Le agenzie di protezione ambientale e le associazioni ambientaliste possono dirsi soddisfatte. Il Decreto Sviluppo conteneva una pericolosa norma, l’art.12, che consentiva una maggiore esposizione a quei campi elettromagnetici che sono classificati dallo Iarc (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) come “possibilmente cancerogeni”. Ma un intervento critico tempestivo di AssoArpa (Associazione Agenzie per la Protezione Ambientale), appoggiato da Rete No elettrosmog, PeaceLink e Legambiente, hanno scongiurato l’approvazione della norma in questione. La bozza dell’articolo sembrava voler forzare i limiti di legge.
“In particolare – sottolineava Legambiente – è prevista l’introduzione di un nuovo metodo di rilevamento basato sul valore di 6 volt per metro nell’arco delle 24 ore e non nell’arco dei 6 minuti come avviene oggi”.
Il Decreto Sviluppo, all’articolo 12, intendeva utilizzare inoltre per balconi, terrazzi, spazi aperti condominiali il limite di 20 volt/metro invece di 6 volt/metro. Secondo PeaceLink “se approvato, questo decreto rischiava di mettere seriamente a rischio la salute di milioni di italiani perché sarebbe stato più facile, per i gestori, installare antenne vicino alle abitazioni”.
Contrari alle modifiche normative si erano detti subito gli organi tecnici, da Ispra alle Arpa, che avevano lanciato un appello scientificamente documentato.
L’allarme lanciato da AssoArpa, l’associazione di tutte le Arpa d’Italia coordinata dal prof. Giorgio Assennato, ha sortito l’effetto sperato, evitando che nel decreto sviluppo si prevedessero limiti più permissivi per l’inquinamento elettromagnetico. AssoArpa da dichiarato:
“Si comunica che dal Decreto Sviluppo approvato lo scorso 12 novembre è stato ritirato l’articolo 12, che modificava la normativa sulle misure dei campi elettromagnetici, articolo che era stato oggetto di una nota critica di AssoArpa e di ISPRA, in quanto la sua approvazione avrebbe comportato la riduzione della tutela della popolazione. Consideriamo questa decisione un successo del sistema agenziale, con l’auspicio che le decisioni politiche in materia ambientale vengano adottate anche tenendo conto dei pareri degli organi tecnico-scientifici”.
Dal canto loro, PeaceLink e Legambiente hanno accolto l’allarme dandogli risonanza.
“Anche se il potenziamento delle reti di telecomunicazioni mobili del Paese e in particolare dei servizi multimediali a banda ultra larga è giusto – ha spiegato Legambiente – non può passare
attraverso una semplificazione della normativa che tutela la popolazione dall’esposizione dei campi elettromagnetici. La salute delle persone è sempre prioritaria e visto che autorevoli studi confermano i rischi legati all’esposizione alle radiofrequenze, i provvedimenti in questa materia devono essere presi con assoluta cautela”
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