Disabili a Monti, lei da che parte sta?

“Professor Monti, lei da che parte sta?”. È questa la domanda che per tutta la mattinata hanno ripetuto i disabili accompagnati dalle famiglie e dall’associazione “Tutti a scuola” durante il sit-in in piazza Montecitorio per chiedere chiarezza all’attuale governo per quel che riguarda le politiche sociali. Storie di quotidiana difficoltà raccontate al megafono a turno […]

“Professor Monti, lei da che parte sta?”. È questa la domanda che per tutta la mattinata hanno ripetuto i disabili accompagnati dalle famiglie e dall’associazione “Tutti a scuola” durante il sit-in in piazza Montecitorio per chiedere chiarezza all’attuale governo per quel che riguarda le politiche sociali. Storie di quotidiana difficoltà raccontate al megafono a turno dai genitori dei bambini disabili giunti da Napoli. Gli ostacoli, le ristrettezze economiche, raccontate tra canti popolari all’insegna di una manifestazione pacifica, ma non scanzonata. “Ci sarà ancora un welfare per i cittadini più deboli?” chiede l’associazione. “Bisogna venir fuori da tutte le ambiguità – ha affermato Toni Nocchetti, presidente dell’associazione Tutti a scuola -. Il fondo delle non autosufficienze è a zero. Il fondo nazionale politiche sociale ha visto una riduzione dei finanziamenti. I livelli essenziali di assistenza, i Lea sono solo una sigla, vanno riempiti di contenuti e risorse. La scuola per i disabili ormai è uno scherzo. Se ne parla solo in tribunale: ormai sono i Tar di tutta Italia che parlano della scuola per i disabili, non più la politica. Siamo preoccupati che ci sia questa sorta di unanimità sulle cattive decisioni. Ti viene da sospettare che se son tutti d’accordo c’è qualcosa che non va bene”.

Una richiesta forte, quella delle famiglie dei disabili. “È arrivato il momento di chiedere quale idea di welfare hanno in mente i professori della Bocconi ed i tecnici del governo Monti”, spiega l’associazione che chiede: “Ci sarà ancora un welfare per i disabili dopo la scelta di ridurre del 80% il fondo nazionale delle politiche sociali probabilmente equiparato ad un costo superfluo? Cosa avrà di superfluo la possibilità di assistere a domicilio un bambino disabile o un anziano con la sindrome di Alzheimer  rimarrà sempre per noi un mistero. Ci sarà ancora un welfare per i disabili dopo aver scelto di ridurre ad un contenzioso destinato alle aule giudiziarie la possibilità di garantire agli oltre 200mila disabili un tempo scuola accettabile?”. Domande a cui non sono state ancora date risposte chiare, secondo i familiari dei disabili. “Forse non c’è più spazio per una idea di società – spiega l’associazione -, che sia accogliente ed inclusiva per tutti, soprattutto per chi nasce in una condizione di difficoltà. Forse non c’è più spazio per una idea di società che parli a tutti e come recita l’articolo 3 della Costituzione si impegni a rimuovere le differenze, anche quando le differenze sono legate alla nascita come per i disabili”.

Tra gli interventi urgenti, spiega l’associazione, quello dei Lea. “Sui Lea si gioca una battaglia sull’unità del Paese – ha spiegato Nocchetti -. I Lea sbaragliano tutti gli approcci federalisti all’assistenza. Vorremmo vedere i politici azzuffarsi per affermare i Lea, ma a tutt’oggi non è mai accaduto. Hanno bisogno di risorse economiche, per cui torniamo al problema di partenza. Siamo o no un paese in grado di recuperare risorse economiche per chi è in difficoltà?”. Ma “l’incapacità ad affrontare questa drammatica crisi”, secondo Nocchetti, solleva altre domande. “Non so se si governa veramente a Roma o a Bruxelles. Se governa la politica o le banche. La grande domanda è chi governa l’Europa oggi?”. Ma se si tratta di difendere i diritti, ha concluso Nocchetti, così come si sta facendo in Italia per la scuola, “forse occorrerà rivolgersi al tribunale europeo”.

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