La diminuzione dei decessi dovuti all’Hiv/Aids “rappresenta un progresso importante”, secondo l’organizzazione medico-umanitaria Medici senza frontiere (Msf), la ma anche “il numero delle persone sottoposte a trattamento deve aumentare in misura consistente dal momento che le nuove evidenze scientifiche mostrano che grazie alle cure è possibile salvare vite e prevenire il contagio. Ciò richiederà lo stanziamento di ulteriori fondi per i farmaci antiretrovirali”. Il riferimento di Msf è ai dati Unaids.
Tuttavia, nel giorno in cui i rappresentanti del Fondo Globale per la lotta all’Aids, alla Tubercolosi e alla Malaria si riuniscono ad Accra (Ghana), Msf ricorda come negli ultimi due anni i finanziamenti per la lotta all’Aids siano diminuiti costantemente.
Afferma Msf: “Nel 2011, importanti ricerche hanno mostrato che una persona sottoposta tempestivamente a trattamento per l’HIV ha il 96% di probabilità in meno di trasmettere il virus ad altri. Quest’anno ha visto anche un incremento dell’impegno politico per la lotta all’Aids: gli Stati Uniti hanno annunciato di recente l’obiettivo di ‘dare una svolta alla lotta all’Aids’, dichiarazione un tempo politicamente inimmaginabile. Nel mese di giugno, i governi si sono impegnati a portare a 15 milioni entro il 2015 il numero di persone in cura per l’Hiv, prevedendo che il Fondo Globale finanzi il 50% della spesa necessaria”.
Alla luce dei crescenti ostacoli all’ampliamento delle cure, Msf fa appello ai paesi donatori e ai governi degli Stati beneficiari “affinché assicurino che gli obiettivi enunciati quest’anno divengano realtà. Tuttavia, sinora i fondi necessari a convertire i progressi scientifici e politici del 2011 in un’effettiva, robusta estensione dei trattamenti non si sono materializzati. Questo obbliga il Fondo Globale, per la prima volta dalla sua creazione nel 2002, a sospendere per un anno il finanziamento di nuovi progetti”.
“Mai, in oltre dieci anni di trattamenti per le persone affette da HIV/AIDS, siamo stati così vicini a invertire il corso di questa epidemia – ha dichiarato Tido von Schoen-Angerer, direttore della Campagna per l’Accesso alle cure essenziali di Msf -. I governi di alcuni dei paesi più colpiti vogliono cogliere l’occasione offerta dai progressi scientifici per arrestare l’espansione dell’Aids. Ma i loro propositi rimarranno lettera morta in assenza di finanziamenti”.
In vari paesi dove opera Msf – come il Malawi, lo Zambia, il Kenya e il Sudafrica — i governi locali hanno ambiziosi programmi per l’Hiv, che prevedono misure come l’inizio del trattamento già allo stadio iniziale della malattia, il trattamento immediato di persone sieropositive i cui partner non siano infetti e l’avvio rapido delle cure a vita per le donne incinte.
”Senza un aumento dei fondi, tuttavia – ribadisce Msf -, si sta perdendo l’opportunità di prevenire il diffondersi dell’infezione e c’è addirittura il rischio di fare dei passi indietro. L’ammanco di bilancio del Fondo Globale per quest’anno e il prossimo implica l’impossibilità di finanziare gli ambiziosi propositi dei governi locali volti a salvare più vite e ridurre fortemente il numero di nuovi contagiati”. Msf osserva come persino i programmi nazionali anti-Aids esistenti rischino di essere drasticamente ridimensionati in paesi come lo Zimbabwe, il Mozambico e la Repubblica Democratica del Congo.
Medici senza frontiere fa appello al Fondo Globale affinché non ritardi ulteriormente, riduca o limiti la nuova tornata di finanziamenti. I donatori e il Fondo Globale dovrebbero aumentare i contributi necessari a sovvenzionare le proposte migliori, per consentire ai paesi di realizzare gli interventi prioritari in grado di produrre il massimo impatto sull’epidemia.
“In questo momento siamo in una situazione assurda: tutti i segnali indicano la possibilità di mettere un freno all’Hiv/Aids, ma la riduzione dei fondi ci sta spingendo nella direzione opposta – afferma Shelagh Woods, responsabile dei progetti di Msf nelle regioni rurali del Malawi -. “Dobbiamo agire in fretta e raggiungere più persone possibili per salvare vite ed evitare di fare passi indietro, ma i governi non possono farcela da soli”.
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