Il libro, strutturato in dodici capitoli, racconta i giorni della grande emergenza vissuti nelle isole Pelagie, a seguito dell’esodo dalle coste nordafricane di migliaia di uomini, donne e bambini che a bordo di malandati “pezzi di legno” hanno raggiunto le coste di Lampedusa e di Linosa, lasciandosi alle spalle la povertà e le guerre che dilaniavano i Paesi dell’altra sponda del Mediterraneo.
Gli autori hanno voluto documentare quei giorni, andando oltre la quotidiana cronaca degli eventi, ma cercando di capire a fondo come gli isolani, i lampedusani, da tutti riconosciuti in quei giorni come “maestri d’accoglienza”, abbiano vissuto le fasi più concitate di oltre due intensi mesi di sbarchi, che hanno portato a Lampedusa più di seimila migranti, tanti quanti sono i residenti censiti nelle Pelagie.
Il volume, edito dalla casa editrice Tau su iniziative della Fondazione Migrantes e scritto dai giornalisti Elena De Pasquale e Nino Arena, è stato presentato ieri pomeriggio della chiesa di San Gerlando di Lampedusa.
I giornalisti nel corso dei due viaggi nel cuore del Mediterraneo, il primo nel mese di aprile e il secondo nel mese di maggio, hanno raccolto le testimonianze, le riflessioni, i pensieri e gli sfoghi di lampedusani e linosani, capaci di reggere sulle proprie spalle il peso di un’emergenza che sin dalla notte del primo imponente sbarco, il 9 febbraio 2011, hanno affrontato in completa solitudine.
I silenzi della politica, l’indifferenza dell’Europa, il fallimento di una diplomazia incapace di attivare opportuni strumenti di intervento, sono considerati dalle comunità delle Pelagie le ragioni principali dei momenti di tensione vissuti nei giorni degli incessanti sbarchi dei disperati. Prigionieri della loro “i-solitudine”, lampedusani e linosani hanno dato vita a un “macchina della solidarietà”, che ha permesso di rompere il muro della diffidenza andando incontro a chi ha avuto bisogno di un pacco di biscotti, di una bottiglia di latte o anche solo di un sorriso.
Ad intervenire, in occasione della presentazione del libro, sono stati il parroco Stefano Nastasi, mons. Bruno Schettino, arcivescovo di Capua e presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni della CEI, mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo e membro della Commissione Episcopale per le Migrazioni della CEI, mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, il diacono Santino Tornesi, direttore dell’Ufficio Regionale per le Migrazioni della CESi.
“E’ nato tutto per caso attraverso una telefonata – ha detto don Stefano Nastasi – ma adesso siamo riusciti a concretizzare la nostra esperienza e il nostro incontro in questo libro che vuole cercare di raccontare ciò che è stato provato, allargando le prospettiva su un’Isola che ha tanti problemi ma che viene dimenticata, non solo nell’emergenza ma anche nell’ordinarietà”.
“Conservate nel vostro cuore la speranza che avete saputo coltivare – ha affermato mons. Schettino, arcivescovo di Capua – perché ci saranno altri momenti in cui dovrete sostenere lo spirito. Quello che è successo negli scorsi mesi deve riuscire a fare riflettere tutti, deve servire da esempio. Troppo spesso nei momenti di concitazione non c’è il tempo di pensare a quello che è successo ma ora è questo che si deve fare”.
“Probabilmente non tutti hanno capito l’importanza dei gesti di accoglienza che avete compiuto – ha detto mons. Mogavero -, ma è proprio su questi che dobbiamo interrogarci. Il Mediterraneo deve unire e non dividere. Riappropriamoci del nostro mare, perché appartiene prima a noi che ad altri”.
“La produzione di un libro è sempre un ‘evento’ – ha dichiarato mons. Giancarlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes -, un segno e un gesto creativo. Un libro segna un momento storico, in termini di linguaggio, di temi e di protagonisti. Credo che il libro ‘Sullo stesso barcone’ abbia questa qualità di segno e di gesto creativo, che si inserisce dentro un tempo di 9 mesi che hanno fatto nascere una pagina nuova di storia di due isole, Lampedusa e Linosa, due città, due comunità ecclesiali”.
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