Il Parlamento greco ha approvato in nottata il bilancio del 2012 che contiene le già annunciate pesanti misure d’austerità. Con questa manovra si da “via libera” al governo di coalizione guidato dal premier Lucas Papademos per portare avanti con la massima urgenza le procedure tese all’attuazione del nuovo programma economico richieste dai creditori internazionali e ottenere da essi ulteriori aiuti per un valore di 130 miliardi di euro. L’esame del Bilancio era cominciato lo scorso 18 novembre e la difficoltà maggiore per il ministero delle Finanze per chiuderlo è stata quella del deficit degli Enti previdenziali causato dai tagli agli stipendi e alle pensioni, dall’aumento della disoccupazione e dalla recente impennata nel settore del pubblico impiego delle domande per andare in pensione anticipata.
Il “buco nero” degli Enti previdenziali per i primi 10 mesi di quest’anno ha raggiunto infatti i 900 milioni di euro, la metà dei quali riguarda l’Ika, l’Istituto della Previdenza Sociale (l’equivalente dell’Inps).
“La crisi economica nel nostro Paese non è un temporale passeggero”, ha detto il premier. “Vista la dimensione del problema – ha aggiunto – il nostro sforzo nazionale non sarà completato nel 2012. Ci vorranno molti anni e saranno necessari sforzi e insistenza da parte di numerosi governi”. Obiettivi “ambiziosi ma raggiungibili”, per il ministro alle Finanze Evangelos Venizelos.
La Grecia se la deve vedere con la Germania: il tedesco Hans-Joachim Fuchtel in patria è vice ministro del lavoro del governo federale ma, soprattutto, è un uomo fidato di Angela Merkel. Da una settimana, Fuchtel è anche ”commissario per la Grecia”, del governo di Berlino.
C’è un fantasma che si aggira per l’Europa, la ”moralità dei virtuosi” di quei Paesi che, modelli di ”virtù” economica, fanno assurgere quest’ultima ad arma di ricatto politico contro i ”Paesi immorali”. Paesi reprobi da minacciare, da punire e, al tempo, da aiutare a caro prezzo e da sfruttare offrendo in cambio perline di vetro colorato.
… come l’Italia!