“Era il classico ‘scemo del villaggio'”. Casapound Italia, come quella toscana in rappresentanza della sede di Pistoia, prende le distanze dalla strage compiuta da Gianluca Casseri, simpatizzante di Casapound, oggi a Firenze: due ambulanti senegalesi uccisi a colpi di pistola, piu’ lo stesso Casseri suicida, e due feriti. “Era un simpatizzante di CasaPound Italia, come altre centinaia di persone in Toscana, e altre migliaia in tutta Italia, alle quali, come del resto avviene in tutti i movimenti e le associazioni e non solo in Cpi, non siamo soliti chiedere la patente di sanita’ mentale”, ha voluto subito puntualizzare Casapound Italia, che definisce Casseri un frequentatore talvolta “della sede di Pistoia e non abbiamo motivo per tenerlo nascosto. Oggi si e’ consumata una immane tragedia della follia, e persone sono morte senza motivo, ma se e’ avvenuta vogliamo ricordare che e’ anche perche’ questo Stato non e’ in grado di fornire alcuna protezione e assistenza ai suoi figli piu’ deboli”.
Entra piu’ nel particolare Fabio Barsanti, responsabile toscano di Casapound: “Casseri lo conoscevo marginalmente- dice all’agenzia Dire- veniva ai nostri appuntamenti piu’ importanti. Ma era comunque estraneo alla nostra comunita’”. L’autore della strage di Firenze, 50 anni, della provincia di Pistoia, era anche uno scrittore di romanzi di genere ‘fantasy’. “Proprio l’eta’ fa capire che era estraneo alla nostra comunita’- ribadisce Barsanti- Qui c’e’ gente piu’ piccola di eta’. Era un ‘poverino’, ma non in senso ‘psichico’, ma era il classico scemotto, lo scemo del villaggio. È grave quello che ha fatto, rimane una sorpresa poi che l’abbia fatto lui. Ma noi non chiudiamo la porta a nessuno. Ci accostano a lui, ma non dimentichiamo che lo stupratore di Roma era un coordinatore del Pd: e con questo non possiamo mica dire che il Pd e’ un partito di violentatori”.
Sui motivi che hanno spinto Casseri a compiere il gesto Barsanti e’ convinto sia stata iniziativa del tutto personale: “Credo abbia ‘sbroccato’, che abbia dato di matto. Gia’ immaginarlo con una pistola in mano e’ roba da non crederci. Da un certo punto vista- dice- per quello che l’ho potuto conoscere, io come altri qui, non ha mai dato segni di rancore verso nessuno. Casapound, come associazione, da anni si batte contro razzismo e xenofobia. Tra i nostri, qui in Toscana, non c’e’ nessuno che sia mai stato denunciato per questi motivi: al massimo qualche precedente per occupazioni, ma mai per razzismo. Sotto certi punti di vista siamo pure visti male nell’estrema destra”.
Il responsabile toscano di Casapound lancia poi un appello alla comunita’ senegalese che ha espresso la sua rabbia per quanto successo: “Sono nati dei disordini e, ovviamente, lancio un appello: noi non abbiamo problemi con gli immigrati. Condanno in prima persona e poi come associazione questo episodio, c’e’ disperazione e pieta’ umana per le vittime. Da parte nostra c’e’ totale impotenza verso queste persone, noi non neghiamo la tessera che poi non e’ la stessa per tutti, c’e’ distinzione tra militante e simpatizzante. Ma se vediamo qualcuno che non ci piace non gliela rilasciamo mica”. A conferma della vicinanza dell’associazione con gli immigrati anche un appuntamento “per la prossima settimana di Casapound Roma, che nella Capitale terra’ una conferenza stampa congiunta con due rappresentanti della comunita’ cinese del quartiere Esquilino perche’ cerchiamo di portare avanti un confronto sereno”.
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