Ragazzo muore in ospedale a Viterbo: sospetto caso “Cucchi”

Denuncia di essere stato pestato dagli agenti della Polizia che lo avevano arrestato, al pronto soccorso di un ospedale di Roma. Tre giorni dopo il fermo, in un letto del reparto per detenuti dell’ospedale “Belcolle” di Viterbo,  e’ morto, per cause da accertare. Il nuovo caso di morte sospetta nelle carceri e’ stato denunciato dal garante […]

Denuncia di essere stato pestato dagli agenti della Polizia che lo avevano arrestato, al pronto soccorso di un ospedale di Roma. Tre giorni dopo il fermo, in un letto del reparto per detenuti dell’ospedale “Belcolle” di Viterbo,  e’ morto, per cause da accertare. Il nuovo caso di morte sospetta nelle carceri e’ stato denunciato dal garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, che afferma: “Invito la magistratura a fare al piu’ presto chiarezza sulle circostanze che hanno portato a questo decesso, anche per sgomberare al piu’ presto ogni nube e per evitare l’atroce sensazione di trovarsi davanti ad un nuovo caso Cucchi”.

La vittima si chiama Cristian De Cupis, romano di 36 anni, residente nel quartiere Garbatella. Secondo le informazioni in possesso del garante l’uomo – affetto da diverse problematiche di carattere sanitario – viene arrestato il 9 novembre alla stazione Termini per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale. Condotto al pronto soccorso dell’ospedale “Santo Spirito” l’uomo, che aveva delle escoriazioni alla fronte, avrebbe riferito ai medici di essere stato percosso dagli agenti che lo hanno arrestato e, per questo, avrebbe anche sporto denuncia.

Il 10 novembre, De Cupis viene trasferito – in ambulanza e scortato dalla Polizia – nella struttura protetta dell’ospedale “Belcolle” di Viterbo dove viene sottoposto a tutti gli esami di rito, compresa una tac. Il giorno seguente sarebbe stato anche convalidato l’arresto e disposti gli arresti domiciliari non appena finito il ricovero. La mattina del 12 novembre, pero’, De Cupis muore. I familiari sarebbero stati avvertiti dell’arresto solo dopo l’avvenuto decesso.

A chi lo ha incontrato nei giorni del ricovero l’uomo era parso a tratti agitato e a tratti lucido, comunque non in condizioni che potessero far immaginare una morte repentina. A conferma di cio’, la circostanza che l’uomo, solo due giorni prima dell’arresto, si era rivolto ad una struttura di orientamento per detenuti per cercare un lavoro. La salma e’ stata posta a disposizione dell’Autorita’ giudiziaria e questa mattina si e’ svolta l’autopsia.

“Attendiamo l’esito degli esami autoptici per capire cosa e’ successo- ha aggiunto Marroni- ma, comunque ho deciso di inviare una nota al ministero della Giustizia e a quello dell’Interno sollecitando le verifiche del caso. Questa vicenda presenta dei lati non ancora chiariti, che necessitano di un approfondimento e, soprattutto, di chiarezza. Quella chiarezza che meritano i famigliari di quest’uomo e le centinaia di operatori della sicurezza che svolgono con correttezza e abnegazione il proprio lavoro”.

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