Nel 2007, anno della sua prima partecipazione, novello dell’handbike, arrivò quarto. L’anno scorso, una foratura ai primi chilometri, rovinò tutto. Invece ieri ha dato letteralmente spettacolo, riempiendo con la sua impresa le cronache sportive di mezzo mondo. Bracciate forsennate e trionfali, a una media di 34Km/h, quelle che ha dato Alex Zanardi nella Grande Mela, alla tradizionale e ormai leggendaria Maratona di New York. E’ suo l’unico nome italiano iscritto nell’albo d’oro dell’edizione 2011, la 42°, e negli annali di sempre nella sua categoria. Sul gradino più alto del podio ci è arrivato in sella alla sua handbike, uno straordinario assemblaggio di ferri, leve e pedali che mette a punto e perfeziona lui stesso. Qualcosa è andato storto con la catena, che si è sganciata a 500m dall’arrivo, ma non ha impedito a Zanardi un recupero da outsider, il distacco di due secondi dal polacco Rafal Wilk, dietro come un’ombra. Alex chiude poco sotto l’ora e un quarto, in 1h13’58”, tempo che vale il record mondiale della manifestazione (il precedente, 1h17’48”, l’ha fissato l’americano Albor nel 2007).
“Ho sfatato il detto ‘Non c’è due senza tre’ – commenta Zanardi – anche se quando mi è caduta la catena ho pensato per un attimo che questa maratona fosse per me davvero maledetta. Invece è stata bellissima, un’emozione unica dal primo all’ultimo metro, con tanta gente che mi conosceva e mi gridava ‘Forza Alex!’. A volte penso di essere l’artefice delle mie sventure, visto che subito prima della gara avevo maneggiato sulla mia bicicletta, cambiando il paracatena – continua l’atleta -. Evidentemente qualcosa non ha funzionato, ma per fortuna sono riuscito anche stavolta a mantenere il sangue freddo e a rimettere a posto la catena in tempo record. Mi spiace invece per l’incidente dell’americano Pilon che è stato portato via in ambulanza: spero solo che non abbia gravi conseguenze e sarebbe stato bello fare la volata anche con lui”.
Ripercorriamone le fasi salienti: gara tiratissima, fin dalla prime battute, con passaggi intermedi che già facevano presagire un tempo eccellente e che ha visto come protagonisti assieme a Zanardi, l’americano Dane Pilon, suo diretto avversario anche nelle gare di paraciclismo, e il polacco Rafal Wilk. Gli ultimi metri di gara sono stati decisivi e hanno avuto anche attimi di suspense: dopo Columbus Circus, quando il percorso rientra in Central Park a circa 500 metri dall’arrivo, Zanardi ha colpito un gradino del marciapiede perdendo la catena della sua handbike. È riuscito, però, a ripartire subito, non cedendo troppo terreno ai suoi avversari e riagganciandoli dopo pochi metri. Nella volata finale, con Pilon che perdeva il controllo del suo mezzo andando a sbattere contro le transenne di recinzione, Zanardi trionfava su Wilk
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