Aumentano sempre più le persone che bussano alle porte dei centri di ascolto e degli altri servizi attivati da Caritas. L’aumento è stato del 19,8% negli ultimi tre anni , secondo quanto rilevato dal campione di 195 centri di ascolto in 15 regioni. L’aumento più elevato si registra nel Sud Italia (+69,3%), mentre a Nordest il trend è più contenuto (+3,8%). I dati sono contenuti nel nuovo rapporto Caritas-Zancan su povertà ed esclusione sociale in Italia, dal titolo “Poveri di diritti”, presentato oggi a Roma.
Le rilevazioni riferiscono di un notevole aumento degli italiani (+42,5% rispetto al 2007) e della comparsa di “nuovi poveri” (vedi lancio successivo): “Si tratta di persone che risiedono in dimora stabile, sono in possesso di un lavoro e vivono all’interno di un nucleo familiare” si spiega nel rapporto. La presenza di queste persone è aumentata del 13,8% in quattro anni, con significative differenze nelle diverse aree italiane. Nel Sud l’aumento registrato è del 74%.A spingere le persone verso Caritas sono perlopiù problemi di povertà economica, seguiti dai problemi di occupazione. Forte è anche l’emergenza abitativa: tra chi si rivolge alle Caritas, uno su quattro ha gravi problemi abitativi. Nel corso degli ultimi 4 anni, i problemi abitativi sono aumentati del 23,6%. Guardando il dato storico, nel 2004 il 75% dei problemi si riferiva a bisogni di carattere primario e strutturale (bisogni abitativi, alimentari, economici, sanitari ecc.), mentre 6 anni dopo tale valore raggiunge l’81,9%. Le problematiche post-materiali (disagio psicologico, dipendenze, conflittualità relazionale ecc.), scivolano su valori più bassi (dal 25% al 18,1%).
In 4 anni è aumentata dell’83,1% la domanda di coinvolgimento di soggetti esterni (gruppi di volontariato, enti pubblici o privati, persone o famiglie, parrocchie ecc.). Forte anche l’aumento delle richieste di sussidi economici (+80,8%) e di consulenze professionali (+46,1%). Diminuiscono invece le richieste di sostegno socio-assistenziale (-38,6%), ma anche quelle di lavoro (-8,5%). Sul fronte delle risposte, aumentano il coinvolgimento di soggetti terzi (+90%), l’erogazione di sussidi economici (+70%) e di beni primari (+40,8%).
Sul fronte del lavoro, la crisi ha prodotto un notevole incremento dei fenomeni di sottoccupazione e lavoro nero, aggravando una serie di aspetti negativi della flessibilità del lavoro. L’aumento di questi fenomeni è evidente in certi settori (come l’assistenza agli anziani), e colpisce in prevalenza determinati target sociali, particolarmente vulnerabili: gli immigrati, le donne, i diversamente abili. (gig)
Le rilevazioni riferiscono di un notevole aumento degli italiani (+42,5% rispetto al 2007) e della comparsa di “nuovi poveri” (vedi lancio successivo): “Si tratta di persone che risiedono in dimora stabile, sono in possesso di un lavoro e vivono all’interno di un nucleo familiare” si spiega nel rapporto. La presenza di queste persone è aumentata del 13,8% in quattro anni, con significative differenze nelle diverse aree italiane. Nel Sud l’aumento registrato è del 74%.A spingere le persone verso Caritas sono perlopiù problemi di povertà economica, seguiti dai problemi di occupazione. Forte è anche l’emergenza abitativa: tra chi si rivolge alle Caritas, uno su quattro ha gravi problemi abitativi. Nel corso degli ultimi 4 anni, i problemi abitativi sono aumentati del 23,6%. Guardando il dato storico, nel 2004 il 75% dei problemi si riferiva a bisogni di carattere primario e strutturale (bisogni abitativi, alimentari, economici, sanitari ecc.), mentre 6 anni dopo tale valore raggiunge l’81,9%. Le problematiche post-materiali (disagio psicologico, dipendenze, conflittualità relazionale ecc.), scivolano su valori più bassi (dal 25% al 18,1%).
In 4 anni è aumentata dell’83,1% la domanda di coinvolgimento di soggetti esterni (gruppi di volontariato, enti pubblici o privati, persone o famiglie, parrocchie ecc.). Forte anche l’aumento delle richieste di sussidi economici (+80,8%) e di consulenze professionali (+46,1%). Diminuiscono invece le richieste di sostegno socio-assistenziale (-38,6%), ma anche quelle di lavoro (-8,5%). Sul fronte delle risposte, aumentano il coinvolgimento di soggetti terzi (+90%), l’erogazione di sussidi economici (+70%) e di beni primari (+40,8%).
Sul fronte del lavoro, la crisi ha prodotto un notevole incremento dei fenomeni di sottoccupazione e lavoro nero, aggravando una serie di aspetti negativi della flessibilità del lavoro. L’aumento di questi fenomeni è evidente in certi settori (come l’assistenza agli anziani), e colpisce in prevalenza determinati target sociali, particolarmente vulnerabili: gli immigrati, le donne, i diversamente abili. (gig)
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