Bingo! Per la prima volta la missione scientifica del Telescopio Spaziale Keplero della Nasa ha confermato la scoperta del suo primo pianeta alieno nella “zona verde abitabile” di un sistema solare extraterrestre. Una regione che gli scienziati ritengono possa permettere l’esistenza di acqua liquida sulla superficie di un mondo come la Terra. Il suo nome è Kepler-22b. L’occhio di Keplero ha scoperto finora più di mille esopianeti candidati di taglia terrestre, praticamente raddoppiando il numero dei possibili mondi alieni finora scoperti da astronomi di altri team di ricerca. Dieci di questi pianeti avrebbero sicuramente, più o meno, le dimensioni della Terra, in orbite regolari molto simili alla nostra, attorno alla loro stella ed all’interno della “fascia abitabile”. Le ricerche e le analisi proseguono perché ancora non possiamo osservarli direttamente. Né tantomeno le loro probabili lune. La conferma dell’esistenza di Kepler-22b, è proprio un bel regalo di Natale che San Nicola ha conservato nel famoso sacco rosso dei doni natalizi proprio alla vigilia della sua festa. Il pianeta alieno in questione, infatti, è il più piccolo finora scoperto in un’orbita stabile, esattamente nel bel mezzo della “fascia abitabile”, proprio alla giusta distanza dalla sua stella Kepler-22a, simile al Sole. Su questo esomondo, il cui raggio è 2,4 volte quello della Terra, la vita è possibile. Ma gli scienziati della Nasa ancora non possono confermare la consistenza del pianeta: se, cioè, Kepler-22b sia fatto prevalentemente di roccia, di gas o di acqua. La scoperta è tuttavia molto importante. L’entusiasmo dei ricercatori è alle stelle, perché entro il 2012, confermano alla Nasa, verrà scoperto il primo pianeta simile alla Terra! Poi bisognerà osservarlo direttamente per analizzarlo in gran dettaglio. E gli astronomi europei dell’Eso forniranno la loro più potente batteria di telescopi ottici terrestri per studiarlo. Tutte le ricerche della Nasa, infatti, non avevano potuto determinare finora l’esistenza di mondi nella “fascia abitabile”. Ma questo risultato segna l’inizio di una nuova fase d’indagine. Due altri piccoli pianeti in orbita attorno alle loro stelle più fredde, inferiori al nostro Sole, erano stati scoperti di recente proprio ai limiti estremi delle loro “fasce verdi abitabili”. Ne abbiamo già discusso. Le loro orbite ricordano quelle dei nostri Venere e Marte. L’obiettivo era quello di scovare un pianeta simile alla Terra entro il 2011. La pietra miliare è stata segnata con Kepler-22b. Non è ancora il gemello della Terra ma siamo sulla strada giusta per dimostrare l’importanza di una missione spaziale che intende dare soddisfazione a quanti ripongono in essa le speranze di una scoperta epocale in grado di rispondere ad una delle questioni più affascinanti: il nostro ruolo nell’Universo dalla Terra. Siamo unici oppure siamo dappertutto? Ed allora cosa faremo? Il telescopio spaziale Keplero è in grado di stanare pianeti alieni lontanissimi misurando con estrema precisione le variazioni di luminosità su oltre 150mila stelle, indotte dal passaggio (transito) di un mondo alieno davanti al proprio astro. L’osservatorio spaziale Keplero ha bisogno di almeno tre transiti per verificare il segnale e darne conferma come possibile oggetto planetario. La scoperta di Kepler-22b è stata davvero un dono del Cielo, secondo gli scienziati della Nasa. La fortuna ha sorriso loro davvero poiché fin dal primo transito del corpo planetario, catturato appena tre giorni dopo l’inizio delle operazioni scientifiche di Keplero, gli scienziati sono stati in grado di mobilitare tutta la comunità scientifica internazionale, per i necessari controlli. Al terzo transito, nel 2010, la certezza era quasi assoluta. Ma occorrevano misure ancora più raffinate. Allora sono stati utilizzati i più grandi telescopi terrestri. Anche lo Spitzer Space Telescope