Emilia Romagna: meno morti bianche e infortuni

Diminuiscono morti bianche e infortuni sul lavoro in Emilia-Romagna, ma aumenta il “rischio strada”. Gli incidenti avvenuti in strada in occasione di lavoro sono cresciuti del 9,1% nel 2010, per un totale di 6.971 casi. È il dato più rilevante del rapporto regionale Inail 2010, presentato oggi dal direttore Alessandro Crisci, che in generale presenta […]

Diminuiscono morti bianche e infortuni sul lavoro in Emilia-Romagna, ma aumenta il “rischio strada”. Gli incidenti avvenuti in strada in occasione di lavoro sono cresciuti del 9,1% nel 2010, per un totale di 6.971 casi. È il dato più rilevante del rapporto regionale Inail 2010, presentato oggi dal direttore Alessandro Crisci, che in generale presenta un quadro in linea con quello del 2009. Le morti sul lavoro sono scese da 92 a 87 (-5,4%), mentre gli infortuni denunciati sono diminuiti da 107.647 a 105.993 (-1.5%). “Uno 0,5% va però imputato alla crisi”, spiega Crisci, “teniamo conto che nel 2010 c’è stata un’ulteriore contrazione delle ore lavorate”. Secondo il direttore “ogni segno meno è positivo, ma non ci può essere tanta soddisfazione, anche se stiamo andando nella direzione giusta”.

Per quanto riguarda gli incidenti mortali, è da segnalare che la maggior parte dei decessi non si verifica nel luogo di lavoro. Su 87 morti bianche, infatti, solo 27 avvengono nell’ambiente di lavoro, mentre 29 si verificano “in itinere” (cioè nel tragitto casa-lavoro e viceversa) e 31 in strada durante il lavoro. Proprio per fronteggiare il “rischio strada”, Inail intende  proseguire nei progetti di formzione per autisti: in partenza c’è un’iniziativa rivolta in particolare agli autisti stranieri. Gli stranieri, in generale, rimangono infatti più a rischio degli italiani. Nel 2010 crescono infatti dell’1,5% gli infortuni che li coinvolgono, nonostante la loro presenza sul mercato del lavoro sia calata dell’1,1%: nel complesso gli infortuni che coinvolgono stranieri sono stati 22.918. Crescono anche le malattie professionali denunciate: nel 2010 si registra un +30,3%, con 6.415 casi, grazie alle attività per l’emersione del fenomeno. Le più frequenti sono le tendiniti (2.054 casi) e le affezioni dei dischi intervertebrali (1.175).

Il settore produttivo più a rischio rimane quello delle costruzioni, che però fa registrare ormai da 5 anni una diminuzione degli infortuni. Nel 2010 si è registrato un ulteriore calo del -11.9%, con 8.720 casi denunciati. Gli nfortuni mortali in questo settore sono stati 18 (contro i 19 del 2009): 9 in ambiente ordinario, 7 da circolazione stradale e 2 in itinere. Dopo le costruzioni, gli altri settori più a rischio infortuni sono i trasporti (7.715 casi), le attività immobiliari e i servizi alle imprese (6.461) e l’industria dei metalli (4.944). Inail e regione Emilia-Romagna stanno però per intervenire proprio sul settore delle costruzioni, come spiega l’assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli. “Firmeremo un accordo per utilizzare una tecnologia moderna per controllare i cantieri”, spiega l’assessore riferendosi a Repac, “un sistema elettronico che consente di controllare chi entra, chi esce e quanto lavora. Lo abbiamo sperimentato per i cantieri della variante di valico e sta funzionando”.

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