Maurizio Sacconi, ministro del Lavoro, nel dibattito sulle riforme del lavoro teme il rischio di tornare agli anni ‘bui’ del terrorismo, cresce dunque la paura per il ‘fantasma’ degli anni di piombo e la memoria torna agli omicidi di Marco Biagi e Massimo D’Antona. Il ministro dice: “Oggi vedo una sequenza dalla violenza verbale, alla violenza spontanea, alla violenza organizzata che mi auguro non arrivi ancora una volta anche all’omicidio come è accaduto, l’ultima volta 10 anni fa proprio con il povero Marco Biagi nel contesto di una discussione per molti aspetti simile a quella di oggi. Già allora parlavamo non di licenziamenti facili, termine che è assolutamente falso ma, piuttosto, di come incoraggiare le imprese a intraprendere, ad assumere, ad ampliarsi, a crescere anche attraverso l’idea che se poi le cose non andassero bene, se poi le cose si rivelassero difficili, le imprese, come hanno fatto il passo in avanti dovrebbero fare magari anche un mezzo passo indietro”.
Susanna Camusso, segretario della Cgil, ha commentato così le parole del ministro: “Mi auguro che Sacconi lo faccia perchè ha elementi e non per inquinare un clima difficile. Questi argomenti vanno trattati con grande cautela, sennò poi si rischia di invocare le cose…. Se ci sono elementi, è giusto che la politica discuta e il Parlamento decida cosa fare, è utile che si dotino le forze ordine degli strumenti per proteggere le persone, visto che in questa fase si pensa a tagliare i fondi per le forze di sicurezza”.
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