è stato mobilitato per analizzare la luce di questi strani mondi alieni candidati, che avrebbero riempito di gioia il domenicano Giordano Bruno. Il telescopio Keplero può osservare una precisa fetta di cielo tra le costellazioni del Cigno e della Lira. Visibili solo in primavera e in estate dalla maggior parte dei telescopi terrestri nell’emisfero boreale. Grazie a Dio ed ai contribuenti, esiste la batteria di telescopi europei dell’Eso in Cile. I dati e le osservazioni di Keplero così possono essere integrati per convalidare o meno le scoperte di pianeti di taglia terrestre. Nel caso specifico di Kepler-22b, lontano 600 anni luce dalla Terra, lo studio della Nasa ha permesso di definirne meglio le caratteristiche. Il pianeta è più grande della Terra e il suo “anno” è di 290 giorni. Siamo molto vicini al nostro calendario terrestre! La sua stella, della stessa classe “G” del nostro luminare, è leggermente più piccola e più fredda. Dei 54 pianeti candidati finora scoperti nella “zona abitabile” da Keplero, come annunciato lo scorso febbraio 2011, gli scienziati della Nasa possono oggi dare conferma ufficiale del solo mondo alieno Kepler-22b. Come pubblicato sull’Astrophysical Journal. Ma oggi il gruppo di ricerca ha annunciato la scoperta di altri 1.094 nuovi mondi extraterrestri candidati, potenzialmente gemelli della Terra. Rispetto ai dati dello scorso febbraio, il numero di mondi identificati da Keplero è cresciuto del 89% (percento) ed ora il totale è di 2.326 esomondi candidati. Di questi: 207 sono simili alla Terra; 680 sono super-Terre; 1.181 sono pianeti grossi come Nettuno; 203 hanno le dimensioni di Giove e 55 sono più grandi di Giove. Sulla base delle osservazioni condotte da maggio 2009 a settembre 2010, l’incremento esponenziale dei pianeti di taglia terrestre lascia ben sperare. Keplero ha osservato i pianeti di taglia maggiore, i più vicini alla propria stella, all’inizio della sua missione. Sono questi i dati di febbraio 2011. D’ora in poi, dicono gli scienziati della Nasa, avremo dati più raffinati, basati sulle osservazioni dei tre transiti, per oggetti posti in orbite a più lungo periodo. E i nuovi dati suggeriscono che gli esomondi, da uno a quattro volte le dimensioni della Terra, sono davvero abbondanti nella nostra Galassia. Il numero di Terre extramondo e di super-Terre, è cresciuto rispettivamente di oltre il 200% e il 140% rispetto a febbraio 2011. Ci sono 48 pianeti candidati attorno alle loro stelle e “nella zona abitabile”. Il numero è diminuito rispetto ai 54 esopianeti di febbraio, ma ciò è dovuto a un sostanziale miglioramento nell’analisi dei dati nel nuovo catalogo. Il filtro è migliore e lascia passare solo i pianeti candidati certi comunque definiti con una maggiore risoluzione spaziale all’interno della “fascia verde abitabile”. Ciò significa che gli scienziati oggi possono scoprire, tra l’infinità degli esomondi dell’Universo, non solo quei pianeti che si avvicinano alle caratteristiche della nostra Terra ma anche quelli (con possibili lune di taglia terrestre, oggi invisibili) che orbitano all’interno della “zona abitabile” pur non essendo necessariamente di taglia terrestre. Se la matematica non è un opinione (http://planetquest.jpl.nasa.gov/), l’enorme flusso di dati di Keplero consentirà, entro il 2012, di scoprire il primo gemello della Terra, grazie alla Nasa, al Jet Propulsion Laboratory di Pasadena (California), al Ball Aerospace and Technologies Corp. di Boulder (Colorado), al Laboratory for Atmospheric and Space Physics della Università del Colorado, ed allo Space Telescope Science Institute di Baltimora.
© Nicola Facciolini
“It is truly amazing that the astronomical community is quite willing to hypothesize about planets out there but not look at the overwhelming evidence that aliens are visiting here and various governments know a great deal”(Stanton Friedman).