Il 16% delle donne soffre di depressione post-parto

In maternita’ circa il 16% delle donne e’ affetto da disturbi mentali, percentuali destinate a salire, con un piu’ attento riconoscimento della patologia, ma con migliori e maggiori opportunita’ di prevenzione, diagnosi e cura. Le ‘Linee guida fondamentali per prevenzione e cura’, sono state presentate oggi a Milano dagli autori del volume, con una testimonial […]

In maternita’ circa il 16% delle donne e’ affetto da disturbi mentali, percentuali destinate a salire, con un piu’ attento riconoscimento della patologia, ma con migliori e maggiori opportunita’ di prevenzione, diagnosi e cura. Le ‘Linee guida fondamentali per prevenzione e cura’, sono state presentate oggi a Milano dagli autori del volume, con una testimonial d’eccezione, Camila Raznovich, gia’ mamma e al sesto mese della seconda gravidanza, ed autrice del volume ‘M’ammazza’, uscito da poco in libreria proprio su questo tema. Il progetto, frutto del lavoro di numerosi specialisti e dei sei centri d’eccellenza di Milano, Torino, Pisa, Ancona, Napoli e Catania, coinvolti nel progetto ideato dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), e’ partito l’anno scorso con una prima campagna di sensibilizzazione alla depressione perinatale.

Per l’occasione e’ stato presentato, per la prima volta, anche il volume scientifico ‘Overcoming posnatal depression’ della Cic edizioni internazionali e curato dal professor Claudio Mencacci, autore delle Linee guida.

“Uniformare l’approccio diagnostico- si legge in una nota- e delineare un percorso di lavoro piu’ formalizzato laddove i tratti comuni di tristezza, ansia, pianto tipici della maternita’ assumono connotazioni persistenti che condizionano l’equilibrio psichico della donna e compromettono la relazione mamma-bambino”.

Oggi questo fenomeno colpisce il 16% di donne nel periodo della maternita’, con percentuali dal 10-16% al 14-23% in gravidanza, e dal 10-15%al 20-40% nel post-partum. In quest’ultimo caso con possibili ricadute successive. In particolare, il 13% di donne sperimenta gia’ un disturbo dell’umore, durante le prime settimane dopo il parto, il 14,5% nei primi tre mesi postnatali, con episodi depressivi maggiori o minori, ed il 20% nel primo anno dopo il parto. Non vanno dimenticati neppure gli episodi di maternity blues (50-80%) o le psicosi post-partum (1 su ogni 1.000 parti). Unico dato, relativamente positivo, e’ la diminuzione nell’ultimo anno degli infanticidi, passati da 14 casi del 2009, ai 19 del 2010, in cui si e’ registrato il picco massimo, ai soli 7 del 2011, grazie soprattutto a campagne come ‘A smile for mom’s’ e a servizi online come www.depressionepostpartum.it che aiutano soprattutto ad un primo autonomo approccio al problema.

“Linee guida di questi tipo- spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze dell’azienda ospedaliera Fatebenefratelli di Milano- erano gia’ presenti in Europa e nei Paesi anglosassoni. Era, quindi, indispensabile rendere razionale quanto gia’ prodotto, adattandolo alle problematiche italiane. Oggi, dopo 8 anni di lavoro ed esperienza di centri specializzati vedono finalmente la luce. Basate sulla conoscenza clinica e di ricerca e su linee guida internazionali- prosegue Mencacci- ma filtrate con la realta’ italiana, queste linee guida sono dedicate agli operatori sanitari, che giungono a contatto con la maternita’ (medico generale, ginecologo, neonatologo, pediatra), aiutandoli ad identificare i fattori di rischio e protettivi per lo sviluppo di una psicopatologia nella donna, a riconoscere la patologia e a dare indicazioni rispetto al percorso di cura, prima di inviare la donna allo specialista (psichiatra o psicologo). Tutto questo prima non era possibile, e si finiva con il procedere a tentoni. Da oggi sara’ possibile dare una lettura della problematica, aderente all’identita’ scientifica e scevra da valutazioni soggettive e interpretazioni vaghe”.

“La gravidanza – dichiara Francesca Merzagora, presidente dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda)- rappresenta infatti, per la donna, un periodo di profondi cambiamenti non solo fisici, ma anche psicologici. Molto importante e’ dare ascolto a cio’ che si prova dentro di se’, perche’ tristezza, sconforto e ansia possono facilmente trasformarsi in veri e propri sintomi di depressione. Il mancato riconoscimento e il non trattamento di questa sintomatologia- avverte Merzagora- possono compromettere il decorso della gravidanza, con ricadute che vanno dalla scarsa cura di se’ all’abuso di sostanze, fino al coinvolgimento dello sviluppo del feto e della crescita del neonato. Vicina a questa problematica, O.N.Da si affianca all’azione di sensibilizzazione di maggiori Centri di disturbi mentali, nel promuovere Linee guida specificatamente pensate, affinche’ una maggior attenzione possa essere rivolta alla depressione perinatale che incide fortemente sulla qualita’ di vita della mamma e del bambino”.

“Particolare cura all’interno delle linee guida- continua Roberta Anniverno, responsabile del Centro psiche donna di Milano- e’ stata dedicata alla prevenzione, identificando i fattori di rischio per le singole tipologie psicopatologiche, anche attraverso una indagine della storia di vita della donna che consideri non solo l’anamnesi medica, ma anche famigliare, biologica (ormonale) e ambientale. Questo aspetto, consente una diagnosi piu’ accurata sia in relazione alla sintomatologia, che all’intensita’ dei disturbi d’ansia e affettivi e alle ripercussioni disfunzionali nell’esperienza di maternita’. Una attenta analisi e’ essenziale infatti per stabilire, come viene illustrato nella terza parte del volume, l’approccio terapeutico che si avvale nei casi lievi di interventi psicoeducazionali con visite medico-psichiatriche di controllo e in condizioni cliniche medio-gravi di interventi piu’ strutturati con l’ausilio di farmaci e psicoterapia”.

“La depressione in gravidanza e’ un fenomeno molto frequente- conferma Irene Cetin, direttore dell’Unita’ operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Luigi Sacco- che puo’ manifestarsi anche in donne in cui i fattori di rischio sono limitati o che non hanno avuto particolari problematiche durante tutto il periodo della maternita’. Questo avviene, poiche’ la gravidanza e’ un momento in cui si verificano nel corpo della donna, forti alterazioni ormonali che la rendono particolarmente recettiva e sensibile agli eventi esterni, causando variazioni nel tono dell’umore con stati di tristezza, malinconia e pianto fino, nei casi piu’ importanti, alla depressione. Con il parto, la donna diventa improvvisamente consapevole degli enormi cambiamenti avvenuti sia nel suo corpo, sia nella relazione emotivo- affettiva nella quale l’attenzione prima focalizzata su di se’ viene proiettata interamente sul bambino, sia nella quotidianita’ ritrovandosi a gestire, spesso sola e senza supporto familiare, tutte le responsabilita’ e incombenze di una nuova vita. Condizioni tutte- conclude Cetin- che aumentano le difficolta’ ad accettare il ruolo di mamma”.

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