Oggi il voto finale sul disegno di legge di stabilità, che ieri venerdì 11 è passato al Senato. Subito dopo Berlusconi si recherà al Quirinale per dimettersi. Poi il capo dello Stato procederà con le consultazioni per arrivare, forse entro domenica, ad assegnare il nuovo incarico. Per il Colle il nome papabile è Mario Monti. L’ex commissario europeo è anche il candidato delle opposizioni, compreso l’Idv., ma non per Berlusconi.
Monti non è l’unico nome in lizza. Si rilancia con Angelino Alfano e Lamberto Dini. Caos piu’ completo regna nella maggioranza. La Lega Nord ribadisce la sua contrarieta’ a Monti, cosi’ come una parte del Pdl. A palazzo Grazioli si è tenuta l’ennesima consultazione ma ha registrato l’ennesima fumata nera. La confusione e’ totale tra i ‘fascisti’ come li chiama Frattini e tutta la grande componente democristiana. Oggi i giochi si dovranno però chiarire per forza.
Giorgio Napolitano aspettera’ di concludere il giro di consultazioni prima di prendere una decisione sull’incarico anche se, sottolineano fonti parlamentari, la vicenda appare gia’ decisa. Anche di fronte alla contrarieta’ del Pdl il Colle potrebbe decidere di conferire lo stesso l’incarico all’ex commissario europeo. A quel punto la partita si sposterebbe in Parlamento. Nel caso il governo non ottenesse la fiducia si aprirebbe la strada delle elezioni anticipate ma potrebbe essere il neo senatore a vita a gestire l’esecutivo fino al voto.
Intanto Napolitano sta fortificando Monti attraverso una serie di contatti internazionali :Obama, Sarkozy, Van Rompuy. I mercati, fra i punti base dello spread e i rimbalzi dei listini, sembrano aver gradito le ipotesi chiare del Colle. Imprese, banche e sindacati. Tutti chiedono governo subito. ‘Il tempo dell’attesa e’ finito. Lunedi’ l’Italia deve avere un nuovo Governo di emergenza nazionale con una guida autorevole e il piu’ ampio consenso in Parlamento”. E’ quanto scrivono Abi, Ania, Alleanza delle cooperative, Confindustria, Rete Imprese Italia, Cisl, Uil e Ugl. ”Abbiamo piena e totale fiducia nell’operato del Presidente della Repubblica”, spiegano le parti sociali, sottolineando che ”questa e’ la condizione per garantire la crescita, la stabilita’ e sopratutto la salvezza del Paese. Tutte le forze politiche, nessuna esclusa, devono dare il proprio contributo. Chi si sottrarra’ a questo impegno si assumera’ la responsabilita’ di portare il Paese in una drammatica situazione di non ritorno”.
La Cgil insiste per bocca della Segretaria generale Camusso a ricordare che l’evolvere di questa crisi è il voto.
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