Il premier, Silvio Berlusconi, ha affermato che: “girano nei palazzi romani chiacchiere e pettegolezzi su un argomento: le dimissioni di questo Governo. Mi spiace di deludere i nostalgici della Prima Repubblica quando i governi duravano in media 11 mesi, ma la responsabilità nei confronti degli elettori e del Paese impongono a noi e al nostro Governo di continuare nella battaglia di civiltà che stiamo conducendo in questo difficile momento di crisi”.
Il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli ha detto: “Se il governo ha i numeri per andare avanti e fare le riforme bene,diversamente non resta che il voto. Governi tecnici, di coesione o come diavolo li si voglia chiamare, o peggio ancora maggioranze allargate, sarebbero un colpo di Stato e i colpi di Stato si combattono con la rivoluzione”.
Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani, in Piazza San Giovanni durante la manifestazione organizzata dal Pd, ha detto: “Prima di tutto c’è una vecchia pratica da sbrigare: Berlusconi deve andare a casa. O ci va da solo o ce lo manderemo noi, in Parlamento o alle elezioni. Ma deve andare a casa. Lo abbiamo detto da tempo. All’inizio quasi da soli. Poi, mano a mano, si sono uniti gli altri. Con un po’ di ritardo, com’è nello stile di una parte di questo paese. Quelli che sventolano la bandiera, ma solo alla fine della partita. Ma va bene lo stesso. L’importante è che lo dicano. La nostra promessa è che riporteremo l’Italia là dove deve stare. Là dove ci aspetta il mondo. Riporteremo l’Italia alla sua dignità, al suo buon nome, alla vocazione europeista che fu di Spinelli, di De Gasperi, di Prodi”.
La situazione italiana sembra più grave di quanto descritto dal premier, al punto che secondo indiscrezioni gli stessi Letta, Alfano e Verdini gli avrebbero consigliato di fare un passo indietro: “Silvio non abbiamo i numeri”. L’ Italia è commissariata, è inutile il ridimensionamento tentato da Berlusconi. Il governo Berlusconi è alle strette, all’estero così come in casa: con la defezione di due parlamentari passati all’Udc, l’esecutivo non gode più della maggioranza assoluta alla Camera dei deputati. Piazza Affari chiude con un bilancio negativo una settimana al cardiopalma. Gli investitori hanno battuto subito il colpo e lo spread Bund-Btp è tornato a cifre da vertigini: 463 punti.
La crisi dell’euro ha tenuto impegnati i leader dei 20 e l’agenda programmata ha subito le inevitabili compressioni. L’unico punto che appare positivo è rappresentato dal rinnovato impegno per tassare le transazioni finanziarie (Ftt).
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