“Un florilegio di frasi e giudizi, tutto quanto condito con un pò di scandalismo e con la missione di vendere più copie”. Così il mondo del volontariato aquilano commenta le notizie apparse in questi giorni su alcuni quotidiani dove il direttore nazionale del Centro servizi per il volontariato Roberto Museo è stato tirato in ballo nelle intercettazioni delle conversazioni tra Gianfranco Cavaliere e Fabrizio Traversi, ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sul tentativo di truffa con i fondi per sociale.
“Che le intercettazioni siano uno strumento d’indagine fondamentale per la magistratura, dunque ostacolarle in qualche modo è criminale. Altra cosa è pubblicarle: nel balletto, prima, delle «indiscrezioni» su cosa contengono, poi, del loro passaggio più o meno integrale ai media, be’, è chiaro che c’è un business.
Molti cercano di sabotare e non operano per il bene comune. Più si cresce, più i colpi sono duri …., molti ambienti lavorano per distruggere invece che costruire”. Affermano le associazioni che si sono strette attorno alla Casa del Volontariato e dell’Associazionismo.
Roberto Museo non nasconde l’amarezza sui: ” tentativi di manipolazione ed uso improprio del suo nome per supposte iniziative politiche riguardanti la futura amministrazione della città” e ringrazia tutte le persone che gli hanno mandato attestati di solidarietà.
Il direttore di CSVnet questa sera ha emesso una nota che pubblichiamo integralmente:
Gentile direttore, Gentile Capo redattore
Faccio seguito alle note di stampa che nei giorni scorsi hanno commentato su alcune testate giornalistiche l’inchiesta sull’operato della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo onlus per trasmetterle attraverso questa breve lettera tutto il mio disagio personale e professionale avendo riscontrato, leggendo i testi riportati nelle intercettazioni telefoniche pubblicate, le effettive volontà delittuose apparenti dei signori Gianfranco Cavaliere e Fabrizio Traversi con i quali si scrive abbia avuto occasionali incontri funzionali alla mia carica di Direttore del coordinamento nazionale dei centri di servizio del volontariato (Csvnet).
Confido che la vicenda venga presto chiarita, data la sua gravità, dalla magistratura inquirente e in sede giudiziaria e, ritenendomi parte gravemente lesa, sul piano umano, personale e professionale, Le comunico che ho già dato mandato ai miei legali di procedere all’acquisizione degli atti giudiziari in corso e di tutte le note stampa per verificare eventuali aspetti di reato diretti e indiretti che siano a danno dell’onorabilità del Volontariato che ho l’onore di servire e della mia persona in particolare.
Colgo questa occasione per ribadirle che nulla è cambiato nel mio spirito con il quale, da Aquilano, ho inteso contribuire alla fase di assistenza alle popolazioni coinvolte nel sisma del 2009 e successivamente coordinando il progetto della Casa del Volontariato all’Aquila e dare una struttura e nuovi spazi alle associazioni della nostra città e che sono personalmente sconcertato dai tentativi di manipolazione ed uso improprio del mio nome per supposte iniziative politiche riguardanti la futura amministrazione della città.
Sono e resto un uomo del volontariato, al suo servizio, che vive attentamente come molti questo terribile momento della storia della nostra comunità aquilana, nel quale ci sono cambiamenti radicali e drammatici che hanno modificato il naturale e normale decorso della vita di tutti noi. Prima del terremoto era per tutti noi un’altra vita. Oggi stiamo tutti prendendo atto di quella che verrà, giorno per giorno. E il mio impegno è totale.
Trentotto secondo scuotono l’anima di ognuno, ne cancellano il passato, i ritmi quotidiani spariscono, le certezze crollano e per me, come molti, il 7 aprile è stato come ri-nascere. Ma il mio pensiero oggi torna alla nostra comunità e mi tornano in mente le parole di Giorgio La Pira (1955): “Le città hanno una vita propria: hanno un loro proprio essere misterioso e profondo: hanno un loro volto. Hanno per così dire, una loro anima ed un loro destino; non sono cumuli occasionali di pietra: sono misteriose abitazioni di uomini e più ancora, in certo modo, misteriose abitazioni di dio.
Io credo che oggi, al disattenzione a questi valori di fondi, che danno invisibilmente ma realmente peso e destino alle cose degli uomini, rischia di farci perdere la percezione del mistero delle città: eppure questo mistero esiste e proprio oggi, in questo punto così decisivo della storia umana, esso si manifesta con segni che appaiono sempre più marcati e che richiamano alla responsabilità di ciascuno e di tutti.
Qui all’Aquila, dove il terremoto non ha distrutto solo le Case, le Chiese, le Scuole, le Università ma ha, soprattutto, lacerato il tessuto sociale delle città, mai come oggi si conferma che in questa situazione così disgregata, lo sconforto e la disperazione possono impadronirsi della coscienza individuale e collettiva, mettendo a rischio la sopravvivenza stessa della città e nel suo essere comunità civile ed anche religiosa, che non solo condivide una storia antica e prestigiosa, ma è soprattutto capace di pensare insieme un futuro comune.
In quella che appare una tempesta confido che anche questa volta L’Aquila saprà ritrovare la forza per vincere le sue paure, coltivare la speranza e continuare a operare secondo ideali di giustizia e di bene comune e per questi ideali resto al servizio della mia Comunità, se essa vorrà.
Luisa Stifani
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