Gardaland, norme tecniche non prevedono l’esclusione dei down

Non bastano le giustificazioni addotte nei giorni scorsi per spiegare il comportamento di Gardaland nei confronti delle persone con sindrome di Down. Lo ribadisce con forza Sergio Silvestre, presidente del Coordown, a pochi giorni dalla replica di Danilo Santi, direttore generale Parchi Gardaland all’ennesima denuncia arrivata a Superabile.it, di un presunto caso di discriminazione. In un’analisi […]

Non bastano le giustificazioni addotte nei giorni scorsi per spiegare il comportamento di Gardaland nei confronti delle persone con sindrome di Down. Lo ribadisce con forza Sergio Silvestre, presidente del Coordown, a pochi giorni dalla replica di Danilo Santi, direttore generale Parchi Gardaland all’ennesima denuncia arrivata a Superabile.it, di un presunto caso di discriminazione. In un’analisi puntuale della normativa il presidente del Coordinamento delle associazioni di persone down spiega, infatti, che le norme tecniche non possono superare le leggi in vigore, come la Convenzione Onu sui diritti delle persone disabili o la legge 104/92.

“In merito alle giustificazioni della direzione del parco sulle procedure di sicurezza applicate in funzione di normative specifiche, molti si sono chiesti e noi compresi cosa mai prevedono queste normative da poter giustificare un tale atteggiamento?- afferma Silvestre. In particolare il presidente del Coordown si concentra sulla norma EN 13814/2005, spesso citata da Gardaland. “Le norme non sono leggi, le norme tecniche sono documenti che definiscono le caratteristiche di un prodotto, processo o servizio secondo quello che è lo stato dell’arte tecnico/tecnologico- spiega Silvestre-. Le norme tecniche vengono elaborate dagli esperti che rappresentano le parti economiche e sociali interessate organizzati in gruppi di lavoro, sottocommissioni e commissioni, secondo le procedure dell’ente di normazione nazionale o internazionale”. Secondo il presidente del Coordinamento delle associazioni di persone down anche se nella EN 13814/2005 è riportata la frase: “l’esclusione per motivi di salute e sicurezza non è considerata discriminazione”, il contesto in cui questa raccomandazione dovrebbe essere applicata non c’entra nulla con la sindrome di Down.

Silvestre riporta poi il caso dell’Inghilterra. “Gli inglesi che sulla materia sicurezza dei parchi sono in prima linea e fanno scuola da molti anni, hanno redatto nel 2007 Fairgrounds and amusement parks Guidance on safe practice, un compendio di procedure per la gestione dei parchi nel rispetto delle normative locali e internazionali, che è oggi adottato dai maggiori parchi del mondo- afferma-. In riferimento all’accessibilità delle persone con disabilità, la guida fa riferimento alle indicazioni contenute nel Disability Discrimination Act 1995che rivendica il loro diritto ad accedere alle attrazioni in piena sicurezza. La guida estende e chiarisce con esempi la norma EN13814/2005, rispetto alle limitazioni potenzialmente consentite in virtù di situazioni oggettive”.

Per questo dunque secondo il Coordown “non solo non reggono le motivazioni adottate dal parco, ma ci domandiamo se valgono di più le guide e norme tecniche o le previsioni di legge, partendo dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità e passando attraverso quanto previsto in Italia dalla legge 104/92, la legge 67/06 e il Codice del Turismo recentemente approvato”. Il presidente del Coordinamento ricorda inoltre che “queste osservazioni il CoorDown le ha già messe sul piatto in occasione dell’elaborazione del protocollo condiviso da molti parchi, ma non ha riscontrato da parte dei legali di Gardaland la giusta attenzione. E’ evidente a questo punto che sull’argomento Gardaland preferisca attendere un pronunciamento nelle aule di un tribunale, sicuramente meno oneroso, piuttosto che individuare soluzioni di buon senso attraverso un accomodamento ragionevole procedura prevista da tutte le guide, i disciplinari e le normative già in vigore attualmente”.

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