Carispaq, Premio Bonanni: Antonio Lillo il vincitore per la sezione C

E’ il pugliese Antonio Lillo, classe 1977,  il vincitore della decima edizione del premio Bonanni per la sezione C (opera prima edita di autore di età inferiore ai 35 anni) con la raccolta di poesie “L’innocenza del Male” (2008, ed. Lietocolle). Lillo, scrittore e fotografo, è direttore responsabile di Largo Bellavista, mensile della Valle d’Itria, […]

E’ il pugliese Antonio Lillo, classe 1977,  il vincitore della decima edizione del premio Bonanni per la sezione C (opera prima edita di autore di età inferiore ai 35 anni) con la raccolta di poesie “L’innocenza del Male” (2008, ed. Lietocolle).
Lillo, scrittore e fotografo, è direttore responsabile di Largo Bellavista, mensile della Valle d’Itria, e condirettore della testata web TND Magazine. È inoltre socio fondatore dell’Associazione Culturale Entropie, che si occupa della valorizzazione di luoghi d’importanza storica della Puglia attraverso l’allestimento di mostre d’arte di richiamo. Come poeta ha pubblicato le raccolte L’innocenza del Male (2008, ed. Lietocolle) e Viva Catullo (2011, ed. Favia). Come fotografo ha pubblicato il reportage fotografico Piazza Vittorio Emanuele (2010, ed. Favia). Per il teatro è autore dell’atto unico Fiat Umbra, andato per la prima volta in scena il 4 aprile del 2010, per la regia di Carlo Formigoni.  Nel 2007 si è classificato terzo al premio Laurentum per la poesia e sempre nello stesso anno ha vinto il premio Claudia Ruggeri per giovani autori.

“ E’ una raccolta di poesie che hanno la forza di svelare piccole verità soggettive, che lasciano intravedere un male che si fugge, che si perde tra le parole di un diario di bordo in versi” così si legge in una recensione dell’opera, scritta da Daniela Gentile, che non nasconde la cripticità di un narratore “quasi petrarchesco, talvolta amletico” seppure tratti della quotidianità, della semplicità dei gesti abitudinari e lo faccia con un linguaggio chiaro, tratto dalle conversazioni di tutti giorni, per affrontare, però, deviazioni verso l’accuratezza, secondo il labor lima e a cui non vuole sottrarsi.
Ossimorico il titolo della raccolta, a suggellare quel conflitto tra fare e non fare, esperienza e conoscenza che percorre tutte le composizioni, come spiega un’altra recensione, quella di Fabiano Alborghetti: ” L’innocenza rimanda (quasi esclusivamente) ad uno stato prelapsario (antecedente al peccato originale), ad un’infanzia incorrotta oppure alle intuitivamente cosiddette virtù monacali. L’innocenza è ciò che non può essere dimostrato attraverso i procedimenti della ragione discorsiva ma Lillo ribalta il senso tramite un ossimoro, l’innocenza del male appunto, e s’addentra con linguaggio diritto e dosato, con incursioni (rare) nel vernacolo (il dialetto usato è quello parlato a Locorotondo, terra dell’autore) verso il tentativo di determinare un agente morale che tramite la caratterizzazione della soggettività porti all’esperienza, là dove il soggetto morale non è solo un animale dotato di linguaggio bensì un catalizzatore di esperienza”.

Forte il dialogo con gli autori della letteratura contemporanea, ora implicito e immediato, ora reso esplicito dalla loro entrata in scena nelle stesse composizioni (si pensi a “Pasolini” o “Dal sonno” in cui compare in una sonnolenta visione la figura di Vittorio Sereni). Presente, tuttavia, anche la presenza di tematiche portanti della letteratura latina: la fugacità del tempo, il desiderio di scolpirlo nell’immortalità della poesia, la paura della morte, l’impetuosità della giovinezza. Non a caso l’ultimissima pubblicazione di poesie dell’autore reca il titolo “Viva Catullo”.

Il premio Bonanni mostra attenzione e interesse ai giovani che scoprono il proprio talento letterario e non riescono a mostrarlo e a nutrirlo mediante la divulgazione delle proprie opere e un possibile apprezzamento da parte del pubblico. Stefania Pezzopane, Presidente della Giuria e Fondatrice del Premio, ha ribadito durante la presentazione della decima edizione del Premio l’importanza della sezione riservata ai giovani scrittori e la necessità di dare loro maggiore visibilità ; la produzione poetica, per aggravare una situazione che di fatti affossa e non incoraggia il talento delle nuove generazioni, vende molto meno della narrativa e il mercato editoriale accoglie con troppa facilità presunti poeti.

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