L’ultima protesta è quella di centinaia di pendolari della Valle Peligna contro i tagli annunciati dall’Arpa sul collegamento da Sulmona a Roma, che si unisce ad altre contestazioni nelle aree interne dell’Abruzzo per il servizio di trasporto totalmente inadeguato sia su gomma che su rotaia.
La linea ferroviaria L’Aquila – Sulmona, chiusa d’estate e con corse limitate per il resto dell’anno;la linea Sulmona-Carpinone, praticamente chiusa;i collegamenti dell’Arpa sono chiaramente insufficienti e dettati solo da calcoli economici in relazione ai potenziali fruitori e non alle esigenze dei cittadini e dei pendolari.
L’Arpa razionalizza e taglia per far quadrare il bilancio, ma lo fa in modo indiscriminato, guardando ai numeri e non al servizio di un territorio ampio, disagiato e spesso poco abitato.
L’Arpa deve evitare sprechi, è vero, ma dovrebbe ricercare altrove eventuali sprechi, non sui collegamenti delle zone interne, che sono essenziali per la vita e la soppravvivenza delle popolazioni della montagna e per i tanti giovani che studiano a L’Aquila, a Sulmona o Avezzano.
L’Arpa, d’altra parte, è una società a capitate interamente pubblico che dovrebbe avere come priorità il servizio pubblico, da assicurare secondo un corretto piano dei trasporti in ogni angolo della Regione, anche quello più marginale.
E la Regione, titolare della maggioranza delle quote del capitale, che fa?
Presidente, Assessori, Consiglieri si disinteressano, vivono in un altro mondo, sicuramente non in quello delle zone interne, ridotto in condizioni da terzo mondo.
L’Assessore regionale al ramo assiste indifferente a questa gestione verticistica e ragionieristica, non ascolta nemmeno le legittime proteste dei cittadini, tanto dopo la protesta, non succede nulla!
Illustrissimi Presidente, Chiodi, ed Assessore, Morra, non vi viene in mente che forse per assicurare una corsa in più ai pendolari della Valle Peligna o agli studenti dell’Università dell’Aquila basterebbe ridurre le tante e corpose indennità di carica e di funzione degli Amministratori e dei Direttori dell’Arpa?
Un Presidente, un Vice Presidente, 4 Membri del Consiglio di Amministrazione, 5 Direttori e 3 Membri del Collegio sindacale, tutti con lauti stipendi, non sono un po’ troppi solo per tagliare le corse e per ridurre i collegamenti nell’Abruzzo interno?
In un momento di difficoltà economica, di evidenti disfunzione dei servizi pubblici e di grave crisi del rapporto politica-cittadini, un segnale di moralità e di rigore sarebbe essenziale per frenare il giustificato senso di sfiducia che cresce verso le Istituzioni locali e regionali.
Lelio De Santis
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