La star internazionale Dee Dee Bridgewater farà il suo debutto al Teatro dei Marsi il 17 dicembre alle 21.00, sulle tavole di un palcoscenico che in soli pochi anni di vita, sono state calpestate da artisti di una straordinaria importanza.
“Una donna speciale oltre che un’artista sublime”, è già stata in Italia a ottobre per la Giornata Mondiale dell’alimentazione come ambasciatrice della Fao (l’organizzazione delle Nazione Unite per la lotta contro la fame), e torna per il concerto di Avezzano inserendolo in un tour che la vedrà protagonista nei più importanti palcoscenici d’Europa e del mondo.
Durante la sua poliedrica carriera lunga quattro decenni, Dee Dee Bridgewater ha raggiunto i livelli più alti delle voci jazz, mettendo le sue abilità uniche in interpretazioni di standard così come in intrepidi re-immaginazioni dei classici del jazz. Oggi, è una delle poche eredi delle grandi voci femminili del jazz, ebbe la completa maturazione artistica e i primi grandi riconoscimenti a livello di critica e di pubblico dopo essersi trasferita in Francia all’inizio degli anni ottanta, imponendosi come raffinata interprete di un vasto repertorio che spazia dagli standard alle tendenze più recenti.
In Italia la notorietà presso il grande pubblico arriva con la partecipazione a due edizioni del Festival di Sanremo, quella del 1990 vinta assieme ai Pooh e quella del 1991 quando regalò un’interpretazione di Precious Thing indimenticabile con Ray Charles.
Nel suo ultimo album, vincitore del Grammy 2011 per il Miglior Album Vocale Jazz,che dà il titolo anche al concerto in programma, Eleanora Fagan (1915-1959): To Billie With Love From Dee Dee, la Bridgewater rende omaggio a un’icona jazz, Billie Holiday, morta tragicamente all’età di quarantaquattro anni, circa cinquant’anni fa.“Quest’album è un modo per dichiarare il mio rispetto per una cantante che ha reso possibile che artiste come me delineassero un proprio percorso”, dice la Bridgewater, che ha coperto il ruolo di Holiday nella trionfante produzione teatrale Lady Day, basata sull’autobiografia dell’artista Lady Sings the Blues e ambientata a Parigi e Londra nel 1986 e 1987. “Volevo che Eleanora Fagan fosse qualcosa di diverso, e che fosse una celebrazione, e non una semplice incisione di brani, scura, imbronciata e malinconica”. Volevo un album che fosse gioioso.” Invece che andare sul sicuro e ricreare la sua esibizione di Lady Day, in Eleanora Fagan la Bridgewater familiarizza ancora con la Holiday, facendo brillare un nuovo raggio di luce su un’icona jazz speso incompresa. “Volevo che l’album fosse una raccolta, diversa dalla musica dello spettacolo,” afferma Dee Dee. Questa filosofia è in accordo con l’approccio della Bridgewater a tutti i suoi progetti: “Io voglio fare dei passi in avanti, proprio come ho fatto con ognuno dei miei album”. Non tornare indietro, ma progredire. Costantemente.”
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