Il giudice per le udienze preliminari di Taranto, Pompeo Carriere, in un provvedimento di 18 pagine, ha rigettato la richiesta di scarcerazione per Cosima Serrano e Sabrina Misseri: le domande erano state avanzate la scorsa settimana dai rispettivi legali.
Franco de Jaco, legale di Cosima, dice: “E’ una decisione che ci aspettavamo . Chissà, se questa scelta è un’anticipazione di quello che accadrà lunedì”. In ogni caso la linea non cambia: “Andremo avanti” questo il commento di uno dei due difensori di Sabrina, Nicola Marseglia, dopo aver letto le motivaziopni del gup.
Il gup scrive: Sabrina e sua madre Cosima dunque devono restare in carcere perché possono “uccidere ancora, inquinare le prove e persino fuggire”. A loro carico, secondo il magistrato, persistono gravi indizi di colpevolezza. Il giudice è partito da una considerazione iniziale: l’omicidio è maturato in ambiente familiare e non poteva non essere a conoscenza di tutti, chiunque ne sia stato l’autore. Poi esamina e valorizza le intercettazioni ambientali e le dichiarazioni testimoniali che rafforzano l’idea che le due donne accusate dell’omicidio possano reiterare i reati.
Motivazioni pesanti che anticipano di fatto, secondo la difesa, il contenuto del decreto che lo stesso magistrato firmerà il 21 novembre quando disporrà il rinvio a giudizio di Sabrina e Cosima con l’accusa di aver sequestrato e ucciso la 15enne e di aver soppresso il suo cadavere con l’aiuto di Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima. Lunedì il gup, oltre che sulla richiesta di rinvio a giudizio delle due donne, dovrà decidere se mandare a dibattimento o prosciogliere altri otto imputati (tra cui il contadino di Avetrana) e dovrà emettere sentenza nei confronti di tre indagati che hanno chiesto di essere giudicati con rito abbreviato.
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