Il Comitato “309 Martiri del terremoto” oggi nel corso di una conferenza stampa, ha annunciato di aver presentato un esposto alla Procura della Repubblica dell’Aquila per le presunte dichiarazioni “mendaci” del sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, rese durante l’interrogatorio nell’udienza contro i sette membri della Commissione grandi rischi.
Secondo Vittorini, il primo cittadino nel corso della propria testimonianza avvenuta due giorni fa, avrebbe riferito dichiarazioni “mendaci” che sarebbero in contraddizione con quelle fornite da altri partecipanti alla riunione del 31 marzo del 2009. Vittorini ha spiegato che l’obittivo dell’esposto è quello di sollecitare la magistratura a fare luce sull’azione del sindaco dell’Aquila e sulla macchina comunale in generale per quanto riguarda l’aspetto della prevenzione.
Stefania Pezzopane, assessore al Comune dell’Aquila in una nota afferma: ” Una giornata dolorosa quella in cui sono stata chiamata a testimoniare nel processo contro la Commissione Grandi Rischi. Doloroso dover ancora una volta affrontare il viso affranto e le lacrime di tristezza non solo dei parenti delle vittime, che stanno rivivendo la disperazione di quei giorni, ma di un’intera città colpita al cuore. La Commissione Grandi Rischi deve spiegarci perché ha rassicurato un’intera città.
Ricordo perfettamente il clima di quei giorni. Subito dopo la scossa del 30 marzo eravamo chiaramente in ansia, ma fummo tranquillizzati.
La riunione della Commissione Grandi Rischi del 31 marzo non fu finalizzata ad informare la popolazione, ma a rassicurarla. A quella riunione non ero presente, perché la Provincia dell’Aquila (allora ne ero la Presidente) non fu invitata a partecipare. Stigmatizzammo quel mancato invito. Appresi dalla stampa e dai Tg l’esito di quella riunione, e ricordo perfettamente che le notizie erano rassicuranti.
D’altronde lo si evince chiaramente dal verbale della riunione in cui è scritto a chiare lettere che “non c’era alcun allarme in corso”, nonostante lo sciame sismico; anzi le scosse avvertite dalla popolazione facevano “parte di una tipica sequenza di terremoti, del tutto normale in aree sismiche come quella dell’aquilano..”.
E tesa a tranquillizzare la popolazione fu anche la conferenza stampa che alcuni membri della Commissione Grandi Rischi tennero dopo quella riunione. Fummo invitati a bere il Montepulciano e a stare sereni.
Inoltre dalle intercettazioni del filone G8 emerge chiaramente il clima che si voleva predeterminare. L’obiettivo era di tranquillizzare, di dire alla popolazione che si trattava di fenomeni normali, che tutto rientrava nella normalità. “Quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto”, dice Barberi a Bertolaso. E se c’era qualcuno che tentava di dare l’allarme, allora doveva scattare la macchina del fango.
Ora l’auspicio è che la giustizia faccia il suo corso. E non è un caso che il Comune si sia costituito parte civile. Il mio auspicio è si faccia chiarezza fino in fondo e che venga acclarata la verità, per rendere giustizia ai parenti delle vittime e ad una città intera”, conclude la nota.
Per Lelio De Santis, Segretario I.d.V. L’Aquila, Cialente scagiona gli esperti, ma non lanciò l’allarme. “Il processo contro la Commissione Grandi rischi, che si riunì il 31 marzo 2009 senza evidenziare il pericolo di possibili scosse devastanti, ha fatto registrare una nuova ed incredibile cialentata : il sindaco, Massimo Cialente, con la sua testimonianza ha smentito tutti quelli che hanno dichiarato che furono rassicurati dall’esito di quell’incontro al massimo livello!
Cialente ha spiegato che il super esperto, Enzo Boschi, quel giorno gli disse che “prima o poi un terremoto sarebbe arrivato, quindi, di prepararci.” Penso che il Sindaco non abbia controllato bene le parole e che abbia dimenticato il senso delle parole pronunciate anche da lui, oltre che da tutti gli Aquilani, da quel terribile 6 Aprile fino ad oggi. Diversamente, il Sindaco dovrebbe rispondere perché non ha avvertì con chiarezza la città del colloquio con Enzo Boschi e del rischio reale di una forte scossa e, soprattutto, dovrebbe assumersi la sua parte di responsabilità rispetto all’assenza assoluta in quei giorni di informazione e di indicazioni. Chi doveva indicare una strada o un comportamento se non le Autorità, sulla base dei colloqui e delle sensazioni scaturite in quell’incontro con gli esperti?
La verità è che la città non era preparata all’evento sismico e la mancanza di informazione insieme alla non percezione del pericolo hanno contribuito alla morte di 309 persone indifese. Evitare di riaccendere le polemiche e di buttare benzina sul fuoco è compito di tutti, a cominciare dal Sindaco della città, che aspetta solo la verità”.
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