Una vera e propria giornata mondiale degli “Indignatos” si svolgerà sabato 15 Ottobre 2011. Decine di migliaia di persone organizzeranno manifestazioni in tutto il mondo contro le risposte della politica e del settore privato alla crisi economica, ritenute inefficaci e a sfavore dei giovani.
A Roma sono attesi piu’ di 200.000 manifestanti, diversi pulmann si preparano ad arrivare nella capitale. Nell’appello pubblicato in rete si legge, “Gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri,
chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”
Intanto nella notte di ieri si sono verificati momenti di tensione tra le forze dell’Ordine e alcuni indignatos, accampati vicino la Banca d’Italia, in via Nazionale. Secondo quanto riferito, le forze dell’ordine avrebbero fatto sgombrare ogni singolo giovane accampato sui marciapiedi o sulle scale del palazzo.
Intanto in rete sta circolando una favola dal titolo, “La crisi degli asini” che invita la gente a scendere in piazza Sabato 15 ottobre per la Giornata mondiale degli indignati.
La Crisi degli Asini
Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un po’ sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettaronotornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua.
L’uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora vendutogli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successivae se ne andò dal villaggio. Il giorno dopo, affidò al suo socio la mandria che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l’ordine di vendere le bestie 400 € l’una.
Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successivatutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volteil prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, siindebitarono con la banca.
Come era prevedibile, i due uominid’affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il prezzo dell’asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere. Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune. Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primoassessore). Eppure quest’ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti. Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l’aiuto deivillaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia.
Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità … Venne innalzata l’età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i
salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini.
Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insiemesu un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte.
Noi li chiamiamo fratelli Mercato. Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente.Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio.
E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete? Se questa storia vi ricorda qualcosa, ritroviamoci tutti nelle strade delle nostre città e dei nostri villaggi Sabato 15 ottobre 2011 (Giornata internazionale degli indignati) … e fate circolare questa storiella….
[…] http://www.improntalaquila.org/2011/10/13/articolo28910/ Share this:TwitterFacebookLike this:LikeBe the first to like this post. […]