città più importante del Nuovo Mondo. Le creature extraterrestri responsabili della cattura degli Hill, 50 anni fa, mentre atterravano, videro ciò che vediamo oggi grazie a Google Maps dai nostri i-Pod. La celebre serie televisiva X-Files degli Anni Novanta, con gli agenti speciali dell’FBI, Fox Mulder e Dana Scully, ci ha fatto sognare una verità mai ufficialmente rivelata. Il paranormale ha poi rovinato tutto. I racconti degli astronauti sovietici e americani nello spazio orbitale e sulla Luna, distorti dagli effetti del “mal di spazio”, hanno contribuito a condire la melassa della disinformazione. “Queste storie si sono svolte sul suolo americano – fa notare David Watters – e il New Hampshire offre il suo contributo. Tutto questo è una parte importante della nostra cultura”. La storica targa di Stato parla chiaramente del “first widely-reported UFO abduction report in the United States”. Dal 2009 l’Università del New Hampshire conserva documenti, articoli, registrazioni, filmati e il busto di un extraterrestre chiamato “Junior” che Betty Hill amava mostrare al pubblico (la foto è nel libro “Captured!”) unitamente al suo vestito apparentemente contaminato da una misteriosa sostanza durante il rapimento alieno. Anche se le posizioni ufficiali dell’Università esprimono estrema cautela sull’intersa vicenda (encomiabile atteggiamento scientifico) il solo fatto di commemorare comunitariamente l’evento degli Hill frantuma in un sol colpo i cristalli della disinformazione globale. Per il 50mo anniversario, parte della collezione degli Hill è stata trasferita al Planetarium dell’Università. Grazie a Kathleen Marden e Stanton Friedman che inaugurano non solo la nuova targa commemorativa all’Indian Head Resort di Lincoln, ma anche la visita guidata nei luoghi visitati dagli Hill quella notte di 50 anni fa, mentre tornavano a casa dal Quebec, passando per le strade e le foreste delle White Mountain, buie e isolate come oggi. Con l’eccezione del sito dove gli Hill furono rapiti dagli alieni perché, a quanto pare, in pieno sviluppo edilizio. Conferenze, lezioni e dibattiti farciscono le celebrazioni di una storia subito raccontata ai militari dell’Air Force. All’epoca gli ufficiali pensarono che la coppia avesse visto il pianeta Giove! Gli Hill descrissero l’astronave e gli esseri alieni fin nei minimi dettagli. La pubblicazione della loro avventura, apparentemente senza previa autorizzazione degli interessati, da parte del giornale Boston Traveler, consegnò la coppia alla storia. “Junior” è forse ancora lì? La verità è ancora lontana perché il solo sospetto della falsità della maggior parte delle storie di rapimenti alieni, chiaramente ispirati alla nota vicenda degli Hill, è ancora troppo forte. Il cinema peggiora la situazione di anno in anno. E i racconti di “abductions” dal letto di casa con gli alieni che passano tra le mura domestiche, apparentemente indisturbati e/o autorizzati (Betty non credeva a queste storie!), dimostra chiaramente che il 95% di questi “incidenti” speciali, come conferma la Marden, possono essere spiegati scientificamente senza con questo annullare la realtà fisica di esseri superiori provenienti dallo spazio esterno attirati dal nostro pianeta azzurro come le api dal miele. “Non sappiamo da dove vengono – rivela la Marden – né perché sono qui ma immagino quale l’impatto sociale, politico, economico e religioso vivrebbe la Terra se questa verità storica fosse resa pubblica”. Chissà, forse la crisi finanziaria mondiale del “debito” pubblico e privato, finirebbe all’istante! Tutto questo mentre l’Italia celebra l’evento didattico-scientifico “La notte dei ricercatori”, pubblici e privati, che scendono in campo nelle nostre università e nei nostri laboratori per una corretta e comprensibile promozione (speriamo non autoreferenziale per ingrassare il politico di turno!) della cultura e dell’impresa scientifica e tecnologica in Italia (le nostre sole “armi” per far crescere alle stelle il Pil del Belpaese e salvarci dal baratro) in uno sforzo davvero titanico per la nostra Nazione, patria dell’energia e della ricerca sub-nucleari, costretta a (far) vivere l’ennesima caccia alle streghe.
Nicola Facciolini
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