Su Genova torna a piovere e nubi minacciose si addensano anche nel cielo del “Cavaliere”. Stamani, Bossi, entrando ai gruppi della Camera, ha detto ai giornalisti : “Abbiamo chiesto al premier di fare un passo di lato”, perché, se fosse evidente che non ha i numeri per andare avanti dovrebbe evitarsi “l’umiliazione” di perdere la fiducia e mantenere le redini della coalizione Pdl-Lega in modo da proporre una persona di cui si fida con una maggioranza più ampia e Gianni Letta e Angelino Alfano andrebbero entrambi bene”. In questo momento a Montecitorio, è in corso un primo test per Berlusconi e la coalizione Pdl-Lega Nord-Responsabili, in occasione dell’approvazione del Rendiconto generale dello Stato per il 2010. La situazione per il premier sembra essersi fatta ancora più pericolosa dopo che cinque deputati del Pdl (Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giancarlo Pittelli e Antonio Buonfiglio) hanno annunciato stamattina che non parteciperanno al voto sul Rendiconto, mettendo a rischio il raggiungimento della soglia dei 315 consensi. Il voto è previsto per le 17 e serpeggia, anche, l’incubo assenze. Francesco Nucara, segretario del Pri, non ci sarà, poiché ricoverato in clinica da domenica. Sarà presente invece Giulio Tremonti, che sta rientrando e pur di votare non parteciperà alla riunione dell’Ecofin. Si va alla conta, dunque, mentre l’opposizione sarà in aula, per garantire il numero legale, ma non intende votare. Dice il Corriere che chi ha visto, stamani, Berlusconi a Palazzo Grazioli, lo ha trovato intendo a guardare un foglio, uno schema a tutta pagina con in bella mostra alcuni punti interrogativi e le relative risposte. Se i numeri saranno inferiori a 315 Berlusconi rischia che “il Quirinale lo chiami”, ha detto stamattina la deputata del Pdl Isabella Bertolini, riferendosi alla possibilità che Giorgio Napolitano chieda a Berlusconi di verificare di avere ancora la fiducia. Se invece Berlusconi conserverà la maggioranza assoluta dei seggi per pochi voti di scarto (il 14 ottobre scorso ottenne la fiducia della Camera con 316 voti), il governo andrebbe avanti, ma resterebbe il dubbio sulla sua capacità di far passare le riforme strutturali promesse all’Unione europea. Dice bene Bossi: da lui ci attende una “mossa del cavallo”, un passo di lato, se non indietro, per il bene della destra e della Nazione. Nel bel libro “Pensare l’efficacia” il sinologo Francois Jullien ci ricorda come mentre in Occidente gli strateghi cercano azione, in Cina cercano pendenza. In Cina, il grande generale è colui che è sempre in grado di trovare una pendenza sotto di sé, in modo da vedere scorrere le sue truppe come l’acqua che segue la pendenza del terreno, senza sforzo. Ma, lo sappiamo, Berlusconi non è cinese e, certamente, anche in questo caso, perseguirà non scontri frontali, ma, attraverso “attrazioni” e “repulsioni”, lo sviluppo di nuovi rapporti di forza ambigui e malleabili, soprattutto manipolabili, con l’attacco che parte da lontano e da una apparente retrocessione e procede per vie oblique. Berlusconi vuole resistere ad ogni costo, sopra ad ogni ragionevolezza ed è convinto di avere ancora qualche chance. Ciò che, al solito, resta davvero da capire è cosa faranno le opposizioni un minuto dopo il voto. Se, come hanno calcolato con puntiglio gli strateghi del centro-sinistra, la somma degli astenuti e dei voti contro dovesse superare i “sì” della maggioranza, allora potrebbe scattare subito il tentativo di spallata al Cavaliere con la presentazione, a stretto giro di posta, della mozione di sfiducia. Sempre che il premier, preso atto della sconfitta, non anticipi tutti e si presenti spontaneamente al Colle per il passaggio di testimone. Prima di mollare, però, il Cavaliere vuole vedere cosa succederà e capire se davvero i dissidenti avranno il coraggio di tradurre le loro perplessità in un voto contrario al Governo. Cercherà, Berlusconi, di giocarsi le ultime chance contattando personalmente i malpancisti per provare a dissuaderli: stamane ha visto Bertolini e Stracquadanio, tra i firmatari della lettera recapitatagli la scorsa settimana. Dopo il voto, comunque vada, incontrerà i vertici della Lega e riconvocherà lo stato maggiore del Pdl, per decidere le prossime mosse. A questo punto sono tre i possibili scenari: la maggioranza riesce a superare il test e prova ad andare avanti; al contrario i numeri certificano la dissoluzione del Governo Berlusconi e il Cavaliere potrebbe valutare, per la richiesta al capo dello Stato, di dar vita a un esecutivo, sempre a guida centro-destra, ma allargato ai centristi. Infine, ultima ipotesi, la soluzione cara alla Lega, cioè il voto anticipato. Ieri l’ambasciatore di Bossi, il ministro Calderoli, ha tentato di convincere il premier a compiere un passo indietro, ma ha ottenuto il diniego di Berlusconi che vuole sfidare i suoi in aula. Oggi vedremo quale “mossa del cavallo” ha in serbo. Ma, soprattutto, come intende andare avanti una opposizione che dovrà pur trovare un accordo sui piani di governo, qualora le capitasse di governare.
Carlo Di Stanislao
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