Buio ancora fitto sulla vicenda di Yara Gambirasio, a quasi un anno dalla sua scomparsa e a 9 mesi dal ritrovamento del corpo. Pochi passi avanti nelle indagini. Una vita limpida divisa tra famiglia, scuola e sport, nulla nella sua vita e’ stato trovato per aiutare gli investigatori a capire cosa l’abbia trascinata in quella fine atroce. L’ultima speranza e’ legata ai Dna prelevati per risalire all’assassino.
Yara Gambirasio aveva poco più di 13 anni quando scomparve, nel pomeriggio del 26 novembre. Un fisico ancora infantile, era iscritta alla terza media presso un istituto delle suore Orsoline a Bergamo. Tesserata per la Polisportiva Brembate Sopra, si allenava nella categoria juniores per la ginnastica rtimica. Aveva ottenuto buoni risultati in diversi tornei, nel corpo libero, fune, palla, cerchio. Venne trovata morta tre mesi dopo il 26 febbraio in una campo di Chignolo d’Isola a una decina di chilometri di distanza da Brembate.
Tante le iniziative che i cittadini di Brembate vorrebbero intraprendere per ricordare Yara Gambirasio, una tra tante quella di intitolare la polisportiva dove era il mondo di Yara e dove è stata vista l’ultima volta viva. Ma, il sindaco, Diego Locatelli, spiega: «Ho dovuto dire di no, a quella come ad altre iniziative che i miei concittadini vorrebbe organizzare per ricordare Yara. Qualcosa faremo prima o poi, ma adesso la ferita è ancora troppo dolorosa, la famiglia non ne vuole sapere, e se intitolassimo qualcosa a Yara, se le dedicassimo qualcosa, sarebbe come archiviare, mettere da parte definitivamente la sua morte».
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