Approvata direttiva Ue contro pedopornografia e sfruttamento

Il Parlamento Europeo ha varato la nuova Direttiva contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori e contro la pedopornografia, che sostituisce e aggiorna in modo sostanziale la Decisione Quadro del 2004. La direttiva – alla quale gli Stati membri devono adeguarsi entro 2 anni – stabilisce sanzioni penali minime per circa 20 tipologie di […]

Il Parlamento Europeo ha varato la nuova Direttiva contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori e contro la pedopornografia, che sostituisce e aggiorna in modo sostanziale la Decisione Quadro del 2004. La direttiva – alla quale gli Stati membri devono adeguarsi entro 2 anni – stabilisce sanzioni penali minime per circa 20 tipologie di crimini: costringere un bambino a compiere atti sessuali o obbligarlo a prostituirsi sara’ punibile con almeno 10 anni di prigione. I produttori di pornografia minorile rischieranno almeno tre anni mentre chi usufruira’ di materiale pornografico sul web ne rischiera’ almeno uno. Soddisfatta Save the Children che, fa sapere,  ha promosso fortemente lo sviluppo della nuova Direttiva presso la Commissione e il Parlamento fornendo informazioni, dati e conoscenze emerse da ricerche e attività sul territorio e raccomandazioni sulle misure più efficaci, molte delle quali sono state accolte nel testo finale approvato.

“Apprezziamo il lavoro svolto con determinazione e impegno dalla Commissaria europea per gli Affari Interni Cecilia Malmstrom e dalla relatrice per il Parlamento europeo Roberta Angelilli per il raggiungimento di un  risultato così importante nella lotta all’abuso e allo sfruttamento sessuale dei minori,” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Tra i principali aspetti innovativi che Save the Children ha da sempre promosso e auspicato ci sono la creazione in ogni paese membro di una unità di polizia specifica per l’identificazione dei minori vittime di abuso per la produzione di materiale pedopornografico, ma  anche l’uniformazione tra i diversi paesi della definizione di questo tipo di reati con l’introduzione di quello dell’adescamento online (grooming), novità assoluta anche per l’Italia dove non è ancora codificato anche se perseguito, e poi ulteriori  misure specifiche per la collaborazione tra le forze di polizia nelle fase di indagine che ne miglioreranno tempestività ed efficacia,” ha dichiarato Cristiana De Paoli, Responsabile Minori e Nuovi Media di Save the Children Italia.

“Vogliamo sottolineare anche l’aspetto della prevenzione della reiterazione dei reati, con l’istituzione di percorsi di recupero per gli abusanti o potenziali tali, e l’introduzione dell’obbligo per i paesi membri della rimozione dei siti che contengono materiale pedopornografico ospitati sul loro territorio con l’impegno ad adoperarsi perché vengano comunque rimossi anche quando sono ospitati in paesi terzi. L’unico rammarico è l’assenza, nella Direttiva, dell’obbligo per i paesi membri di bloccare nel frattempo l’accesso ai siti ospitati in paesi terzi, come avviene già in Italia per legge. Si potrebbero così abbattere in modo significativo gli accessi al materiale riducendo le potenzialità di guadagno per le reti criminali che ne traggono profitto, ed evitare che si rinnovi ad ogni visione delle immagini la violenza subita dai minori abusati per la produzione di quel materiale.”

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