Famiglie sovraindebitate e nella morsa dell’usura

Oggi, a Roma presso la Sala della Pace della Provincia, si è svolto  il convegno promosso da Adiconsum su due temi caldi: ” sovraindebitamento e usura”, un’iniziativa voluta dall’associazione dei consumatori per riflettere, insieme alle istituzioni e ai rappresentanti di alcuni istituti di credito, sulla relazione tra crisi e usura e su possibili strumenti di prevenzione. “Il […]

Oggi, a Roma presso la Sala della Pace della Provincia, si è svolto  il convegno promosso da Adiconsum su due temi caldi: ” sovraindebitamento e usura”, un’iniziativa voluta dall’associazione dei consumatori per riflettere, insieme alle istituzioni e ai rappresentanti di alcuni istituti di credito, sulla relazione tra crisi e usura e su possibili strumenti di prevenzione.
“Il sovraindebitamento è uno dei fattori che determinano il ricorso all’usura – ha spiegato Pietro Giordano, presidente dell’Adiconsum – La crisi economica – ha aggiunto – spiazza i progetti delle famiglie, rendendo insostenibili debiti che fino a pochi anni fa sembravano sostenibili. Ne è prova l’aumento delle richieste di accesso la Fondo di prevenzione usura, da noi gestito”. Un fondo che si rivolge alle persone e alle famiglie in difficoltà economica, che non hanno più accesso al credito legale: l’obiettivo è prevenire il ricorso all’usura dovuto alla mancata concessione di un prestito.

“L’attuale contesto economico e sociale del nostro Paese – ha detto ancora Giordano – desta in noi grande preoccupazione: l’aumento del debito pubblico, la crescita della disoccupazione (un giovane su tre non ha un lavoro e una donna su due non lo ha mai avuto, stando ai dati Istat), il 60% delle ricchezze del Paese in mano al 10% degli italiani, il calo dei consumi e della fiducia, sono tutti fattori che rischiano di alimentare l’indebitamento e quindi il rischio di usura. Pensiamo anche all’aumento di appartamenti messi all’asta dalle banche, il cui ricavato spesso non è sufficiente a saldare il debito”: esistono quindi famiglie a cui viene tolta la casa, senza che questo basti a reintegrarle nel sistema finanziario. Famiglie che, facilmente, diventano prede di usurai. “Di fronte a questa situazione – ha concluso Giordano – riteniamo indispensabile che le parti sociali e istituzionali uniscano le forze. Come Adiconsum, proponiamo una patrimoniale che colpisca non la prima casa, ma le grandi proprietà e i grandi evasori. E riteniamo che lo Stato debba cedere almeno il 30% del proprio patrimonio pubblico”.
A “testimoniare la presenza del governo su queste tematiche” è intervenuto Giancarlo Trevisone, commissario antiracket antiusura, il quale ha assicurato “il massimo impegno per dare tempestiva ed efficace risposta alle richieste di mutuo previste dalla legge 108/1996”, che offre agli imprenditori vittime di usura la possibilità di chiedere mutui senza interesse.

Sulla necessità di “riformare la legge 108” si è soffermato Giuseppe Maresca, direttore generale di ministero Economia e Finanze (direzione Prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario per fini illegali): “Quindici anni fa abbiamo salutato questa legge come una grande riforma ,che faceva uscire l’usura dall’ambito individuale e la riconosceva come problema sociale – ha detto – Oggi il suo valore resta immutato, ma riscontriamo la sua insufficienza: l’usura continua ad essere diffusa come e forse più di 15 anni fa; le denunce sono pochissime e i pochi processi celebrati sono a carico di istituti di credito; infine, il Fondo ha difficoltà ad erogare le risorse di cui dispone. Stiamo quindi studiando una possibile riforma della legge, che possa migliorare la sua efficacia”.

A tale proposito, nella seduta del 26 ottobre scorso la commissione Giustizia della Camera ha approvato la proposta di legge  già approvata all’unanimità al Senato, che interviene su due fronti: da un lato, modifica la disciplina vigente al fine di superare i problemi di applicazioni delle leggi 108/1996 e 44/1999; dall’altro, introduce una nuova tipologia di concordato per comporre le crisi di liquidità dei debitori, ai quali, non si applicano le ordinarie procedure concorsuali. È ora necessario un secondo passaggio al Senato per approvazione del testo emendato dalla commissione. (cl)

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