Le famiglie numerose tornano in piazza: pochi minuti fa si è concluso l’incontro con Roberto Alesse, consigliere politico istituzionale del presidente della Camera, che ha ricevuto i delegati dell’associazione al posto dello stesso Fini, impegnato nella discussione dei sottosegretari. In questo momento si stanno radunando davanti a Montecitorio, dove torneranno a manifestare le proprie istanze, come fecero appena qualche settimana fa, prima che il governo cambiasse. Non c’è clima di ottimismo, in questa giornata di protesta: “Il dottor Alesse ci ha riportato le preoccupazioni del presidente Fini rispetto alla condizione delle famiglie italiane – ci riferisce Alessandro Soprana, responsabile dei contatti politici dell’Anfn – Nell’ambito dei provvedimenti del nuovo governo, ci ha raccomandato di segnalare le incongruenze rispetto alle nostre richieste: provvederemo a farlo, emendando puntualmente i decreti che saranno presentati”.
Ciò non basta, però, a rasserenare gli animi: “Se il buongiorno si vede dal mattino, questa è una giornata molto nuvolosa”, dichiara il presidente dell’Anfn, Mario Sberna. “Se proviamo a leggere i primi giorni di questo governo, il termine famiglia non compare affatto nelle dichiarazioni ufficiali: questa nuova stagione inizia nel peggiore dei modi”. Dal punto di vista più strettamente politico, preoccupa il fatto che “il governo Prodi dedicava alla famiglia un ministero, Berlusconi gli riservava un Sottosegretariato, Monti per ora non gli ha prestato alcuna attenzione: spero di essere smentito nei prossimi giorni, con la nomina dei sottosegretari. D’altra parte, non devono essere le associazioni a dire al premier che serve un’istituzione politica preposta alla famiglia: lo dice chiaramente la Costituzione, negli articoli 29, 30 e 31”.
D’altro canto, “è vero che da questo governo potremmo aspettarci qualcosa di meglio del precedente: forse potremo smettere di occuparci di festini e rimetteremo al centro tematiche più serie, legate a valori. Finora, però, il valore a cui maggiormente si fa riferimento è l’equità: un bel contenitore, che però va riempito di contenuti. E in cui le famiglie devono essere fortemente presenti”.
Le preoccupazioni sono forti: “Se questo governo non farà qualcosa per le famiglie – ribadisce Sberna – ci troveremo a subire quel taglio lineare del 20% alle detrazioni inventato da Tremonti: nel mio caso personale, per esempio, i 400 euro attuali di detrazione per i figli a carico diventerebbero 320”. Una tagliola che sarebbe facile evitare, se “solo si ingaggiasse una lotta seria all’evasione fiscale. Questa renderebbe sostenibile la realizzazione delle misure che torniamo oggi a chiedere con urgenza”. Queste le priorità indicate dall’associazione: una riforma fiscale che, tramite l’introduzione del fattore famiglia, tenga conto dei carichi familiari; la modifica immediata dell’Isee, con l’introduzione di coefficienti che diano importanza agli stessi carichi familiari; raddoppio immediato degli assegni familiari ed estensione degli stessi ai lavoratori autonomi e coltivatori diretti; tre anni di contributi figurativi ai fini pensionistici per ogni figlio messo al mondo. “Speriamo di ricevere oggi stesso qualche rassicurazione – conclude Sberna – altrimenti torneremo a casa con la coda tra le zampe, come tante volte ci è capitato”. (cl)
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