Il bilancio provvisorie delle vittime è giunto, cinque ore fa, a 217 persone ed è destinato a salire. I morti potrebbero essere oltre mille, secondo l’agenzia sismica Kandilli. Stime del Centro nazionale terremoti (Cnt), dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), ci dicono che “il carico distruttivo di questo sisma, sulla base della nostra osservazione di sismi analoghi, potrà darci numeri molto superiori a 1000 morti, forse anche oltre i 10 mila”. In queste ore i soccorritori continuano nel loro difficile lavoro, nel tentativo di tirar fuori dalle macerie le centinaia di persone ancora intrappolate. Nella città di Van, dal ricco patrimonio storico, situata sulle rive di un lago circondato da montagne innevate, molti studenti della locale università sono dispersi. Il terremoto di magnitudo 7.2, ad uno profondità di appena 5 km, ha colpito ieri sera la zona di Van, nella Turchia Orientale, con scossa principale alle 13,30 locali e oltre 100 scosse di assestamento, di cui due di magnitudo 5.6 nell’arco di un’ora e una da 5,1 ancora in serata, seguita da una da 6,1 nella notte; poi altre tre da 4.8, 4.3 e 4.2. Il forte sisma ha colpito il villaggio di Tavanli, nella provincia orientale di Van, ma è stato percepito a Hakkari, località distante 200 chilometri. Intanto è fortissima la paura tra i sopravvissuti anche alla luce del fatto che molti non potranno ritornare nelle loro case a causa della forte possibilità di future scosse nei prossimi cinque giorni. L’unica famiglia italiana segnalata come residente a Van, ha l’appartamento inagibile e ha trovato alloggio in un albergo della zona: i tre (padre, madre e figlia, di origine toscane) fuggendo in auto hanno visto palazzi crollare e hanno potuto dire che “siamo stati miracolati”. I media e il governo parlano di oltre un migliaio di feriti e di decine di edifici crollati in diverse città, lanciando appelli per aiuti tecnici e medici. In tutta l’Anatolia, che è tra le aree più popolose del paese, sono in azione i soccorritori. La Mezzaluna rossa turca ha iniziato a trasportare tende e aiuti nella zona terremotata, dove le immagini trasmesse in tv mostrano scene di panico nelle strade. Molti i corpi senza vita sotto le macerie degli edifici crollati, ma anche alcuni sopravvissuti, sottolinea l’emittente NTV. Abbiamo urgentemente bisogno di tende e squadre di soccorso”ha detto il sindaco di Van, Zulfukar Arapoglu, che ha poi aggiunto: “Non abbiamo ambulanze e abbiamo un solo ospedale”. Ma, a tal proposito, si legge oggi su molte agenzie, il presidente turco Abdullah Gul ha declinato l’offerta del collega israeliano Shimon Peres (e si dice anche tutte le altre), mentre il ministero degli esteri ha precisato di non avere fatto ancora nessuna richiesta di assistenza internazionale. Nonostante la disputa in corso per la vicenda dell’attacco alla Freedom flotilla nel 2010, Israele ha offerto assistenza sanitaria alla Turchia. A settembre Ankara aveva espulso l’ambasciatore di Tel Aviv e sospeso i legami militari con il Paese poiché Israele non aveva voluto chiedere scusa per l’accaduto in cui erano morti nove attivisti turchi. Anche in passato, Israele, ha inviato squadre di soccorso nel Paese in caso di terremoti. La Turchia, attraversata da pericolosissime faglie, era già stata colpita nel 1999 due terremoti uccisero più di 20 mila persone nel nord-ovest e la provincia di Van aveva patito per un terremoto che nel novembre 1976 causo più di 5.000 vittime. La Turchia, posta a formare una sorta di ponte tra Europa e Asia, presenta una situazione geologica molto complessa. Per tale motivo i terremoti nel Paese variano da tremori di poco percepibili a maggiori movimenti misurati dalla scala Richter. Il terremoto più severo del XX secolo occorse a Erzincan, il 27 dicembre del 1939 causando 160.000 morti. Izmit nel 1999 fu colpita da un terremoto che raggiunse i 7,4 gradi della scala Richter, provocando 25.000 morti. A tutt’oggi la zona maggiormente soggetta a movimenti tellurici in Turchia è quella che va da Kocaeli verso il nord del lago Van, ai confini con l’Armenia e la Georgia. Nel settembre scorso un sisma di magnitudo 5.9 aveva colpito l’area nord-occidentale del Paese, causando panico e morte p nella zona di Kütahya, con una scossa avvertita anche a Edirne, in prossimità dei confini con Grecia e Bulgaria, e a Istanbul e Izmir. Il presidente USA Barack Obama, e ha espresso le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime ed aggiunto: “In questo difficile momento siamo vicini ai nostri alleati turchi e siamo pronti ad aiutare le autorità turche”, ma, come detto, la Turchia non ha ancora richiesto aiuto ad altri paesi.
Carlo Di Stanislao
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