Costituisce “un attentato alla ricostruzione, un colpo mortale all’economia cittadina e una violazioni delle disposizioni sui tempi dell’emissione del contributo” la situazione dell’erogazione dei finanziamenti, in particolare per le case classificate E dopo il terremoto. La filiera che segue gli iter delle pratiche per i contributi deve “disattendere le comunicazioni commissariali” che, in qualche modo, creano ostacoli al processo di ricostruzione.
Questi i passaggi principali della nota inviata dal sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e dall’assessore alla Ricostruzione, Piero Di Stefano, ai responsabili di Fintecna (che si occupa di ricevere e di protocollare le richieste dei contributi, verificando la completezza della documentazione), Reluis (che sovrintende al controllo tecnico di perizie e progetti) e Cineas (che verifica la congruità economica della richiesta). Cialente e Di Stefano, che hanno indirizzato la lettera anche al sottosegretario Gianni Letta, al commissario e al vice commissario Gianni Chiodi e Antonio Cicchetti, fanno riferimento a una serie di iniziative e disposizioni della struttura commissariale “che stanno paralizzando l’emissione dei provvedimenti di erogazione dei contributi definitivi da parte del Comune dell’Aquila”.
“Basti pensare – scrivono ancora sindaco e assessore – che la scorsa settimana la Municipalità è stata messa in condizione di emettere solo 7 contributi, a fronte di 1.604 pratiche ferme in Comune perché riferite a condomini, le cui parti comuni ancora devono essere esaminate dai consorzi della filiera, oppure a causa della mancanza di alcune pratiche private”.
Cialente e Di Stefano specificano che la paralisi delle procedure per la ricostruzione, imputabili proprio alle iniziative della struttura commissariale, è già stata denunciata in due riunioni, lo scorso 24 ottobre – tenutasi presso il dipartimento di Protezione civile – e il 3 novembre, ma la situazione di inerzia non si è modificata. “In particolare, nella riunione di giovedì scorso sono emersi 3 problemi fondamentali. Reluis e Cineas non esaminano le integrazioni, nonostante siano state proprio loro a richiederle, pervenute dopo il primo settembre scorso e già consegnate nei tempi prestabiliti. Pratiche che da mesi attendono la conclusione dell’iter e che potrebbero tradursi in un’emissione tardiva del contributo. A ciò si aggiunga che la filiera non sta esaminando le pratiche delle parti esclusive dei condomini, sia quelle presentate per la prima volta che quelle oggetto di di integrazione, indipendentemente dalla data di presentazione. Infine, Fintecna non avvia a istruttoria nessuna pratica presentata dopo il primo settembre, nemmeno quelle che sono state presentate nei tempi giusti in ragione delle pubblicazioni degli esiti di agibilità”.
Di qui l’invito a Fintenca, Reluis e Cineas a non dare seguito alle disposizioni commissariali in materia, tenendo conto “delle prestazioni che devono essere effettuate a beneficio del Comune dell’Aquila in base ai contratti vigenti e all’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri n. 3917, secondo la quale le convenzioni devono assicurare ai sindaci la completa titolarità dei servizi della società e dei consorzi, nell’ambito dell’autonomo potere che hanno i sindaci stessi nella concessione dei contributi”.
Segnalando che tale situazione “può essere fonte di severissime responsabilità per i soggetti inadempienti”, e che le disposizioni della struttura commissariale “non incidono sugli obblighi contrattualmente assunti dalla filiera nell’interesse dell’amministrazione comunale”, il sindaco Cialente e l’assessore Di Stefano concludono chiedendo l’immediato sblocco di tutte quelle pratiche che sono state presentate nei tempi dovuti, quelle singole collegate alle parti condominiali già lavorate dalla filiera, quelle condominiali, nel caso in cui siano state già esaminate le connesse pratiche per le parti private, tutte quelle oggetto di integrazioni, e tutte le altre pratiche consegnate “essendo tassativamente riservata all’amministrazione comunale l’ipotetica pronuncia di inammissibilità delle richieste”.
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