La Rai perde altri pezzi

Philippe Daverio, creatore e conduttore del programma di Rai3, in una nota definita con sarcasmo “certificato di decesso” della trasmissione, ha annunciato la chiusura di “Passpartout”, proprio come, giorna fa, la stessa rete aveva cancellato (di fatto) “Parla con me” della Dandini. La prima serie del programma culturale dell’enciclopedico Daverio, andò in onda nella stagione […]

Philippe Daverio, creatore e conduttore del programma di Rai3, in una nota definita con sarcasmo “certificato di decesso” della trasmissione, ha annunciato la chiusura di “Passpartout”, proprio come, giorna fa, la stessa rete aveva cancellato (di fatto) “Parla con me” della Dandini. La prima serie del programma culturale dell’enciclopedico Daverio, andò in onda nella stagione 2001-2002, nella collocazione divenuta poi canonica della domenica, dalle 13:20 alle 13:50 circa. Nell’estate del 2002 andò in onda, in seconda serata, la prima serie dei Notturni dalla Maremma, in numero di cinque: “repliche attive”, ovvero riproposizioni, rimontate e rimodulate, di spezzoni delle varie puntate andate in onda durante l’inverno e la primavera, con l’aggiunta talvolta di nuovi materiali inediti; il tutto commentato da Daverio e da tre ospiti, esperti della materia, comodamente assisi attorno a un tavolo della casa di campagna del conduttore, presso Capalbio. La nona (e per ora ultima) serie, è stata caratterizzata da una periodizzazione anomala: iniziata nel dicembre 2009, si protrasse per tutto il 2010 (con una lunga pausa fra maggio e ottobre), terminando con la trentesima puntata nel gennaio 2011. Nelle settimane seguenti, andarono in onda repliche di puntate delle passate stagioni. Durante la stagione televisiva 2010-2011, dunque, il programma non aveva realizzato una nuova serie e la decima, nella stagione 2011-2012, è stata cancellata. La causa, spiega Daverio in una nota, “é da ascriversi probabilmente ad una pallottola vagante sparata durante il riordino amministrativo recente della Rai che si è trovata costretta a passare dall’ordinamento privato della sua gestione a quello pubblico più consono alle risorse erariali che la alimentano. Infatti da due anni la Cassazione aveva emesso un giudizio in tal senso, il quale è stato solo recentemente recepito per via della distanza geografica che separa le due istituzioni. Nell’attesa d’un utile chiarimento – dice ancora Daverio – Rai ha seguito percorsi dissonanti chiedendo da un lato di iniziare la produzione 2011, indicandone i tempi di consegna e annunciandola pubblicamente nella presentazione del palinsesto, mentre dall’altro evitava di stendere un contratto che si trovava nel trivio d’una scelta dilaniante fra appalti, incarichi e acquisti”.  “Le truppe di Passepartout sono state incoraggiate nel loro impegno dal direttore che le esortava a tenere puliti i ponti e lucidi gli ottoni mentre egli stesso, affezionato capitano, era già sulla scialuppa di salvataggio che lo portava verso un altro bastimento”, continua Daverio, alludendo probabilmente al passaggio di Paolo Ruffini a La7 (dal 10 ottobre). “Si è lavorato sodo, si è speso parecchio in risorse umane e economiche; le casse si sono svuotate. Perso ogni riferimento e dopo vani tentativi di ripresa di contatto, la ciurma, ormai senza viveri, si è dissolta nel naufragio”, conclude. “La pallottola vagante del caso Dandini ha fatto il resto”. La Rai continua a perdere pezzi più o meno di valor ma certo di richiamo: Santoro, La Ventura e ora anche Daverio e la Dandini. Si temeva anche per Lucia Amnnuziata che invece, tenacemente, ancora regge con la sua In mezz’ora. Ricordiamo poi, che il 6 agosto, Paolo Ruffini, direttore di Rai3, è passato a La7. Dove aveva fallito Masi sta riuscendo Lorenza Lei che, come molti avevano previsto, è molto più pericolosa del suo predecessore , perché conosce perfettamente i meccanismi dell’azienda che dirige e sa come usarli per il definitivo ed artato affossamento. A Novembre dello scorso anno, il sempre vivace Daverio, scrisse, dopo il crollo della Domus dei gladiatori du Pompei che “per tutelare un edificio bisogna mantenergli una funzione o assegnargliene un’altra, in definitiva fare in modo che sia sempre “abitato” e frequentato. Ora mi viene in mede che disabitata com’è la Rai (soprattutto la terza rete), non potrà far altro che crollare.

Carlo Di Stanislao

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