E’ stata inaugurata presso il Museo della Battaglia (MUBA) di Ortona la mostra “I canadesi in Italia”, alla presenza di James Fox, Ambasciatore del Canada in Italia. La mostra rimarrà aperta fino all’11 dicembre 2011.
La mostra, alla quale è stata conferita la Medaglia di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, è stata curata dal Centre Juno Beach del Canada, con la direzione dello storico Eric McGeer ed è dedicata alle forze canadesi che contribuirono alla liberazione dell’Italia nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
L’ambasciatore, accompagnato dall’addetto militare colonnello Donald Denne, è stato ricevuto dal sindaco di Ortona, Nicola Fratino, e dall’assessore provinciale alla cultura, Remo Di Martino, e da altre autorità civili, militari e rappresentanti delle associazioni combattentistiche. Presente anche il senatore canadese, di origini italiane, Consiglio Di Nino. Dopo l’inaugurazione del museo, l’ambasciatore ha deposto dei fiori al monumento “Il Prezzo della Pace” sito in Piazza Plebiscito, una scultura in bronzo dell’artista Bob Surette, donata a Ortona dal Canada nel 1999.
Un fuori programma ha preceduto l’omaggio al vicino cimitero di guerra di “Moro River”, dove sono sepolti 1375 militari canadesi. L’ambasciatore, accompagnato dal vescovo della diocesi di Lanciano-Ortona, Mons. Emidio Cipollone, ha desiderato visitare la cattedrale di S. Tommaso che ospita le reliquie dell’apostolo Tommaso, anch’essa fortemente danneggiata dalle mine tedesche in quel drammatico dicembre 1943.
La mostra di Ortona, preceduta da esposizioni a Crema (giugno) e Milano (ottobre), assume un particolare significato simbolico perché la città adriatica è stata dichiarata “Luogo di interesse storico nazionale del Canada” e per essere allestita all’interno del Museo ubicato nell’ex Complesso S. Anna, inaugurato nell’anno 2002 per rendere onore alle vittime cadute in quel terribile dicembre 1943, tra cui numerosi militari canadesi e tedeschi. Un luogo per non dimenticare il dramma della guerra, ma anche per guardare al futuro, riflettendo sull’importanza della pace.
Il direttore del Museo, Tito Viola, mi spiega come la raccolta di foto, pubblicazioni, quadri, armi, uniformi militari, attrezzature belliche del secondo conflitto mondiale si stia progressivamente arricchendo grazie a donazioni di reduci canadesi o loro familiari che hanno creduto nella serietà del progetto museale, eleggendolo a luogo della propria memoria.
Antonio Bini
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