Scende in piazza il 28 ottobre a Roma il Sindacato pensionati Spi–Cgil contro la manovre economiche del governo per dire no ai tagli al welfare e per tutelare le pensioni e il lavoro dei giovani. La manifestazione che si terrà in piazza del Popolo a partire dalle 10 del mattino si chiama “Nessun dorma” e ha come slogan “Combattiamo per il futuro. Più equità, più diritti, più giustizia”. In Italia circa tre milioni di persone percepiscono una pensione inferiore ai 400 euro, 8 milioni non arrivano a 1000 euro. Negli ultimi 15 anni il potere d’acquisto delle pensioni è diminuito di oltre il 30%. Secondo lo Spi, le pensioni delle donne sono la metà di quelle degli uomini. Nove milioni di donne hanno una pensione media di 960 euro. Sono 350mila le donne che percepiscono una pensione sociale a fronte di 110 mila uomini. Ma la pensione sociale degli uomini è in media più alta: 478 euro contro i 397 euro delle pensionate.
“La manifestazione porta in piazza coloro che hanno pagato di più la crisi – spiega il Segretario confederale Cgil Vera Lamonica – In questo paese sta diventando molto grande in termini numerici il tema dei cinquantenni espulsi precocemente dal mercato del lavoro e non trovano alcuna possibilità di reimmettersi nel mercato occupazionale”. La Cgil chiama in causa il partito di Umberto Bossi. “La Lega non ha difeso le pensioni quando i 40 anni sono stati sfondati perché vi ricordo che da oggi siamo già a 41 anni e dal 2014 a 41 anni e tre mesi, con uno scippo in più per i lavoratori senza che i contributi che pagano in quell’anno gli ritornino in termini di prestazioni – ha continuato Lamonica – E’ stato scelto il profilo del colpire le donne che è diventato il tratto distintivo della cultura di questo governo. Se si va in pensione a 67 anni, alle donne del privato e del pubblico si fa fare un salto immediato di 7 anni. Ma in realtà stiamo parlando di portarle nel 2030 e 2031 a oltre 70 anni”. Secondo Lamonica, le politiche del governo colpiscono maggiormente i lavoratori del sud con una politica “antimeridionalista”. “Le pensioni di anzianità sono percentualmente più incidenti nel sud dove il lavoro non consente di versare i 40 anni di contributi” sostiene il segretario confederale Cgil. “Questo governo scarica tutti i costi sul mondo del lavoro – conclude Lamonica – hanno azzerato tutti i fondi nazionali sulle politiche sociali, sono rimasti solo i diritti soggettivi come l’indennità di accompagnamento che vogliono azzerare con la delega. Quella delega così com’è va ritirata dalla discussione”.
Il Segretario generale dello Spi-Cgil Carla Cantone ha ribadito che la manifestazione dei pensionati è dedicata “ai nostri figli, ai giovani che sono ai margini del mercato del lavoro”. Ridurre il vitalizio ai parlamentari, colpire i ricchi, ritiro delle norme contenute nella manovra estiva, rivalutazione delle pensioni e tutela del potere d’acquisto dei pensionati, un piano per il lavoro sono alcune delle proposte dello Spi. “Se chi lavora deve restare al suo posto fino a 67 anni, mi spiegano i giovani quando entrano nel mercato del lavoro? – afferma Cantone – Se i giovani non lavorano e non versano i contributi, il sistema non si regge. Senza lavoro non ci sono formule e non ci sono pensioni future”.
La protesta dello Spi – Cgil è anche contro i tagli alla sanità che impediscono livelli essenziali di assistenza. “La cancellazione del fondo per la non autosuffcienza non è una cosa da paese civile – continua il segretario generale Spi – Cgil – non solo per gli anziani ma anche per le famiglie che hanno persone che stanno male. Sono tagli vergognosi che nessun paese europeo ha fatto”.
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