“L’altra Italia” di Goffredo Palmerini non è un “libro da ombrellone”

“L’altra Italia” di Goffredo Palmerini non è un “libro da ombrellone” – per questo l’editore ha pensato bene di farlo uscire in autunno –  è un “libro da comodino”. Non ha una trama che avvince, ma parla di una realtà che alimenta la voglia di sapere, nel senso di sentirsi partecipe.  E’ questo, non c’è […]

L’altra Italia” di Goffredo Palmerini non è un “libro da ombrellone” – per questo l’editore ha pensato bene di farlo uscire in autunno –  è un “libro da comodino”. Non ha una trama che avvince, ma parla di una realtà che alimenta la voglia di sapere, nel senso di sentirsi partecipe.  E’ questo, non c’è dubbio, il primo sentimento che suscita, così come gli altri tre, questo quarto volume.

Perché, vedete, se i grandi quotidiani italiani non hanno impiegato molto a spegnere i loro riflettori puntati sull’Abruzzo messo in ginocchio ma non domato dal terremoto, il suo piccolo e personale spot, Palmerini non solo non lo ha mai spento, ma nemmeno lo ha soffuso. Ed occorre, innanzitutto, riconoscere all’autore il merito di aver portato sotto i nostri occhi, spesso distratti da un’informazione standardizzata, realtà assai poco conosciute, quando non misconosciute, che rappresentano un’Italia che , proprio per questo, è un’altra Italia.

Il fatto che decine di testate italiane edite all’estero – nel mondo sono circa 150, edite in 21 Paesi diversi di 5 continenti – abbiano ospitato gli articoli di Goffredo Palmerini, qui raccolti, è garanzia, se ce ne fosse bisogno, della loro qualità. Ma, come dirigente della Fusie, mi piace soprattutto notare che la firma di Palmerini su questi giornali è, a sua volta, garanzia della loro qualità. Sono testate, non bisogna dimenticarlo che, con circa 40 milioni di copie di tiratura complessiva annua, oggi rappresentano se non l’unico il più importante strumento di promozione della lingua e della cultura italiane all’estero, il cui insegnamento è richiesto ogni anno da centinaia di migliaia di stranieri. E la lingua e la cultura italiane sono oggi una lingua ed una cultura molto amate.

Ancora poche righe per ricordare il difficile e delicato momento che sta attraversando la stampa italiana all’estero, alle prese con problemi di costante aggiornamento tecnologico, di inadeguati aiuti dallo Stato, di necessaria crescita ed evoluzione rappresentativa, il tutto in un clima di montante diffidenza generale nei confronti di tutto ciò che è “italiano all’estero”. Una diffidenza di cui è esempio lampante la revisione che si propone, in senso abrogatorio, di istanze rappresentative, come gli eletti all’estero, recentissima conquista, frutto di una battaglia durata cinquant’anni.

In questo clima, dunque, volumi come quello di cui ci occupiamo oggi, sono l’eccezione positiva e rappresentano, lo dico con egoistico ottimismo, anche la speranza di un futuro diverso per l’editoria italiana all’estero.

Giuseppe Della Noce 

 


 Giuseppe Della Noce è nato a Napoli il 31 gennaio 1946. Giornalista professionista, vive e lavora a Roma. E’ direttore responsabile dell’Agenzia quotidiana AISE. Dopo gli studi superiori, si dedica a tempo pieno al giornalismo. Nel 1975 è coordinatore di redazione del settimanale a tiratura nazionale  “Tuttoggi”, poi corrispondente da Roma del quotidiano “Tuttoquotidiano” di Cagliari. Iscritto dal febbraio 1977 all’Ordine dei Giornalisti di Roma, subito dopo diventa redattore dell’Agenzia AISE. Per due anni ricopre l’incarico di Addetto Stampa del Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri, Franco Foschi. Dal 1978 al 1981 collabora alla terza pagina del quotidiano “Il Mattino” di Napoli e dal 1980, per cinque anni, è condirettore del mensile “La Cooperazione”. Dal ‘78 all’83 collabora alla pagina esteri e terza pagina del quotidiano “L’Umanità”, di cui diventa poi responsabile della pagina esteri. Condirettore per due anni dell’Agenzia AISE, dal  1986 ad oggi ne è il direttore responsabile. E’ Segretario Generale nella Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero (Fusie).

 Annotazione biografica a cura di Goffredo Palmerini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *