Stamani, presso l’Auditorium Carispaq “E. Sericchi”, il Prefetto Giovanna Maria Iurato ha consegnato le Medaglie di Bronzo al Merito Civile, conferite dal Presidente della Repubblica con proprio decreto, ai giocatori e ai tecnici che, durante la notte del sisma, fornirono un prezioso aiuto nell’evacuazione dell’Ospedale San Salvatore.
Sono stati insigniti dell’onorificenza Massimo Mascioletti, Lorenzo Bocchini, Carlo Cerasoli, Antonio Fidanza, Ollie Hodge, Dario Pallotta e Stefano Varrella, che nella mattinata del 6 aprile 2009, allertati dall’ ex tecnico Lorenzo Cavallo, evacuarono interamente l’edificio “Delta 6”.
Una storia che ha avuto un’eco straordinario già immediatamente dopo il tremendo sisma: del 6 aprile 2009. Un fatto che ha raccontato nel nostro Paese la generosità e il senso di cittadinanza dei giocatori dell’Aquila Rugby.
L’ispettore superiore della sezione di polizia giudiziaria della Polizia di Stato, Lorenzo Cavallo, ha ricordato, con grande emozione quei terribili momenti che alle prime luci dell’alba del 6 aprile 2009 resero protagonisti alcuni giocatori nero-verdi.. “Giunto all’ospedale, tra il continuo sopraggiungere di politraumatizzati, dopo aver incontrato il dottor Festuccia e il dottor Castellani, mi venne in mente che una grande squadra di soccorso poteva essere messa in campo: quella dell’Aquila rugby”., ha detto Cavallo.
L’invio di sms fu l’unica speranza di comunicazione: gli atleti risposero con un “Eccomi” che determinò la salvezza di tante vite. In una situazione di gravissimo pericolo per il susseguirsi di forti scosse, i giocatori tempestivamente accorsero in aiuto salvando i ricoverati del reparto di lungodegenza, ospedalizzati non autosufficienti, incapaci di potersi muovere
“Non fui tanto sorpreso nell’apprendere la notizia – ha affermato il sindaco Massimo Cialente presente stamani all’evento – la necessità e la spontaneità con cui gli atleti misero a servizio degli altri la propria forza morale e fisica, è una dote costitutiva della cultura del rugby”.
Gesti di altruismo furono dimostrati anche nella fase successiva all’emergenza. I ragazzi rugbisti – afferma Cavallo – furono presenti anche nelle tendopoli per dare sostegno a chiunque, in nome di un legame indissolubile, fortemente biunivoco, che lega l’Aquila Rugby alla cittadinanza.
Il ricordo si impregna di dolore al pensiero di Lorenzo Sebastiani, uno dei ragazzi della squadra che in quella notte, a causa del crollo dell’abitazione in cui si trovava, ospite di alcuni amici, trovò la morte.
L’Aquila Rugby è oggi suggellata da quel simbolo indelebile in cui la città si identifica con orgoglio e si presenta al resto del Paese.
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