Don Ciotti chiuderà il corso ‘A scuola di antimafia’

Sarà don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, a chiudere il corso “A scuola di antimafia. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati”; la cerimonia è in programma per domani mattina a Cosenza nell’aula magna dell’Università della Calabria. Il corso è stato pensato con l’obiettivo di fornire contenuti conoscitivi utili per consolidare le prospettive dell’antimafia sociale, […]

Sarà don Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera, a chiudere il corso “A scuola di antimafia. Il riutilizzo sociale dei beni confiscati”; la cerimonia è in programma per domani mattina a Cosenza nell’aula magna dell’Università della Calabria. Il corso è stato pensato con l’obiettivo di fornire contenuti conoscitivi utili per consolidare le prospettive dell’antimafia sociale, coniugando i nuovi strumenti che la legislazione offre in tema di riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata con le chiavi di lettura del fenomeno mafioso. In particolare, il corso ha inteso fornire, attraverso un approccio interdisciplinare, elementi di conoscenza utili all’elaborazione di proposte concrete, a partire dai contesti territoriali. Durante il percorso formativo sono state utilizzate le metodologie classiche dell’alta formazione (lezioni frontali, studio e discussione di casi, testimonianze/confronto con esperti del settore) e una serie di strumenti laboratoriali che hanno avuto come obiettivo la progettazione per un riutilizzo concreto dei beni confiscati. Il progetto è stato reso possibile grazie alla sinergia tra diversi soggetti istituzionali e del mondo associativo particolarmente impegnati nella lotta alle mafie.

Tra i soggetti proponenti l’Università della Calabria, Magistratura Democratica, Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni confiscati alla criminalità, associazione “Libera”, Csv Cosenza. Presentato nello scorso mese di luglio, il corso ha in breve tempo raggiunto il numero massimo di iscritti (sessanta unità), a testimonianza dell’interesse suscitato nella regione da un’operazione volta alla costruzione di reti virtuose, alternative a quelle clientelari e mafiose. Le sessanta persone che vi hanno potuto prendere parte provengono da tutta le province calabresi e sono rappresentative di differenti fasce d’età: i più giovani sono studenti universitari che da poco hanno superato i vent’anni e i più anziani sono affermati professionisti, in alcuni casi over sessanta. Tante anche le professioni rappresentate, dal mondo della scuola  a quello istituzionale e amministrativo: avvocati e commercialisti in prevalenza ed anche operatori del mondo dell’informazione. Da sottolineare anche una significativa presenza di persone che operano nell’ambito delle forze dell’ordine e della sicurezza. Il corso è stato reso possibile dai docenti che hanno offerto a titolo gratuito le proprie competenze. Ciò ha permesso una tassa di iscrizione contenuta a fronte delle sole spese di organizzazione e di utilizzo della struttura.

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